Salice Salentino - 11 Ago 2023

“Il tesoro dello scriba”, il nuovo libro di don Carmine Canoci

La recente opera del sacerdote salicese, già parroco della Chiesa Madre “Santa Maria Assunta”, è dedicata al prete-scrittore don Alessandro Pronzato


Spazio Aperto Salento

“Il tesoro dello scriba”. È il nuovo libro di don Carmine Canoci, recentemente pubblicato con due sottotitoli “Omaggio a don Alessandro Pronzato, scriba fecondo e lucido dei nostri tempi” e “Pensieri a caso. Sfuggevoli riflessioni”. Il volume (Self publishing, pagine 272), che si apre con la prefazione del professore Cosimo Faggiano e l’introduzione dell’autore, comprende tre parti, tutte ispirate o dedicate alle opere di Alessandro Pronzato, sacerdote e scrittore prolifico, autore di circa 135 libri, scomparso nel 2018, all’età di 86 anni. Si tratta di un autore forse “unico” nel panorama letterario “religioso” italiano e mondiale.

Luciano Moia, nel suo articolo “Addio al prete scrittore Pronzato: spiegò il Vangelo a Fidel”, pubblicato da “Avvenire” il 26 settembre 2018 e riportato nella prima parte del libro di don Carmine (pagg. XXXVI-XLII), lo definisce “prete scrittore tra i più letti del Novecento”. Moia ricorda, fra l’altro, che Pronzato, nelle sue opere, tutte scritte dal 1965 in poi, “ha cucito e ricucito tante volte insieme le parole Vangelo e sorriso, e l’ha fatto in modo tanto convincente, che oggi sembra quasi impossibile pretendere di escludere la via del buonumore tra quelle che portano a Dio”.

Don Pronzato

In un altro articolo (di redazione) pubblicato lo stesso giorno da “La Stampa” col titolo “È morto don Alessandro Pronzato, prete scrittore apprezzato dai papi” (anche questo riportato nella prima parte del volume di don Carmine, alle pagine XXXI-XXXV), viene sottolineato:  “Tra i suoi numerosi libri, ci sono commenti ai Vangeli, alle Scritture, raccolte antologiche, biografie di santi e sante, figure spesso sconosciute che attraverso il suo modo unico di scrivere, a tratti anche umoristico e ironico hanno fatto conoscere la loro storia. Famose per noi le sue barzellette, gli aneddoti, che allietavano lo stare insieme in compagnia (…). Amava molto anche dare voci ai personaggi più insoliti, per lui il messaggio evangelico passava anche da cose e personaggi quotidiani. (…) Papa Francesco nel suo storico viaggio a Cuba, incontrando Fidel Castro, ha fatto un omaggio particolare al Leader Maximo: tre libri che lo avevano accompagnato da giovane sacerdote, due di questi erano di don Sandro, Vangeli scomodi e La nostra bocca si aprì al sorriso, quest’ultimo un libro assai particolare che lo aveva fatto conoscere anche tra i lettori laici (entrambi tradotti alla loro uscita anche in lingua spagnola). (…) Ma il grande amore di don Pronzato è sempre stato quello verso Maria, alla quale numerosi suoi libri sono dedicati compreso il suo ultimo Tutti a scuola di Maria per imparare la gioia (..)”.

I pochi brani sopra riportati, forse sono sufficienti per comprendere la portata dell’opera di don Pronzato. Un’opera che ha costantemente rappresentato un punto di riferimento irrinunciabile per don Carmine, per tutto il suo lungo percorso pastorale e umano, di cui hanno beneficiato le comunità parrocchiali, non solo di Salice Salentino, che lo hanno visto protagonista nei diversi ambiti religiosi, sociali e culturali locali.

Don Carmine Canoci, che possiede quasi tutti i libri dell’autore piemontese, si è continuamente “nutrito” delle pagine semplici, ma profonde ed intense, di don Pronzato. Tutto ciò spiega il perché di questo suo nuovo libro che, è bene sottolinearlo, non è un semplice omaggio del “discepolo” al “maestro”. L’opera di don Carmine, scritta con un linguaggio fluido, piacevole e senza “fronzoli”, offre infatti occasioni preziose e spunti sorprendenti per alimentare autonome riflessioni da parte del lettore.

“I testi di Pronzato, selezionati da don Carmine con cura scrupolosa, dalla vastissima produzione dell’autore, nato a Rivalta nel 1932 – scrive nella prefazione il professore Faggiano – rappresentano la fonte cristallina di un Cristianesimo proposto e vissuto nella sua autenticità, senza formalismi e incrostazioni di facciata e si muovono con pregnante efficacia comunicativa in ambiti intercomunicanti di socialità e religiosità operosa, quelli di don Carmine rivelano la freschezza dell’immediato, dello spontaneo, della concretezza e coerenza della vita cristiana, che si sostanzia nell’amore e nella comprensione dell’altro. L’ammirazione di don Carmine per Pronzato non assume mai la forma di mera imitazione, ma si risolve, sempre, in nuova creatività di riflessioni che evidenziano ulteriori aspetti reconditi e acute spigolature di fronte a cui il lettore attento è, naturalmente, indotto a dire: non ci avevo pensato ma è proprio così”. 

