Produzione vinicola d’eccellenza - 10 Feb 2022

“Il riconoscimento Docg ad una tipologia di vino per elevare ulteriormente il prestigio della Doc Salice Salentino”

Proposta dell’imprenditore salentino Piernicola Leone de Castris. Il presidente del Consorzio di Tutela Damiano Reale: “Come Consiglio di amministrazione riteniamo che l’ipotesi vada approfondita”


Spazio Aperto Salento

La storica Doc “Salice Salentino” arricchita anche da tipologie di vino Docg. È la proposta di Piernicola Leone de Castris, titolare dell’omonima antica Cantina salentina, per elevare ancora di più il prestigio di una produzione vinicola considerata fra le più importanti del Mezzogiorno e fra le Doc pugliesi più conosciute al mondo. Doc, come noto, è l’acronimo di Denominazione di origine controllata, mentre Docg è l’acronimo di Denominazione di origine controllata e garantita. Entrambe sono prodotte secondo quanto previsto da specifici disciplinari approvati con decreto ministeriale. La Docg, che è attribuibile a vini già riconosciuti Doc da almeno 7 anni “che  siano  ritenuti  di particolare pregio, per le caratteristiche qualitative intrinseche e per la rinomanza commerciale  acquisita” (art. 33 della legge 238/2016 – Testo unico del vino), assicura massima garanzia produttiva e di controllo. La Doc Salice Salentino, istituita nel 1976, vanta ben 9 tipologie di vino; bianco (anche spumante); rosato (anche spumante); rosso (anche con menzione riserva); Negroamaro (anche con menzione riserva); Negroamaro rosato (anche spumante); Pinot bianco (anche spumante); Fiano (anche spumante); Chardonnay (anche spumante); Aleatico (anche riserva, dolce, liquoroso dolce, liquoroso riserva). La proposta di Leone de Castris, già presidente del Consorzio di Tutela dal 2002 al 2009 e attuale vicepresidente nazionale del gruppo vini di Federvini, è quella di elevare a Docg una-due etichette della Doc Salice Salentino, esattamente come già avvenuto per le Doc Primitivo di Manduria (Dolce naturale Docg) e Castel del Monte (Bombino nero Docg). Sottoposta all’attenzione di Damiano Reale, attuale presidente del Consorzio di Tutela del “Salice Salentino”, l’ipotesi apre un dibattito fra gli operatori.

 

Piernicola Leone de Castris

“Penso – dice Leone de Castris – che sia utile cominciare a pensarci in maniera seria. Tutti sappiamo che è un iter lungo. La Doc Salice Salentino è senz’altro una delle più importanti del Sud d’Italia, non soltanto della Puglia. È una Doc storica che, a mio avviso, deve essere ancora di più valorizzata e, senza nulla togliere a quello che esiste adesso nel disciplinare, si può certamente valutare la possibilità di una tipologia diversa, con caratteristiche specifiche per ottenere questo riconoscimento. Credo che sia utile che il Consiglio del Consorzio valuti la fattibilità di questa ipotesi. Peraltro ritengo che molte aziende possano essere interessate a questo discorso. Un discorso, a mio parere, che aggiungerebbe e non toglierebbe nulla a quello che già c’è. Questo riconoscimento del resto esiste già per una tipologia del Primitivo di Manduria Doc, ma anche del Castel del Monte Doc. Non vedo perché la Doc Salice Salentino non possa averla, fermo restando che sarà il Consorzio di tutela a scegliere su quale tipologia puntare per la Docg”.

 

Damiano Reale

Sul tema, ecco la posizione del presidente del Consorzio Damiano Reale: “L’argomento di richiedere la Docg per alcune tipologie di vino suggerito da Piernicola Leone de Castris, è stato proposto anche da altri membri del Consorzio e del Consiglio. Come Consiglio di amministrazione – spiega – riteniamo che l’idea vada approfondita. Dobbiamo capire quali possono essere i vantaggi e gli svantaggi, tenendo presente che la valorizzazione di un territorio non si ottiene semplicemente dall’attribuzione della Docg ad una tipologia di vino, ma dal miglioramento della qualità. Ben vengano, comunque, i suggerimenti. Da quello che abbiamo capito la Docg comporta sì aspetti positivi, come appunto quello di valorizzare l’etichetta, però comporta anche delle limitazioni a cui forse questo territorio non è ancora pronto. Stiamo facendo – conclude – approfondimenti e non prendiamo mai niente per scontato e mai sottogamba le proposte che vengono dai nostri associati, soprattutto da un associato di prestigio come Piernicola Leone de Castris”.

Il Consorzio di Tutela della Doc “Salice Salentino”, interessa i territori di quattro Comuni  del Leccese  (Salice Salentino, Guagnano, Veglie e Campi Salentina) e di tre Comuni del Brindisino (Cellino San Marco, San Donaci e San Pancrazio), per un totale di circa 1.200 ettari di vigneti. Comprende quasi 1000 soci, di cui 900 viticoltori, 40 imbottigliatori e 33 vinificatori.

Rosario Faggiano
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Immagine in alto: calice di Negroamaro (Foto Mimmo Arnesano)