Lecce - 24 Mar 2023

“Giuseppe Casciaro e gli amici salentini”, mostra d’arte nella Fondazione Palmieri


Spazio Aperto Salento

Alcuni sconosciuti, altri noti, tutti accumunati dalla frequentazione, a Napoli, dello studio d’arte del paesaggista Giuseppe Casciaro, autore di splendidi scorci delle coste campana e salentina, ma anche di delicate “nature morte”. Sono i pittori di Terra d’Otranto attivi soprattutto tra la fine dell’Ottocento ed i primi decenni del secolo successivo, che lo studioso d’arte Valerio Terragno, leccese, ha riunito nella Mostra dal titolo: “Giuseppe Casciaro e gli amici salentini”, che verrà inaugurata alle ore 18.30 di sabato 25 marzo. Sino a giovedì 14 aprile 2023, e dunque a cavallo delle festività di Pasqua, trentuno fra tele ed acquerelli, potranno essere ammirati nell’ex chiesa di San Sebastiano, oggi sede della Fondazione Palmieri, ubicata al civico 15 di vico Dei Sotterranei, nel cuore del centro storico del capoluogo salentino. Tutti i giorni dalle ore 10.30 alle 13 e dalle 16.30 alle 20.30, gli orari di apertura al pubblico (per info: 338-4726176).

Assieme a sette tele del maestro Casciaro (Ortelle 1861, Napoli 1941), la Mostra ne presenta quattro di Paolo Emilio Stasi (Spongano 1840-1922), che fu anche valente archeologo (a lui si deve la scoperta della grotta preistorica Romanelli di Castro Marina), ed una a testa del verista Egidio Tonti (Presicce 1887, ?) e del vedutista Gustavo Ruggiero Urro (Alessano 1894, Lecce 1958), mentre le restanti diciotto sono dell’innovativo paesaggista Giulio Pagliano (Gallipoli 1882-1932), del post-impressionista ispiratosi a Paul Cézanne e Pierre  Bonnard, Vincenzo Ciardo (Gagliano del Capo 1894-1970), dell’asso delle “nature morte”, Michele Palumbo (Calimera 1874-1949), della raffinata pastellista Rita Franco (Lecce 1888, Napoli 1986), e del paesaggista di gusto ottocentesco Gaetano Giorgino (Lecce 1904-1977).

Se tele di Pagliano, Ciardo, Palumbo, Giorgino, e dello stesso Casciaro, sono state presentate in passato in altre Mostre curate da Terragno, da anni impegnato nell’opera di diffusione e conoscenza dei pittori di casa nostra, l’occasione fornita da “Giuseppe Casciaro e gli amici salentini”, è propizia per vedere dal vero opere raramente esposte nel corso dei decenni. Fra queste, quelle di Stasi e Rita Franco, per non dire di Tonti, del quale non si conoscono neppure luogo e data della morte (emigrato negli Stati Uniti nel 1922, prima di far perdere le tracce, ricomparve in Italia, a Roma, solo negli Anni Cinquanta del secolo scorso), e di Urro, la cui unica esposizione leccese risale addirittura al 1939.

Proprio di Paolo Emilio Stasi, fu allievo Giuseppe Casciaro, la cui prima formazione avviene nell’Istituto delle Belle Arti di Napoli, sotto la guida di un altro salentino, Gioacchino Toma (Galatina 1836, Napoli 1891), e dello scultore Stanislao Lista (Salerno 1824-1908). Successivamente, sempre nel capoluogo campano, fu allievo di Domenico Morelli (Napoli 1823-1901) e di Filippo Palizzi (Vasto 1818, Napoli 1899). Dall’abruzzese Francesco Paolo Michetti (1851-1929), apprese invece la difficile tecnica del pastello, che via via affinò, assieme a quella dell’olio, nel solco del paesaggismo napoletano ottocentesco unito alla lezione dei post-impressionisti francesi.

Toti Bellone
© Riproduzione riservata

 

Foto in alto: la sede della Fondazione Palmieri. Sotto: alcune opere esposte

 

Giuseppe Casciaro, Paesaggio con figure, pastello su carta cm 25×36

Gustavo Ruggiero, Paesaggio con contadino, olio su tavola, 1930 ca, cm 26,2x 37,5

Rita Franco, Marina, pastello, cm 25×32