Un percorso di riflessione sulla “Parola” a cura di don Massimo Alemanno. Appuntamenti ogni giovedì, alle 19, nella Parrocchia “Santa Maria Assunta”
“Seguendo le tracce della vita, un itinerario per rinascere”. Nella chiesa madre “Santa Maria Assunta” di Salice Salentino, avviato un ciclo di incontri a cura del parroco don Massimo Alemanno (in foto).
Si tratta di appuntamenti settimanali (di norma ogni giovedì alle 19) con una “Lectio Divina”, promossi per “ritrovarsi”: un’occasione di approfondimento “attorno alla Parola” per “sentirla vicina alla vita…”.
La pandemia sconvolge i nostri giorni, ma quando tutto sarà passato, come saremo? Migliori o peggiori di prima? Don Massimo, nel ciclo di incontri inaugurato nelle scorse settimane, fino a giugno 2021 accompagnerà la sua comunità in un percorso che ha l’obiettivo di dare una risposta a questi interrogativi “ritornando agli inizi…”.
Ai nastri di partenza, la situazione è davvero complicata. La libertà…che profumo ha? Quasi non ce lo ricordiamo più. Le giornate trascorrono quasi sempre tutte uguali, di tranquilla routine, eppure c’è un’incertezza percepita nell’aria che ci fa sentire dispersi. Il tempo scorre inesorabile consegnandoci la nostalgia delle cose semplici, di quelle cose che facevamo, a volte anche sentendoci obbligati e che ora faremmo con estremo piacere. Solo le emozioni, i timori, il nostro “io negativo”, le nostre speranze, quelle no, sono parte fondamentale di noi e niente e nessuno può farci smettere di provarle, tantomeno un invisibile mostriciattolo di virus. I più coraggiosi ripetono che la normalità tornerà…prima o poi. Gli esperti ripetono che basta restare a casa e che fra qualche anno si potrà tornare alla vita di prima.
La storia ci ricorda che l’umanità da sempre ha dovuto affrontare periodi bui, tristi e tanto difficili. Il loro avvenuto superamento può essere certamente un segno di speranza per noi, che al momento soffriamo gli effetti diretti e indiretti del Covid-19.
Intanto, che fare? Quale percorso personale e sociale intraprendere per far sì che in futuro si possa parlare di questa pandemia, come di un evento drammatico, sicuramente da dimenticare, ma che ha prodotto dei risvolti positivi, per dirla con le parole di Papa Francesco: “Come poter uscire migliori da questa pandemia?”.
“La pandemia – afferma Francesco – sta cambiando il mondo e ci sta mettendo in crisi”. Non si può uscire da questa situazione nello stesso modo: O ne usciamo migliori o peggiori. Il modo in cui ne usciamo – spiega il Pontefice – dipende dalle decisioni che prendiamo durante la crisi”.
Nella consapevolezza che non vi sia una ricetta bella e pronta, i fedeli della comunità parrocchiale Santa Maria Assunta di Salice Salentino, attraverso un percorso teologico-spirituale di approfondimento della Parola, cercano di interrogarsi su che cosa fare per “rinascere migliori”.
Il parroco don Massimo Alemanno ha inteso offrire ai suoi operatori pastorali e a quanti ne sentano l’esigenza la possibilità di un cammino spirituale che aiuti a vivere l’oggi cupo e difficoltoso, a cogliere ciò che è essenziale, in altre parole, ad aiutare a trovare quegli ingredienti buoni e giusti per la ricetta:”Come uscire migliori dalla pandemia”.
“I giorni della creazione” è il leitmotiv che ogni giovedì sera ritorna ad appassionare i presenti che, partendo dalle pagine del Primo Libro della Genesi “tornano all’inizio per trovare ciò che è vitale”. In realtà, per ogni giorno della creazione “trovano Qualcun Altro, perché nessuno si inizia da sé”.
Forse agli occhi di chi legge può sembrar roba per preti, suore, per chi va sempre in chiesa…no, no!
“Questo futuro lo costruiamo insieme, aspirando alle cose più grandi, ampliando i nostri orizzonti. O insieme o non funziona. Uscire dalla crisi non significa dare una pennellata di vernice alle situazioni attuali perché sembrino un po’ più giuste. Uscire dalla crisi significa cambiare, e il vero cambiamento lo fanno tutti, tutte le persone che formano il popolo” (Papa Francesco).
Perciò ripartire dalle cose essenziali, ricercare le evidenze e le priorità della propria vita, decidere di vivere il giorno come giorno e la notte come notte, non lasciandosi travolgere dai giorni della rabbia, dell’orgoglio, dell’avarizia, del male di vivere, del trattare il proprio corpo e quello degli altri come una cosa e dalle notti rappresentate dai vizi capitali, dai pensieri cattivi, accogliere il dono dei limiti per vivere relazioni vere con gli altri, discernere il bene dal male, riconciliarsi con un Dio che è Padre, è un esercizio che può far bene a tutti per rinascere. È il protocollo per una vita buona e bella da condividere! Provare per credere, siamo ancora al terzo giorno, l’appuntamento è per giovedì prossimo, alle ore 19.
Coralba Rosato
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