Cultura - 16 Feb 2021

700 anni dalla morte di Dante, la pandemia rischia di stendere un velo di silenzio sulla ricorrenza

La proposta della poetessa Lella Sisinni: “Celebriamo il padre della lingua italiana dedicando a “La Divina Commedia” momenti di rilettura e approfondimenti autonomi”


Spazio Aperto Salento

Nell’anno della commemorazione dei 700 anni dalla morte di Dante, la terribile pandemia la cui fine sembra ancora lontana impedisce di organizzare mostre ed eventi che possano rendere onore al sommo poeta.

Tale bizzarra legge del contrappasso pare stendere un velo di silenzio alla sonora lezione di cultura che Dante ha impartito nel corso dei secoli.

Ciascuno di noi, tuttavia, nell’intimità di un punto luce acceso su un libro, può celebrare la più monumentale opera letteraria mai scritta, La divina commedia, dedicandole una lettura delle terzine più amate o approfondendone aspetti meno noti, tramite per esempio l’interpretazione dell’esoterismo delle tre cantiche.

Fornisce, a tal proposito, un ampio spazio il libro di Renè Guènon “l’esoterismo di Dante”, autore del ‘900, morto negli anni ‘80, che apre una finestra che, certamente, a scuola, hanno tenuto chiusa, sul viaggio del poeta ravennate.

Dedicare a Dante qualche porzione del nostro tempo gli conferisce onore e merito in un anno così importante e, nel contempo, offre al lettore un’imperdibile occasione per elevare la propria anima.

Lella Sisinni

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Immagine in alto: Cattedrale di Santa Maria del Fiore di Firenze, particolare dell’affresco di Domenico di Michelino