Poesia/Raccolta - 26 Mag 2023

“Inutili illusioni”, in libreria i nuovi versi di Piero Pellegrino


Spazio Aperto Salento

Atteso ed auspicato ritorno in libreria del professore Piero Pellegrino, 83 anni, leccese, già docente di Diritto Canonico all’Università del Salento. Stampata nell’aprile 2023, per Argo Editrice, è stata pubblicata la raccolta di venti poesie, “Inutili illusioni”, illustrata in copertina dalla tela “Fiori” di Giorgio Morandi (1890-1964), dipinta nel 1924 ed attualmente conservata nel Museo che la città di Bologna ha intitolato al maestro che spaziò tra Futurismo, Pittura Metafisica e Realismo. Eteree ed intimiste come i fiori, sono le liriche del poeta, autore di altre, mai dimenticate e sempre attuali pubblicazioni, in testa le “Litanie di san Martino” del 1964 per i tipi dell’Editrice Salentina, ristampate nel 1993.

Il nuovo lavoro, introdotto da uno stralcio della poesia di Vincenzo Caldarelli (1887-1959), “Adolescente” (….e il saggio non è che un fanciullo che si duole di essere cresciuto), giunge a distanza di quasi vent’anni da “Perduta memoria”, edito da Manni nel  2004, ed il “ritorno”, Pellegrino lo fissa nei versi di “Dopo tanti anni”, in cui, assieme al ricordo del… Paese che mi creò / fra le chiese barocche / e i palazzi moderni…, affiora il cruccio del domani: …Non so che sarà di me, tra poco / il nero richiamo della stagione, / incupita dal gorgo del silenzio, / scenderà sul mio viso / stanco…

Il  pensiero del “domani”, fa capolino anche nella composizione “Sono vecchio”, con i versi: …Ho i capelli / bianchi e le mani tremano…, ai quali fanno seguito gli altri, ora rassicuranti, di “Oltre il paradiso” …cui tende il mio / sguardo tra tanto silenzio e sordo sospiro / così amato, così denso. Di pregio stilistico, poi, la lirica che compendia la raccolta, scorrendo la quale si legge: La mia giovinezza è il ritorno / all’intenerito respiro…, per non dire di quella che pare un inno alla Poesia, “Dissi una volta”, ove spiccano le parole: Dissi una volta che la poesia non è morta…

I versi dell’abbandono poetico, inoltre, affiorano in “L’eco mattutina”, “Il ghiaccio” e “Bagliori notturni”, a dare conferma, assieme alle restanti (“Questo infinito abisso”, “Sorrisi e petali”, “Ricordi”, “Amico”, “Rabbia”, “L’arcobaleno”, “Sono nato”, “Nel tempio”, “Raccontami”, “Al contadino”, “Tredici novembre” e “Sulle coste del Sud”), dello spessore del nuovo sforzo letterario di Pellegrino, alla cui intera produzione lirica, ha nel frattempo provveduto, nel 2014,  l’editore di Nardò, Besa-Muci, con “Tutte le poesie”, ben 652.

Fra la prima raccolta del 1964 e l’antologia dell’editore neritino, di Piero Pellegrino, fanno mostra negli scaffali delle librerie e nelle case di molti leccesi e forestieri, in primis i colleghi docenti sparsi anche nel resto d’Europa, “Per quell’antico privilegio” (Bari, Adda, 1992, con ristampa completa nel 2002 da Argo); “Anemoni (Lecce, Manni, 1992); “La voce chiara” (Manni, 1993); “Remote terre” (Manni, 1995); “Verso un gelido mare” (Manni, 1997); “Il cuore il canto le stagioni (Argo, 1999); “La vera immagine” (Argo, 2002): “Alla fine dei sogni” (Argo, 2004), e la già citata “Perduta memoria”.

Toti Bellone
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