Cultura - 04 Dic 2022

“Carri, chiacchiere e titori”, lo storico Carnevale di Gallipoli in un libro di Albahari

L’opera sarà presentata martedì 6 dicembre, alle 17.30, nell’Aula magna dell’Istituto comprensivo Polo 2


Spazio Aperto Salento

La storia dell’antico Carnevale di Gallipoli in un corposo libro, supportato da un invidiabile corredo fotografico. Ne è autore Giuseppe Albahari, storico corrispondente dalla “Città Bella” della Gazzetta del Mezzogiorno,  che – va subito detto – lo ha dato alle stampe dopo un lavoro certosino, durato un non trascurabile numero di anni. Il volume (Edizioni “Puglia&Mare”, Gallipoli, novembre 2022), dal titolo: “Carri, chiacchiere e titori”, verrà presentato al pubblico ed alla stampa, martedì 6 dicembre 2022 alle ore 17.30, nell’Aula magna dell’Istituto comprensivo Polo 2, ubicato nella piazza Carducci della stessa Gallipoli. All’evento hanno assicurato la partecipazione il sindaco Stefano Minerva e la presidente dell’Associazione “Puglia&Mare”,  Alessandra Bray. Ospite della serata, l’alfiere delle gag mutuate dai personaggi della vecchia Gallipoli, Vata Barba. A dialogare con l’autore, provvederà invece la giornalista Eleonora Tricarico.

L’interessante e suggestiva  narrazione, prende il via dalle focareddhe, i piccoli falò che, nella giornata del 17 gennaio,  segnano l’inizio del Carnevale. Una Festa dedicata alle Maschere, pronte a girare in lungo ed in largo fra le stradine ed i vicoli del centro storico, tirando avanti, spesso anche in piena notte, sino a quando il funerale di Titoru, omologo del Paulino a Lecce e nei paesi della Grecìa Salentina, metteva la parola fine ai giorni di baldoria, alcuni dei quali culminanti con i veglioni, vere e proprie feste danzanti, aperte a grandi e piccini. Nel libro, sostenuto dalla già citata associazione “Puglia&Mare”, di cui Albahari è il direttore, dal Comune e dalla Pro Loco, l’autore dedica anche uno spazio al rito della Pentolaccia, una sorta di gioco d’impronta priapesca, che nel Carnevale era evento inserito a pieno titolo e che non è escluso trovi analogie con la ben più antica tradizione delle Maschere napoletane.

Il tema centrale e per certi versi più accattivante di “Carri, chiacchiere e titori”, è rappresentato dalle famose sfilate dei Carri di cartapesta, a cominciare dal primo anno della loro comparsa, il 1954, al 2022 che sta per salutarci. Di essi, il giornalista gallipolino ideatore ed organizzatore della “Settimana della Cultura del Mare”, descrive la tecnica usata dai maestri artigiani, e non tralascia di indicare i fautori dei personaggi da rappresentare nei Carri allegorici, nonché gli organizzatori ed i Premi assegnati agli uni ed agli altri. Non solo, ma dà pure voce ai periodi di crisi dell’atteso evento, ed alle irrinunciabili rinascite, in testa quella del 1979, innestata sul Carnevale di quartiere della parrocchia di San Gerardo Maiella.

Lelio Sciuscio, Re Carnevale (1956)

Per tornare ai maestri artigiani, nel lavoro, patrocinato da Mediamorfosi Strategie di comunicazione e Gazzetta del Mezzogiorno, Albahari ricorda uno ad uno i cartapestai che hanno dato lustro al Carnevale della città dello Jonio: dai  gallipolini veraci ai provenienti dai centri vicini, nonché le Maschere e chi anno dopo anno le ha presentate in occasione delle sfilate, ogni volta salutate da ospiti di riguardo. Al pari dei Carri allegorici, il “pezzo forte” del libro, è costituito dalla carrellata delle fotografie, che illustrano quasi tutti i Carri che hanno impresso il proprio nome nell’Albo d’oro, per un totale, assieme agli altri Carri e Maschere partecipanti, di quasi 300 immagini.

Nella presentazione del volume, per la cui stesura, prezioso si è rivelato il ricorso all’Archivio Storico della Gazzetta del Mezzogiorno, il sindaco Minerva, scrive: “Il libro rappresenta una fondamentale testimonianza e valorosa memoria delle nostre radici artistiche e cittadine, delle persone che hanno costruito nei decenni una vera e propria fortezza di cartapesta. E se oggi questa narrazione è possibile, è perché Giuseppe Albahari, memoria fedele della nostra città e narratore preciso della nostra identità, ha dedicato tempo e cura per restituire a tutti una parte della storia, la nostra”. E nella prefazione, la giornalista Gloria Indennitate, firma di primo piano della Gazzetta del Mezzogiorno: ”Gallipoli è stata e sempre sarà tanto e di più. Non solo mare, non solo borgo antico, non solo corso Roma. Non solo vento di scirocco o tramontana… Leggere Carri, chiacchiere e titori sul Carnevale di Gallipoli o altri libri scritti in precedenza da Giuseppe Albahari sui camerini, sul Lido San Giovanni e sulla tonnara, significa comporre un mosaico per far conoscere la Signora dello Jonio all’universo di visitatori della città e a chi per motivi anagrafici ignora queste realtà di cui era mancato il racconto. Ora Gallipoli dispone di questi racconti. Si sarebbe altrimenti rischiata la perdita di una memoria collettiva che non è solo l’unione di tante memorie personali, ma il tessuto connettivo di tante piccole storie che rendono vitale la propria piccola patria”.

Quanto alla presidente di “Puglia&Mare”, Alessandra Bray, ha così commentato; “L’associazione, che ha nella sua mission la salvaguardia non solo del mare, ma anche della memoria storico-culturale del territorio, è orgogliosa di editare un libro che riveste grande importanza per Gallipoli, perché la storia del Carnevale va oltre gli episodi che la compongono e contiene in sé riflessi di carattere economico, folkloristico e sociale che assumono infine, nella maschera di Titoru, il valore di metafora della vita”.

Toti Bellone
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Giuseppe Albahari, classe 1946, è nato a Gallipoli. Già funzionario dell’Area tecnica della Asl Lecce, ha coltivato la passione per la scrittura fino da studente collaborando alla redazione di giornali scolastici e, dal 1963 al 1966, al periodico “18° Meridiano”. Giornalista pubblicista dal 1982, direttore e collaboratore di numerose pubblicazioni periodiche, attualmente dirige la rivista “Puglia & Mare” e dal 1979 collabora con “La Gazzetta del Mezzogiorno” curando le corrispondenze da Gallipoli. In qualità di operatore culturale, ha organizzato manifestazioni di vario genere e dal 2012 dirige “La Settimana della cultura del mare”, di cui è ideatore. Come scrittore è presente in diverse antologie, ha firmato la prefazione di decine di volumi d’arte, poesia e demologia, di cui è appassionato cultore, ha curato le edizioni di alcuni cataloghi d’arte ed ha pubblicato una quindicina di libri. Gli sono stati attribuiti riconoscimenti per le attività letteraria, giornalistica e fotografica.

 

Foto in alto: Antonio Pisanello, Sport e follia, Scuola Tecnica Industriale (1962). Sotto: la copertina del libro