Sull’opera di don Pronzato, don Carmine nell’introduzione fra l’altro scrive: “Nel corso degli anni i suoi libri io li ho letti e usati spesso. Risultava difficile staccarsi dal suo eloquio intriso di vangelo, teologia, ecclesiologia, agiografia… e sano realismo trasmesso con concretezza, prendendo, sempre a scopo edificante, la libertà di togliersi con eleganza sassi e sassolini dalle scarpe. Frequente, nelle sue opere, l’uso di uno spassoso umorismo. Anche in lui, si può riconoscere quello che si dice di persone di pari rango: sapeva tenere bene la penna tra la testa e le mani. Nei suoi testi, l’argomentare è sempre nuovo, fresco, illuminante, attento e scrutatore, tale da indurre il lettore alla scoperta della verità in modo gioioso ed avvincente”.

Come accennato, il libro si divide in tre parti.  Oltre alla prima, dal titolo “È stato detto di lui” in cui vengono proposte testimonianze su Pronzato, la seconda e la terza sezione riportano rispettivamente un’accurata selezione di “Testi di don Pronzato” e “Pensieri a caso”. Ogni testo della seconda parte del libro si chiude con una “nuvoletta”, denominata in modo alterno “La Chiesa che sogno” o “La Chiesa che mi fa sorridere”, accompagnata da “efficaci” annotazioni con citazioni di episodi/aneddoti o pensieri. A proposito delle originali e simpatiche “nuvolette”, don Carmine spiega: “L’intento è condividere con il lettore un sogno-desiderio o un benevolo sorriso di Pronzato pensando la Chiesa”.

L’ultima parte “Pensieri a caso”, riguardante personali considerazioni “nel solco dello spirito suscitato da Pronzato”, è frutto diretto della penna di don Carmine. Al lettore vengono offerti i seguenti testi: “È sbagliato fare il prete?”, “Il silenzio è tante cose meno che mutismo”, “Caro don”, “È sempre tempo di conversione”, “Fastidio, inquietudine, rassegnazione e basta?”, “Emarginazione attiva e passiva”, “Che fine hanno fatto quei due?”, “Il catechismo dell’età prima, resta l’albero ma…”, “A proposito di amicizia”, “Quando la fede va in overdose”, “Prima o poi devo imparare a ballare”, “Autointerrogatorio”.

La nuova opera di don Carmine, “Il tesoro dello scriba”, nella prima pagina dopo il frontespizio, riporta la dedica “In ricordo di Aurora, mia sorella, umile ancella”.

 Rosario Faggiano
© Riproduzione riservata 

 

Foto in alto: Don Carmine Canoci

 

Don Carmine Canoci ha già pubblicato: “Credi in Dio? Testimonianze e confidenze di fede presente o assente” (2019); “Laudamus Te!! Proposta di preghiera per oggi, con le ansie di oggi, in attesa del domani” (2020); “Laudamus Te!! Preghiera della sera” (2020); “Verbo di Dio e Verbo dell’uomo insieme si può. Letture di ispirazione cristiana…” (2021); “Va Pensiero… Semplice e comune storia narrata in punta di piedi non da smarrito profugo né da esaltato vincitore” (2022). Don Carmine ha anche promosso, in qualità di parroco della Chiesta “San Giuseppe” di Salice Salentino, il volume “Oltre le memorie, perché la forza dei ricordi, anche struggenti, sostenga la speranza” (La Pugliese Guagnano, 2000).

Nato a Salice Salentino il 21 febbraio 1949, Carmine Canoci viene ordinato sacerdote il 7 settembre 1974. Dopo i primi anni di sacerdozio da educatore nel seminario minore diocesano, nel 1976 viene nominato vicario parrocchiale nella parrocchia “San Nicola” di Brindisi e l’anno successivo a San Pancrazio Salentino nella parrocchia “SS. Pancrazio e Francesco d’Assisi”. Nel 1987 viene nominato parroco della parrocchia “San Giuseppe” di Salice Salentino e nel 2001 della parrocchia “Santa Maria Assunta”, sempre di Salice. Vi rimane fino al 2018 quando, per motivi familiari, chiede e ottiene di essere sollevato dall’ufficio di parroco. Da allora continua a svolgere il suo ministero come collaboratore pastorale per confratelli e per circostanze varie che ne richiedano la disponibilità.