Il critico letterario e docente Antonio Scandone si sofferma sulla ricerca dello studioso e scrittore salentino Spagnolo, recentemente pubblicata dalla Società Storica di Terra d’Otranto
Chi ha avuto la possibilità di partecipare, lo scorso sabato 27 settembre, alla presentazione del libro di Gilberto Spagnolo, nella vezzosa sala del Teatro Comunale di Novoli, riportato a nuova vita dalla solerte dedizione delle ultime amministrazioni locali, probabilmente avrà avuto l’impressione di assistere alla istituzione di un nuovo genere letterario quasi del tutto inedito. Si è trattato, infatti, dell’ultima creazione dell’infaticabile studioso e storico locale, dal titolo Maestri, maestre e scolaresche, edito dalla Società Storica di Terra d’Otranto, e riproducente, come recita il sottotitolo, il “Memoriale” di Maria Ida Marrazzi e la Novoli dell’Otto e Novecento. Una colta ed aggiornata insegnante della scuola elementare di Novoli, attiva nella stessa sede per circa un quarantennio.
Il testo, infatti, nelle sue 160 pagine, è costituito da diverse voci: una dotta ed ariosa prefazione di Fabio Scrimitore, già Provveditore agli studi delle province di Lecce, Brindisi e Bari; una dettagliata ricostruzione dell’evoluzione storica dell’istruzione primaria a Novoli dai primi anni del secolo XIX ai giorni nostri, del sacerdote e docente Emanuele Ricciato, già apparsa nel 1958 per i tipi de “La Modernissima”; un puntuale e documentato profilo biografico dell’autrice del “Memoriale”, già pubblicato da Alfredo Mangeli sul quaderno “Spazio Crsec” del 1986; e naturalmente lo stesso “Memoriale” della Marrazzi, che costituisce il nucleo centrale dell’opera.
Il tutto condito da una ricchissima e preziosa rassegna iconografica, per la maggior parte tratta dall’archivio storico di proprietà dello stesso autore Spagnolo, generosamente allegata nella sua qualità di “potente mezzo comunicativo dell’illustrazione”.
Un’opera, dunque, che sembrerebbe costituita da una molteplicità di voci e di presenze che la porrebbero nella categoria letteraria della rassegna antologica. E che invece si caratterizza, fin dalla prima pagina, per la sua inequivocabile iscrizione alla primaria paternità dello stesso Spagnolo. Sua, infatti, è l’iniziativa di offrire al lettore, e a tutta la comunità novolese, la fruizione di questo manoscritto della Marrazzi, pervenuto diversi anni addietro nelle sue mani in un formato fotocopiato, logorato dal tempo, e quindi illeggibile in alcuni termini e in alcune frasi. Manoscritto riprodotto dall’originale che la stessa insegnante aveva consegnato, sullo scorcio degli anni 70, all’avvocato Enzo Maria Ramondini, che proprio in quel torno di tempo si era fatto promotore della costituzione, a Novoli, di un gruppo di studio della storia di quella comunità, e di un quaderno di pubblicazioni dal titolo “Novoli di Lecce”.
Senza nulla togliere al valore storico e letterario di tali compresenze, il lettore di questo nuovo lavoro di Spagnolo non può non riconoscere, ed ammirare, la sua inequivocabile presenza di promozione, di sollecitazione e di organizzazione dell’intero testo. Che se ha il pregio di presentarsi al lettore in questa veste così accattivante ed intrigante, ciò è dovuto fondamentalmente alle sue capacità di scoperta, di ricerca, di ricostruzione, di sistemazione e finanche di aggregazione degli elementi iconografici, tutti strettamente pertinenti, presentati con una ricchezza ed una varietà ed una specificità sicuramente sorprendenti.
Leggere questo libro non costituisce una avventurosa cavalcata negli insidiosi percorsi della nostalgia, ma una riscoperta e un apprendimento delle faticose tappe della progressiva conquista dell’istruzione primaria per la realtà scolastica novolese, condotta con singolare lucidità, competenza, vastità di interessi ed equità di giudizio della maestra Ida. Che, fra l’altro, ci può far scoprire degli aspetti insospettabili di capacità organizzative e di lungimiranza professionale nel pensiero e nelle scelte didattiche e riformatrici di Giovanni Gentile, per altro verso discutibile per le sue istanze ideologiche e le sue militanze politiche.
Fra l’altro, questa esperienza diacronica e conoscitiva dell’evoluzione scolastica primaria, descritta dalla Marrazzi, solo apparentemente si presenta come specificità prettamente novolese, perché, in realtà, l’intera descrizione evolutiva e l’intero complesso di dotazione iconica, da Spagnolo così magistralmente raccolta, si iscrivono spontaneamente nell’immaginario suggestivo e nel patrimonio mnemonico di tutte le nostre realtà territoriali, di tutti i vissuti organizzativi ed esistenziali delle nostre piccole comunità salentine, ed oltre. Vorrei dire di tutto il Mezzogiorno, come già limpidamente emergevano nelle pagine dell’inchiesta Franchetti e Sonnino del 1876, e come accoratamente riemergono in uno dei più suggestivi, anche se meno conosciuti, romanzi storici del nostro Novecento letterario, quel “Signora Ava” di Francesco Jovine, che ricostruisce puntualmente le condizioni delle prime esperienze di istruzione primaria e secondaria laica in una periferica e dimessa realtà territoriale del più desolato Molise.
Per cui ciascun lettore salentino, o meridionale, di questo volume, soprattutto se coetaneo dell’autore, non può non riconoscersi nelle ricostruzioni ambientali e nelle caratteristiche peculiari delle scuole elementari dei nostri paesi negli anni a cavallo del secondo conflitto mondiale, protrattesi per lo più invariate, fino al manifestarsi della svolta economica e sociale dei primi anni 60.
Ecco perché questo lavoro di Spagnolo lo si sente proprio fin dalla prima pagina, perché vi si ritrovano tanti particolari e tante suggestioni delle prime esperienze scolastiche che, per molti di noi, sono rimaste indelebilmente racchiuse nella nostra coscienza e nel nostro cuore. Un libro, dunque, da leggere e conservare come un cimelio prezioso dei più lontani anni trascorsi nei banchi di legno, con barattolino di inchiostro, di quella abborracciata scuola elementare, che, nei nostri paesi, ci iniziava alla faticosa ma splendida avventura della conoscenza.
Antonio Scandone
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Foto in alto: Gilberto Spagnolo. Sotto: la copertina del volume