Teatro - Musical - 21 Feb 2021

Compagnia della Piccola Luna, la storia (prima parte)

Dopo lo spazio dedicato al percorso de “Il teatro delle Giaccure stritte”, riflettori ora sulla “Compagnia della Piccola Luna”, un’altra importante realtà artistico-musicale di Salice diretta dal docente e maestro Giancarlo Scardia. Il gruppo negli anni ha portato in scena diversi musical di successo   


Spazio Aperto Salento

“C’era una volta…. Un pezzo di legno!”

Scrivere la “storia” della Piccola Luna non è impresa facile. I rischi sono molteplici: primo fra tutti quello di inanellare una serie elencata di eventi, date, fatti che all’occhio del lettore non potrebbero che suscitare noia, disinteresse. Altro rischio è quello di produrre una sorta di autocelebrazione dei successi, dei traguardi. Non ultimo il rischio di omettere nomi di persone che, collaborando e condividendo la storia, ne hanno determinato la crescita, l’evoluzione.

Ho pensato, quindi, di alleggerire questa “impresa” cercando di selezionare quei momenti salienti, quei fatti – a volte singolari – che costituiscono aneddoti ed episodi che di solito ricordiamo a volte con allegria, a volte con nostalgia piuttosto che con indignazione.

Ma cominciamo a riavvolgere il nastro e… torniamo a scuola!

“Il sottoscritto_________ genitore dell’alunno______ classe_____ autorizza il proprio figlio a partecipare al Progetto “Pinocchio, il musical” curato dai docenti Scardia, Dicillo e Conversano…”

Era febbraio del 2009 e nelle classi i ragazzi si videro recapitare un foglietto con questo breve messaggio. Qualche giorno prima, parlando di progetti extra curriculari, insieme ai colleghi Carlo Dicillo e Mercede Conversano pensammo a questa proposta. Sarebbe stata una bella esperienza per i nostri alunni. In realtà ero un po’ scettico. Un musical non è impresa facile. Far cantare, ballare, recitare dei ragazzi che, nella maggior parte dei casi, non lo hanno mai fatto, non era semplice. Inoltre era, ed è risaputo, che i fondi disponibili per l’acquisto di materiale per la realizzazione delle scenografie era piuttosto esiguo. Ma, nonostante tutto, decidemmo di provarci.

Il successo di uno spettacolo si costruisce dalle prove e le prove furono un’esperienza nuova per tutti. Le adesioni furono numerosissime e non sapevamo come fare affinché a nessuno dei ragazzi si dovesse dire “mi dispiace, siamo al completo…”. Li prendemmo tutti! E allora si creò una bellissima e coloratissima “macchina da guerra”: attori, cantanti, corpo di ballo, scenografi. E siccome la nostra era una scuola a indirizzo musicale fu inclusa anche l’orchestra. La impiegammo per la scena del circo in cui sfilava suonando, precedendo una fila di “teste” di animali realizzate dal professore Dicillo. Ma, nonostante i ragazzi riempissero abbondantemente tutti i comparti ancora ne restavano a disposizione. E così ci si inventò anche il ruolo di suggeritore, poi quello di assistente musicale (faceva, in pratica, partire le basi musicali al momento giusto). E ancora truccatrici, parrucchiere. Tanta roba.

Man mano che lo spettacolo prendeva corpo cominciarono ad avvicinarsi al progetto anche i genitori degli alunni. Se ne parlava. All’uscita di scuola, al bar, al supermercato. C’era un gran bel fermento nella comunità per qualcosa di nuovo, sconosciuto, mai visto. Immaginare i propri figli impegnati non nella solita recitina scolastica ma in un impianto scenico di circa due ore e mezza con un non stop di musica, danza, recitazione. Era emozionante già l’attesa.

Avevamo previsto di rappresentare il musical all’interno del Centro polifunzionale di Salice Salentino ma, con l’approssimarsi della data del debutto, cominciavamo a pensare che lo spazio sarebbe stato insufficiente a contenere non solo il pubblico che, tra genitori, parenti e amici, sarebbe stato numerosissimo. Ma lo spazio sarebbe stato insufficiente anche a contenere più di 60 ragazzi impegnati nella realizzazione dello spettacolo. I mezzi economici però erano quelli che erano… e pensare al noleggio di un palco, di una strumentazione, era cosa da escludere. Ed ecco di nuovo l’intervento dei genitori.

Mancavano pochi giorni al debutto e, con grande sorpresa, una delegazione di genitori propose una raccolta fondi tra loro per dividere le spese di noleggio del palco e della strumentazione affinché lo spettacolo si rappresentasse in esterno. Un gesto ammirevole anche perché, il loro intervento non si limitò solo a quello: il giorno del debutto si presentarono in massa per dare una mano nei montaggi, nella gestione dei vestiti, del trucco. La Piccola Luna, in realtà, non esisteva ancora. Ma quello che vedevo davanti agli occhi era una struttura organizzativa che preludeva a qualcosa di più grande rispetto al progetto scuola. Ancora non lo sapevamo ma era nata una Compagnia teatrale di Musical. Ma non solo una Compagnia intesa come gruppo di attori che autogestisce le sue produzioni. No, era molto di più. Una Compagnia capace di organizzare uno show da zero, in tutte le sue parti.

Quel giorno mi trovavo a chiedere ai genitori “tu cosa sai fare?” – “io so realizzare pitture” – “io me la cavo con chiodi e martello” – “io sono sarta” – “io sono parrucchiera”… Insomma, c’era tutto ciò che occorre per essere Compagnia che produce i suoi spettacoli.

Il primo cast della Compagnia

Con questa macchina organizzativa non poteva che essere un successo. E la sera del 12 giugno 2009 lo spettacolo andò in scena nell’area esterna antistante il Centro polifunzionale. Partenza! Tensione! Forza! Entusiasmo! E, infine… Successo! Andò tutto bene? Beh, certo che non proprio tutto! A pochi minuti dall’inizio fummo interrotti dai fuochi d’artificio perché passava una processione religiosa. Il colpo di scena finale, l’uscita di un piccolo Pinocchio trasformato bambino, fu bruciata da chi lo “buttò” in scena molto prima del momento clou. Insomma, ci fu qualche “evitabile” intoppo! “Ma tanto sono ragazzi”. È stata l’unica volta in cui ho accettato questa scusa. Ma nel suo complesso, lo spettacolo, fu un gran successo!

Pinocchio cominciò così. Un successo e una irrefrenabile voglia di rivederlo. Così, a grande richiesta, lo spettacolo fu replicato in piazza Plebiscito il 30 giugno, in occasione dei festeggiamenti per la Fiera della Madonna della Visitazione. E il successo si ripeté.

Da quel momento, da quel giugno 2009, non ci saremmo fermati più! A gennaio 2010, quei genitori che con tanta passione si erano catapultati sulla location per contribuire all’allestimento si ritrovarono intorno a un tavolo decisi e determinati: la compagnia doveva essere ufficializzata. Eravamo entusiasti e carichi di energia e di voglia di fare. Il 16 gennaio 2010 nacque così la Compagnia della Piccola Luna. Ah, diciamolo ancora… “perché Piccola Luna?”.. Quante volte ce lo siamo sentito chiedere. E la motivazione è un po’ romantica. La sera del 12 giugno 2009, alla prima rappresentazione, faceva capolino una piccola luna piena, proprio sopra il palco, la si poteva osservare di fronte, come sfondo a tutto ciò che stava succedendo sulla scena. E siccome la luna, nella storia di Pinocchio, è l’elemento magico che contribuisce alla trasformazione del burattino in bambino, beh.. non potevamo scegliere nome più appropriato: la Compagnia della Piccola Luna. 


Il lungo viaggio di Pinocchio

Il cammino di Pinocchio è stato ed è ancora lungo: in realtà non si è mai fermato. Sono cambiati gli attori, il cast, sono cambiate le scene, le musiche sono diventate più complesse e così le coreografie. Sono cambiate anche le persone che hanno curato gli aspetti tecnici. Ma Pinocchio cammina ancora. Abbiamo perso il conto delle repliche. Pinocchio è stato dappertutto: ha davvero fatto il giro d’Italia. La Puglia in primis anche con manifestazioni a scopo solidale e benefico (indimenticabile l’incontro con i bambini del reparto di oncologia pediatrica di Lecce o quello coi vecchietti ospiti della casa di riposo Villa Iris di Mesagne). Pinocchio è arrivato a Roma e a Firenze vincendo numerosi premi in vari concorsi nazionali.

La Compagnia  a Firenze (febbraio 2012)

A Pinocchio sono legati numerosi aneddoti e fatti curiosi. Come quella volta che, sul lungomare di Campo di Mare, appena aperto il sipario, alla prima strofa “C’era una volta un albero al vento…” si alzò, appunto, un fortissimo vento improvviso talmente forte da far volare via le scenografie e costringendoci a sospendere definitivamente lo spettacolo.

Ma l’episodio che più di tutti resterà nella nostra memoria ci porta a Caserta. Era il 17 aprile del 2015 e partimmo alla volta del Palasport di Caserta con un cast fortemente rimaneggiato al punto che, per il ruolo di Pinocchio, si dovette ricorrere a una ragazza! Sulla carta avremmo dovuto fare due matinée, 17 e 18 aprile. Eravamo così contenti anche perché avevamo organizzato le due giornate in modo da poter effettuare tutti insieme una visita alla famosa Reggia di Caserta. E così, finito il primo spettacolo, andammo tutti a pranzo, insieme all’impresario che ci aveva assoldato per le date. Notammo subito qualcosa di strano nel suo atteggiamento, distaccato e sulle spine. Durante il pranzo già cominciava a prospettare il rischio di non effettuare il secondo matinée, il giorno dopo, per motivazioni un po’ confuse e di difficile comprensione. E così, finito il pranzo si alzò dicendo “vado ad informarmi meglio sulla situazione per lo spettacolo di domani, ci vediamo più tardi al Palasport…”. Ebbene, dopo quella frase, non lo vedemmo più. Né quel giorno né mai.

Ci lasciò lì, con un pullman che ci doveva riportare via ma non avevamo i soldi per pagarlo. Con le spese organizzative (trasporto e montaggio scene) rimaste senza copertura. Abbandonati e con un carico di debiti sulle spalle. Dopo un primo momento di incredulità prese il sopravvento lo sconforto e la delusione per esserci imbattuti in una situazione che spesso è un argomento da film, da commedia: l’impresario che scappa con l’incasso lo abbiamo visto a volte in tv. La realtà invece ci toccò e ci colpì profondamente. A nulla valsero interventi di forze dell’ordine e ricerche varie. Dell’impresario non se ne seppe più nulla.

Alcuni artisti del nuovo cast

Dopo quel triste evento ci mettemmo un po’ a ritrovare fiducia nel mondo dello spettacolo. Ma alla fine ci rialzammo. Pinocchio è sopravvissuto anche a quello. Pinocchio è sopravvissuto anche al cambio generazionale del cast. Nuovi ragazzi hanno sostituito il cast originale, dismesso a causa delle partenze per le università. E ancora oggi Pinocchio va in scena (o almeno fino all’arrivo della Covid-19) sia nei teatri che nei villaggi turistici.

E, ne siamo certi, sopravviverà anche a questo triste momento. Siamo sicuri che Pinocchio tornerà a viaggiare. Perché quella è la sua natura. Arrivare dappertutto, ovunque si cerchi una favola, un sogno e una speranza.

Buon cammino, burattino!

Giancarlo Scardia

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