Arte contemporanea - 08 Mag 2022

Al Must di Lecce le opere dello scultore salentino Francesco De Matteis

La mostra sarà inaugurata  venerdì 13 maggio, alle ore 18.30. È  stata promossa dal Museo Storico della Città di Lecce e dal Laboratorio Territorio, Arti Visive e Storia dell’Arte Contemporanea (Tasc). Potrà essere visitata fino al 13 settembre 2022


Spazio Aperto Salento

A Lecce in mostra le opere dello scultore Francesco De Matteis. L’esposizione monografica, di rilevanza artistica-culturale non solo regionale, sarà inaugurata venerdì 13 maggio, alle ore 18.30, nelle sale al piano terra del Museo Storico della Città di Lecce (Must). Le sculture di De Matteis (1852-1917), artista leccese che fece grande fortuna a Napoli, saranno presentate “in sede scientifica”, grazie alla collaborazione del Must con il Laboratorio Territorio, Arti Visive e Storia dell’Arte Contemporanea (Tasc) del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento.

La mostra, che potrà essere visitata fino al 13 settembre (da martedì a domenica, dalle 10 alle 21), è curata da Claudia Branca, direttrice del Must e ideatrice dell’allestimento, e da Massimo Guastella, responsabile scientifico del Tasc. Quest’ultimo ha curato anche il catalogo (Edizioni Grifo), realizzato con interventi dello stesso Guastella, di Isabella Valente, di Federica Coi, di Diego Esposito e di Lia De Venere, nonché con apparati a cura di Rosanna Carrieri, Erika Presicce, Alessia Brescia e Alessandra Roselli.

“Il progetto espositivo – viene spiegato dagli organizzatori – si compone di 52 opere che comprendono prevalentemente sculture in bronzo o terracotta e un paio di bozzetti. L’iniziativa mira ad inquadrare dialetticamente la produzione di De Matteis nell’ambito dei comuni linguaggi e delle poetiche espresse nel vasto panorama della cultura artistica verista contemporanea”.

“Sono molto orgogliosa di questa mostra retrospettiva – dice Fabiana Cicirillo, assessora alla Cultura – organizzata al Must in collaborazione con il Dipartimento di Beni culturali dell’Università del Salento, curata da Massimo Guastella. È arrivato il momento che Lecce si riappropri della memoria di questo scultore, famoso anche per la maestria nell’arte della decorazione, che ha trovato fortuna lontano da casa ma è riuscito, con le sue opere tanto apprezzate, ad arrivare fino a noi. Considero questa mostra un’operazione di grande valore culturale perché permette a tutti, appassionati e non, di scoprire o conoscere meglio la figura, la vita e l’arte di De Matteis e permette a noi di arricchire, con una chicca preziosa, la proposta d’arte del nostro Museo Storico cittadino nei mesi turisticamente più forti dell’anno”. (r.f.)

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NOTA BIOGRAFICA

Francesco De Matteis nacque a Lecce il 25 febbraio 1852, e dopo i primi rudimenti nelle botteghe leccesi (presso il laboratorio della cartapesta di Achille De Lucrezi) avviò i suoi studi a Napoli, frequentando l’Istituto di Belle Arti, dove si stabilì inserendosi in quel cenacolo artistico che era solito riunirsi tra l’antico Caffè d’Europa e il Gambrinus. Soggiornò brevemente anche a Parigi, per fare ritorno nella città partenopea. Non amava l’arte monumentale e la statuaria di grande formato, prediligendo un filone narrativo paesano e bozzettistico. Le sue vivaci operine erano singole figure o gruppi suggeriti da spunti e personaggi colti tra i vicoli napoletani: scugnizzi che giocano, bande di musici di varie composizioni (Piedigrotta) e suonatori di chitarra o mandolino, venditori, acquaiole, pagliacci e attrazioni circensi o toreri vagheggiati, oggi presenti in raccolte pubbliche (nel territorio salentino: Must e Museo Castromediano di Lecce, Pinacoteca Giannelli a Parabita) e private italiane.  

La sua produzione si caratterizza per una personale cifra stilistica, espressa in terrecotte e bronzetti, già al suo tempo contesa da amatori, collezionisti e mercanti d’arte. Fece ritorno per un breve periodo a Lecce, dedicandosi nella città d’origine all’attività decorativa, svolta nei palazzi Carrozzini e Garzya–Famularo, e alla realizzazione del busto di Gioacchino Toma che fu inaugurato nel 1898. Minato dall’inconsolabile dolore per la perdita dell’unica figlia, si sottrasse alla vita pubblica nell’ultimo ventennio della sua vita. Morì a Napoli nel 1917.

La prima nota critica su De Matteis la compilò Enrico Giannelli che, nel suo volume “Artisti napoletani viventi” (1916), riservò all’artista salentino un breve profilo biografico e artistico, sulla sua formazione, sulla partecipazione alle pubbliche esposizioni, con le commissioni e un primo elenco della produzione scultorea. Così scriveva Giannelli :”Le sue piccole figure, i suoi gruppetti deliziosi, riproducenti quasi tutti costumi napoletani, avevano una caratteristica speciale, erano riconosciuti anche da lontano, a prima vista, senza bisogno di dare uno sguardo alla firma”.

 

In foto: Francesco De Matteis, Ritorno a Piedigrotta, bronzo, 1899 ca, Must Lecce