Martina Franca - 24 Mar 2022

I satiri e le bugne di palazzo Magli


Spazio Aperto Salento

Il portale con bugne a cuscino del palazzo Magli – Blasi – Lella, in via Cavour  25, a Martina Franca, propone, in maniera evidente, un esempio delle continue  stratificazioni verificatesi non solo nel centro urbano, ma anche  all’interno di ciascun edificio. Così come accadde ad esempio, non casualmente, per la chiesa di Santa Maria della Purità quando, nella seconda metà del XVIII secolo, due statue in stile barocco furono collocate sul timpano del portale della facciata costruita cento anni prima.

Tutte le residenze nobiliari del Seicento e del Settecento erano, in origine, case a corte che, in vari momenti, si erano trasformate, ampliate con nuovi piani, sino a divenire dimore decorose, dotate di ampi spazi, spesso di una galleria. Gli androni di accesso furono ridimensionati a causa delle nuove esigenze abitative. Quasi tutti i giardini cancellati. Queste residenze erano uno status symbol che andava, di tanto in tanto, rafforzato, ribadito con nuovi effetti speciali e abbellimenti. Anche l’aspetto esterno veniva sottoposto ad operazioni di restyling, di ammodernamento per testimoniare la condivisione delle nuove tendenze.

Facciate e portali del Seicento subirono modifiche,  a volte stridenti, capaci di modificare l’unità stilistica del primitivo impianto architettonico. È ciò che è accaduto, ad esempio, nel caso del portale del palazzo Magli – Blasi – Lella in via Cavour. Non fu l’unico, e nemmeno il primo, a subire trasformazioni, ma se il portale, sempre in bugnato, del palazzo Gioia – Blasi, in via Mazzini, non subì modifiche quando, nel 1730, fu sovrastato da balconi con logge in ferro battuto, secondo il gusto dell’epoca, non altrettanto avvenne per l’edificio di via Cavour quando, nel 1749, il proprietario dell’epoca fece apportare sostanziali modifiche al prospetto ampliando il primo piano,  facendo costruire balconi con ringhiere in ferro battuto.

Su un cartiglio fu incisa la data di questa ristrutturazione, il portale di accesso, in bugnato, fu modificato. I capitelli delle semi colonne che affiancavano l’ingresso furono eliminati e sostituiti da sculture raffiguranti due satiri. Al centro dell’arco a tutto sesto fu collocata una scultura raffigurante un putto nudo. Elementi di un nuovo stile venivano sovrapposti ad un linguaggio architettonico di epoca rinascimentale. Era il segno della condivisione del gusto barocco dilagante in città.

La pulizia apportata all’intero prospetto, agli inizi del 2022, ha fatto emergere la diversa natura delle pietre usate per le nuove sculture: un materiale più levigato,  meno corroso dall’azione del tempo, rispetto a quello delle bugne e delle altre due semi colonne che conservano i capitelli originari. È sufficiente osservare attentamente  i volti delle sculture e le superfici delle semi colonne per toccare con mano l’età differente delle pietre.

Una ulteriore riflessione relativa alla differenza dei linguaggi artistici presenti in questa opera architettonica permette di affermare che il rigore e la solidità manifestati dal portale in bugnato, la classicità sottolineata dalle colonne con i capitelli ionici (fine 500 – inizi 600), mal si concilia con il risvolto profano e  fantastico, mitologico e raccapricciante manifestato dai satiri  e dalla scultura al centro dell’arco a tutto sesto (metà 700). Non si giustifica, diversamente, il motivo per cui le due semi colonne più distanti dal portale hanno conservato il capitello ionico originario, mentre quelle più vicine al portale in bugnato ne sono state private.

Le sculture zoomorfe e sul concio centrale dell’arco svolgono la funzione di guardiani della soglia, sul limitare che separa il pubblico dal privato, l’umano dal divino, il caos dall’ordine, il razionale dall’irrazionale. Stili differenti, prodotti di culture diverse e lontane nel tempo, sono stati fusi in uno stesso manufatto architettonico, ma non sono stati generati, nello stesso momento, da un solo artefice.

 

                                                                                           Piero Marinò
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Foto in alto: La scultura di un satiro

 

Il portale in bugnato, Magli-Blasi-Lella

Un putto nudo al centro dell’ arco a tutto sesto del portale

Particolare di una delle due semi colonne ai lati del portale