La seicentesca chiesa attende da quindici anni la rimozione delle gabbie che "coprono" la facciata
Almeno il Sagrato è stato pulito. Dagli escrementi dei piccioni, che al riparo delle gabbie che da ben quindici anni oscurano l’intera facciata barocca della chiesa del Rosario a Lecce, la fanno da padroni. Le operazioni di pulizia, si devono al Priore Antonio Orioli della Confraternita San Giovanni Battista della seicentesca chiesa, costruita su progetto dell’architetto leccese Giuseppe Zimbalo (1620-1710). Aiutato da uno dei partecipanti ai progetti curati dal referente religioso della Curia arcivescovile, monsignor Giancarlo Polito, il Priore si è armato di scopa e paletta, ed ha rimosso le non poche feci depositate nel tempo dai volatili. Queste ultime, si trovavano soprattutto agli angoli delle rientranze della parte bassa della facciata, anch’esse chiuse da reti metalliche, sostenute da paletti in alluminio. Indisturbati, lì i piccioni hanno depositato le deiezioni, che per la posizione in cui si trovavano, erano davanti agli occhi dei turisti, che entrando dall’antica Porta Rudiae, s’imbattono proprio nella chiesa del Rosario, da molti ritenuta fra le più belle del capoluogo salentino.
Al riparo delle reti, gli uccelli torneranno sicuramente a sporcare, ma per qualche settimana almeno, il Sagrato si presenterà pulito. Per fortuna, gli escrementi depositati sulla parte alta della facciata, non sono a vista, perché essa è letteralmente chiusa da grossi pannelli in ferro, a suo tempo installati per contenere l’eventuale caduta di piccoli pezzi di pietra leccese, dovuta al processo di sfarinamento. Finiti i lavori di restauro, compresi quelli per evitare lo sfarinamento della pietra, le gabbie sono ancora al loro posto, e mano a mano sono diventate terra di conquista dei piccioni. Inutile aggiungere, che per allontanare gli uccelli, è tempo di rimuoverle. Ma volatili a parte, vanno rimosse soprattutto per restituire ai leccesi ed ai turisti, il sontuoso prospetto del Rosario.
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Foto in alto: priore ed aiuto intenti a pulire il Sagrato (© T.B.)
In primo piano una delle gabbie (© T.B.)
Turisti davanti all’ingresso del Rosario (© T.B.)
“Guardiamoci attorno”:
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