Nuove proteste del movimento di cittadinanza attiva LeccePedala: “Così non c’è più spazio sicuro per i ciclisti”
Ancora proteste del movimento di cittadinanza attiva “LeccePedala” dopo la rimozione della corsia ciclabile da viale XXV Luglio, in pieno centro. Con una nuova nota, diffusa oggi 3 agosto 2024, l’associazione rappresentata da Adriana De Carlo e Andrea Alba (portavoce), sollevano nuovi “dubbi” sull’iniziativa dell’Amministrazione comunale di Lecce. Quest’ultima, nei giorni scorsi, ha fra l’altro fatto sapere che l’intervento è stato realizzato con l’obiettivo “di garantire sicurezza a tutti gli utenti della strada” e che la “pista ciclabile non è affatto stata eliminata ma soltanto trasferita sul lato destro di viale XXV Luglio, delimitata dalla striscia bianca”. Da qui la nuova “ferma” contestazione di LeccePedala. Il movimento, infatti, ritiene che “sta comparendo un itinerario ciclabile che mette insieme la corsia per gli autobus e i marciapiedi, con un rischioso attraversamento ciclabile a pochi metri dal semaforo, fantasiosi tratti a zig-zag e il conflitto pedoni-ciclisti; un vero percorso a ostacoli che non tutela la sicurezza di chi ha scelto la bici per muoversi e non si armonizza con la rete ciclabile della città”
«Preoccupano non poco – affermano Adriana De Carlo e Andrea Alba – la superficialità e l’approssimazione con le quali si è passati dall’annunciare come già realizzata una soluzione alternativa impraticabile (“eliminare i cordoli e individuare la pista ciclabile sul lato destro, evidenziata solo da una striscia continua sull’asfalto”, come recitano le testuali parole del comunicato diffuso dal Comune) al realizzare un percorso promiscuo con bici, autobus, taxi e mezzi autorizzati e su stretti marciapiedi dove non sarà facile la convivenza con i pedoni, creando nuove criticità”.
“Nel primo tratto tra il rondò al termine di viale De Pietro e l’inizio della corsia per i bus e i taxi, dunque giusto nel tratto più trafficato e pericoloso – si legge nella nota sottoscritta da De Carlo e Alba – non ci sarà neanche un minimo di protezione, ma solo una striscia bianca a terra, quindi facilmente valicabile da qualsiasi auto. Sulla corsia promiscua di viale XXV Luglio, i ciclisti gioco forza saranno spinti a pedalare sulla destra rischiando di andare a finire sul basolato scivoloso, peraltro in un tratto dove il traffico di autolinee urbane è particolarmente intenso con sei/sette linee. L’attraversamento ciclabile subito dopo il Politeama creerà un rischioso conflitto tra i ciclisti con diritto di precedenza e gli automobilisti in fase di accelerazione dopo il semaforo: i ciclisti avranno contemporaneamente il verde dal semaforo insieme alle automobili e dieci metri dopo l’obbligo di attraversare la strada sull’attraversamento ciclabile, tagliando il percorso delle stesse automobili, per continuare a stare sulla pista: un assoluto non senso. Più in là sul marciapiede di viale Marconi l’assurdo percorso a zig-zag (con ben 6 svolte a gomito in meno di 50 metri) creerà un conflitto pedoni-ciclisti (peraltro non essendo la pista in sede propria, e dunque non essendo obbligati a seguire quel percorso, è facile prevedere che molti ciclisti opteranno per un percorso più lineare e scorrevole andando in strada)”.
“Sono tutti interventi – continuano De Carlo e Alba – che denotano un’assenza di visione che non promette nulla di buono nel governare lo sviluppo di una rete ciclabile funzionale per la città, con diversi cantieri aperti e finanziamenti da utilizzare. È del tutto evidente che chi ha partorito queste soluzioni non ha preso minimamente in considerazione le esigenze dei ciclisti e forse non si è mai avventurato a pedalare in città. Nell’attesa di vedere come si realizzerà il paventato intervento sull’intersezione tra via Garibaldi e via Piave (anche questo intervento sarà deciso senza nessun confronto con le associazioni dei ciclisti?), si ignorano altri punti critici proprio come sulla stessa via Garibaldi dove le auto parcheggiano bellamente, anche 24 ore su 24, su un tratto di pista ciclabile importante come ultimo anello che congiunge le periferie al centro. Il risultato – concludono – è una soluzione pasticciata che non aumenta lo spazio per le auto (su via XXV Luglio una corsia c’era e una corsia c’è) e sottrae sicurezza ai ciclisti, ma perpetua il fenomeno del parcheggio selvaggio (con le conseguenti multe a singhiozzo) e alimenta il già congestionato traffico automobilistico in una città che ha 72 auto ogni centro abitanti e sopporta già il peso di ben 108mila auto di pendolari ogni giorno”. (red.)
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