Commento di Adolfo Starace al match di ieri sera, venerdì 2 febbraio
Un finale così può essere pensato e scritto solo nel copione di qualche folle sceneggiatore, tante sono state le palpitazioni che i tifosi giallorossi hanno dovuto patire in questa gara casalinga. Lecce-Fiorentina, al netto degli errori dei singoli, ha regalato 90 minuti di adrenalina pura che ha permesso ai giallorossi di allontanare qualche mugugno nell’ambiente e rimettere a posto una classifica che cominciava a dare qualche preoccupazione.
Sia ben chiaro, nulla ancora è stato fatto ma perlomeno la squadra si è sbloccata mentalmente dopo le esibizioni double face dell’ultimo periodo. Anche ieri, per la verità, abbiamo assistito ad una gara dai due volti: Lecce pressoché perfetto nel primo tempo, ma puntualmente sprecone e sfortunato ed altrettanto impacciato e calante nel secondo tempo quando gli avversari alzavano il ritmo delle giocate.
Abbiamo contato nella prima parte della gara almeno quattro palle gol a favore dei giallorossi con due clamorosi legni colpiti, occasioni che se sfruttate a dovere potevano già regalare un vantaggio cospicuo ed invece… Invece, succede che la Fiorentina nel secondo tempo, inserendo forze fresche, e dopo l’ennesima occasione buttata al vento da un generosissimo Krstovic, trova con un gran tiro di Mandragora il gol del pareggio assolutamente immeritato.
Il Lecce sbanda, ma al minuto 18 proprio… Banda ha un’altra occasione per rimettere le cose al posto, ma si fa ipnotizzare da Terracciano tirandogli addosso. Quattro minuti dopo, nel festival degli errori, anzi degli orrori, entra a pieno titolo anche Falcone che regala a pochi metri dalla sua porta un pallone che Beltran intercetta mettendolo dentro.
Poi rivoluzione operata da D’Aversa che corre ai ripari inserendo Piccoli per Oudin e Dorgu e Gonzalez per Kaba e Gallo ed infine Sansone per Banda. La svolta a pochi minuti dal termine: la dea bendata si ricorda anche del Lecce e dopo un legno colpito da Belotti e una conclusione errata da buona posizione di Nico Gonzalez accade il miracolo.
Prima Piccoli (ancora lui) pareggia al 90′ con un imperioso stacco di testa e poi, sulle ali dell’entusiasmo, Dorgu segna il gol del 3 a 2 dando un calcio alla paura e alle tante polemiche dei giorni scorsi.
Sottolineate l’importanza di questa vittoria è superfluo, cercare di trarre spunti per il futuro è invece di primaria importanza. Questa squadra può fare di più eliminando qualche sbavatura che in taluni momenti della gara permettono agli avversari di ribaltare il risultato.
D’Aversa deve lavorare sulla mentalità dei ragazzi, il Lecce rimane una squadra giovane che può solo migliorare con la convinzione di avere i mezzi necessari per giocarsela alla pari con tutti, come ampiamente dimostrato.
Il fattore casalingo rimane basilare per i giallorossi, ma ora occorrerebbe invertire la marcia anche fuori casa per staccare definitivamente il biglietto verso posizioni più sicure.
Adolfo Starace
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LECCE (4-3-3): Falcone, Baschirotto, Gendrey, Pongracic, Gallo (30′ st Dorgu), Kaba (30′ st Gonzalez), Blin, Almqvist, Banda (33′ st Sansone), Oudin (24′ st Piccoli), Krstovic. A disposizione: Brancolini, Samooja, Venuti, Touba, Rafia, Berisha, Burnete, Pierotti. Allenatore: D’Aversa.
FIORENTINA (4-2-3-1): Terracciano, Ranieri, Faraoni, Martinez Quarta (1′ st Milenkovic), Biraghi, Lopez, Sottil (20′ st Gonzalez), Nzola, Duncan (1′ st Mandragora), Bonaventura (1′ st Belotti), Beltran (31′ st Parisi). A disposizione: Kayode, Martinelli, Vannucchi, Comuzzo, Barak, Infantino. Allenatore: Italiano.
Marcatori: 17′ Oudin (L), 5′ st Mandragora (F), 22′ st Beltran (F), 45′ st Piccoli (L), 47′ st Dorgu (L)
Arbitro: Giua di Olbia.