La kermesse è prevista per l’inizio dell’estate 2022. Darà voce agli allievi e alle diverse forme d’arte
Giunge alla sedicesima edizione il Premio Nazionale delle Arti che avrà come sede della manifestazione l’Accademia di Belle Arti di Lecce, una grande opportunità per la realtà salentina, che la vedrà protagonista grazie a questo rilevante impegno organizzativo di livello nazionale.
Il Mur – Ministero dell’Università e della Ricerca – ogni anno sostiene le arti attraverso tale premio. Tutti gli studenti possono partecipare tramite bando, se regolarmente iscritti alle Istituzioni e ai corsi accreditati dall’AFAM, – Alta Formazione Artistica, Museale e Coreutica – un sistema che comprende: Conservatori statali, Accademie di Belle Arti (statali e non), Accademie di Danza e Arte Drammatica e altre istituzioni private autorizzate dal Ministero al rilascio di titoli.
Si tratta di un’iniziativa che interessa diversi settori: le arti figurative, digitali e scenografiche, le arti dello spettacolo, il design e l’interpretazione e composizione musicale, con una sottosezione riservata all’arte del restauro. Una manifestazione che ha, come obiettivo, quello di offrire un’opportunità di respiro nazionale a giovani artisti. Investire nelle arti equivale a contribuire all’arricchimento del patrimonio e artistico e creativo del nostro Paese, che ha una sostanziale importanza anche in termini economici, e al tempo stesso favorire la crescita individuale in relazione alla collettività.
A determinare la decisione del Mur, è stata l’idea progettuale innovativa e quanto mai attuale avanzata dall’Accademia di Lecce, il Created in Italy.
“Una proposta – spiega Nunzio Fiore, direttore dell’Accademia di Lecce – all’insegna della contaminazione tra la creatività delle giovani promesse artistiche delle accademie italiane e il territorio salentino: un’eredità preziosa ricca di ingegno e di energia”, nello specifico, i luoghi del quadrilatero di via Libertini con le diverse sedi, la Soprintendenza, il Conservatorio Sant’Anna, il Rettorato e le chiese del Vescovato.
Una rassegna, dal carattere diffuso, che trasformerà la città in uno spazio espositivo fruibile dal pubblico, sino a diventare “un palcoscenico di bellezza” come lo immagina Nicola Ciracì, presidente del consiglio dell’amministrazione dell’Accademia leccese. Un messaggio utile non solo a dimostrare le potenzialità degli allievi iscritti all’anno accademico 2020/2021 – protagonisti della XVI edizione – ma che serve a spronare giovani studenti nel proseguire la propria formazione in ambito territoriale, farli conoscere in questa esclusiva vetrina culturale.
Un corposo numero di opere si snoderà tra gli allestimenti, coinvolgendo il caratteristico centro storico della città e, in particolare, l’antico convento domenicano di S. Giovanni D’Aymo, adiacente alla chiesa di S. Giovanni Battista, che dal 1970 è sede dell’Accademia salentina. Si proporrà di formare una rete di connessione – che inviterà anche alla tutela del paesaggio urbano – in cui importanti edifici storici diverranno parte integrante di un’articolata ricerca artistica contemporanea.
C’è da chiedersi come mai, negli anni scorsi, nonostante l’indiscussa qualità del patrimonio storico-artistico e paesaggistico del territorio e la comprovata presenza di validi insegnanti e capaci artisti presenti nell’Accademia leccese, abbiano deciso di candidarsi per la prima volta solo quest’anno. L’Accademia barese, per esempio, già nel 2013 aveva ospitato la X edizione della rassegna ministeriale.
Non è di poco conto, a poco più di un anno di distanza dall’inizio della pandemia, e dinanzi ad un’Italia pronta a ripartire proprio dalla cultura, che sia stata avvertita fortemente la necessità di lanciare, con determinazione, l’idea di una Istituzione Universitaria per le arti visive che vuole concretamente superare questo momento tragico partendo proprio dalla creatività e innanzitutto dalle giovani leve, come emerge dalla visione suggerita dal presidente Ciracì.
Un’occasione, dunque che rinvigorisce il prestigio consolidato negli anni dall’Accademia di Belle Arti di Lecce, evidenziando il valore formativo e costruttivo delle arti. La kermesse prevista per l’inizio dell’estate 2022 darà voce agli allievi e alle diverse forme d’arte, dalle più tradizionali ai nuovi media, disseminate tra gli edifici barocchi della città di Lecce.
Oltre al MUR, che del Premio Nazionale delle Arti 2022, è principale promotore, finanziandolo con 45.000 euro, è interessante annotare la possibile collaborazione da parte di enti volontari, e la fermezza, espressa dal direttore Nunzio Fiore, di abbracciare l’intero territorio jonico-salentino come un unicum, partendo da una civiltà storico-artistica solida, che punta a una ricerca dallo sguardo al futuro, allo scopo di tutelare e valorizzare le peculiarità dell’offerta formativa del territorio, e anche – perché no? – optando di coinvolgere gli istituti superiori delle province di Lecce, Taranto e Brindisi.
Un ulteriore obiettivo che l’Accademia di Belle Arti di Lecce si è prefissata per questo rilancio del Mezzogiorno, è quello di volgere un particolare riguardo alla sottosezione dell’arte del restauro, sostenendo il progetto di un laboratorio diffuso di restauro, capitanato dall’UniSalento.
È tempo di ripresa per l’Accademia di Belle Arti di Lecce, che, nel prossimo settembre festeggerà il sessantesimo anniversario, – ricorso nell’anno precedente, ma non celebrato a causa dell’emergenza Covid – fu infatti istituita nel 1960, avviando una serie di progetti tra cui: una nuova biblioteca, una piccola galleria espositiva e l’istituzione HUB orientamento in collaborazione con l’ateneo leccese e il locale Conservatorio. Che culmineranno nel 2022, in occasione del Premio Nazionale delle Arti, nel mese di giugno.
Alessia Brescia
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Foto in alto: Accademia Belle Arti, Lecce
Nunzio Fiore, direttore dell’Accademia
Nicola Ciracì, presidente del Consiglio di Amministrazione