Dopo l’audizione di oggi in V Commissione regionale Ambiente intervengono Pagliaro, Amati ed amministratori comunali
“Depuratore di Porto Cesareo: tramonta l’ipotesi di un’autorizzazione provvisoria della Regione allo scarico in battigia a Nardò come recapito finale, si affaccia l’esigenza di una delibera di Giunta regionale che definisca la scelta”. È quanto riportato dall’Agenzia di notizie (n. 1901) del Consiglio regionale della Puglia, a conclusione della nuova audizione in quinta Commissione regionale Ambiente, svoltasi questa mattina in videoconferenza, sul tema riguardante il depuratore di Porto Cesareo, ultimato da tempo ma non ancora entrato in funzione.
La riunione, che segue il sopralluogo della scorsa settimana presso la struttura (avvenuto con la partecipazione di tecnici della Regione e dell’Aqp), è stata richiesta dai consiglieri regionali Paolo Pagliaro, capogruppo de “La Puglia Domani”, e Fabiano Amati, presidente della Commissione regionale Bilancio. L’esito dell’audizione, da quanto emerge dalla presa di posizione dei due esponenti politici regionali e di amministratori comunali, ha sollevato non pochi disappunti. Nel corso della giornata sono stati registrati interventi, oltre che di Pagliaro e Amati, anche del sindaco di Porto Cesareo Silvia Tarantino e dell’assessore comunale Eugenio Sambati.
Pagliaro fra l’altro afferma: “Scrivere la parola fine su una vicenda paradossale che tiene in ostaggio la comunità di Porto Cesareo, da 42 anni in attesa della rete fognaria. Era questo che ci aspettavamo oggi. Ma l’esito dell’ennesima puntata di quella che è diventata un’amara telenovela – continua – è stato un nuovo rinvio, anche se indorato dall’annuncio del rilascio entro dieci/quindici giorni della tanto sospirata delibera di Giunta regionale che dia il via all’autorizzazione provvisoria per l’attivazione dell’impianto. Un annuncio che è solo l’ultimo di una lunga serie. Ora spunta una nuova idea progettuale dell’Aqp, una soluzione ponte da approfondire in Regione prima di essere condivisa con le Amministrazioni interessate dal recapito del depuratore: Porto Cesareo e Nardò. Ma, in ogni caso, a questa delibera dovrà seguire una nuova procedura autorizzativa, che comporterà tempi lunghi. E poco consola la garanzia, giunta oggi dai funzionari di Regione e Aqp, che gli allacci del depuratore ad un primo blocco di 600 utenze già censite cominceranno subito dopo il via della Giunta, senza dover attendere la fine dell’iter autorizzativo. In ogni caso, l’impianto di depurazione non potrà essere messo in funzione prima della primavera 2022. Ecco perché, nella prossima audizione sul tema, da convocare fra due settimane, ho chiesto che ci sia la parte politica: l’assessore Piemontese e il presidente Emiliano”.
“Si continua a inquinare allegramente e consapevolmente il suolo e il mare di Porto Cesareo e Nardò – dichiara fra l’altro Amati – nonostante sia tutto pronto per depurare i reflui. E tutto ciò per una sciatta gestione amministrativa, orientata a supportare opinioni politiciste fondate sul federalismo dei liquami, cioè ognuno si tratti e smaltisca i suoi, senza accorgersi che alla fine si infliggono danni alla salute, all’ambiente e alla produzione turistica. Oggi ci ritroviamo a prendere atto che la soluzione consentita è precisamente quella che si doveva perseguire quattro anni fa, cioè lo scarico in battigia, o in alternativa quella individuata undici anni fa, cioè la condotta sottomarina”.
Sul nuovo “intoppo”, il sindaco Tarantino e l’assessore Sambati, aggiungono: “È incredibile che ancora oggi, a distanza di decenni dall’avvio dei lavori per la realizzazione della rete fognaria di Porto Cesareo, si stia ancora a discutere di cavilli burocratici, di autorizzazioni ambientali ripetutamente richieste, senza capire la situazione assurda in cui si trova la comunità di Porto Cesareo. Oggi, all’esito della Commissione, abbiamo compreso soltanto una cosa, che all’orizzonte immediato non c’è nessuna autorizzazione provvisoria allo scarico e che i tempi si allungano ancora e sempre di più. Si è parlato della prossima stagione estiva, cioè tra un altro anno. Porto Cesareo non ne può più di questa storia infinita, chiediamo a tutti i salentini e ai pugliesi, che hanno a cuore le sorti del nostro territorio, di sostenerci ed aiutarci, in una storia che sta diventando sempre più paradossale ed inspiegabile”.
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