Cancer plan Ue - 14 Feb 2022

Il vino non è di destra né di sinistra, Uiv: “Auspichiamo voto corale su emendamenti”


Spazio Aperto Salento

“Il vino non è né di destra né di sinistra e non può essere utilizzato quale elemento divisivo tra opposti raggruppamenti politici”. Questa la posizione di Unione italiana vini (Uiv) in vista del voto finale del Parlamento Ue sul Cancer plan (Piano anti tumori). La discussione sull’argomento, che ha messo in allarme il mondo del vino italiano ed europeo, è in programma da domani, martedì 15 febbraio, a Strasburgo.

“La partita in gioco per il vino italiano – si legge in una nota di Uiv – in questi giorni è decisiva per il futuro del comparto, per questo si auspica il voto favorevole agli emendamenti presentati a tutela dell’identità, della cultura e del valore socioeconomico di uno degli asset più riconosciuti del made in Italy nel mondo. Uiv ritiene inoltre superficiale affermare come il rapporto alla firma dell’Europarlamento non abbia alcun valore giuridico. Il voto politico infatti andrà a impattare in maniera decisiva sui lavori della Commissione europea che ha già una roadmap chiara e precisa delle prossime iniziative legislative che influiranno sul vino, come ad esempio la riforma della politica di promozione e la proposta su etichettatura health warning. Prova ne è la pubblicazione, lo scorso dicembre, del bando sulla promozione orizzontale (176mln di euro) che penalizza carni rosse, salumi e vino facendo riferimento a un Cancer plan non ancora approvato. