Rubrica/Guardiamoci attorno - 26 Mar 2022

Lecce, da recuperare l’antico muretto a secco dell’ex monastero degli Olivetani


Spazio Aperto Salento

Non fosse altro perché nel nucleo urbano di Lecce è fra i pochi muretti a secco rimasti ancora in piedi, andrebbe inserito nell’elenco delle “Cose buone”. Ma poiché lo stato in cui versa, senza un’adeguata manutenzione, rischia di peggiorare le cose, nella speranza di un pronto intervento, lo inseriamo in quello delle “Brutture”.

In quanto ad omogeneità, d’altra parte, il muretto in questione, di brutture ne ha più d’una, ed hanno a che fare con un paio di parti prossime alla caduta, e molte altre contraddistinte dalla mancanza di pietre. Nel senso, cioè, che in alcuni, molti punti, l’altezza non è unica, bensì articolata. Essa è per così dire altalenante, ed in alcuni tratti, la differenza è prossima al mezzo metro.

Il muretto a secco che nella sua unicità resta comunque un’importante testimonianza dell’architettura rupestre di un tempo, corre a Lecce lungo la via San Nicola, dalla parte che costeggia, partendo dall’incrocio con via Vespasiano Gennino, dapprima il parcheggio, quindi il giardino, ed infine un lato dell’ex complesso monastico dei padri Olivetani, oggi sede universitaria.

Il suo cammino si sviluppa per quasi cinquecento metri, sino al muro di cinta del Cimitero Antico, a ridosso del quale si stagliano le prime fra le antiche Cappelle. Lungo tale cammino, esiste un bell’Arco in pietra leccese, anch’esso datato, che un tempo doveva costituire un ingresso di primo piano allo stesso ex monastero. Oggi è chiuso con pietre quasi certamente prelevate dal muretto a secco che lo circonda, e nel frattempo è stato ampiamente coperto dall’edera che cresce spontanea.

Oltre a questo, evidentemente antico, ce n’è un altro ricavato fra due colonne di recente fattura ma chiuso da un cancello di ferro, dal quale spuntano i fili elettrici che avrebbero dovuto illuminarlo con un lampione e renderlo pure automatico. Altri due, fatti invece di solo metallo, e che anche per questo non sono belli a vedersi, inseriti come sono nel contesto del muretto, sorgono più avanti, in direzione del suddetto Cimitero Antico.

Per tornare all’incrocio con via Gennino, che in realtà dovrebbe essere Genuino, dacché tale era il cognome dello scultore al quale è intitolata, è inoltre da dire, che a furia di sbatterci contro, le auto hanno letteralmente demolito la parte iniziale del marciapiede e del cordolo che la racchiudeva.

Inutile aggiungere, che per la sicurezza di auto e soprattutto pedoni, oltre che di decoro in quanto prossimo all’ingresso della sede universitaria e poco oltre del Cimitero Monumentale, il marciapiede andrebbe al più presto ripristinato, così come al più presto sono necessari gli interventi di sistemazione generale del muretto a secco.

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Foto in alto: Un tratto pericolante del lungo muretto a secco (© T.B.)

 

L’antico Arco chiuso ed aggredito dall’edera (© T.B.)

L’imbocco di via san Nicola dall’incrocio con via Gennino (© T.B.)

 

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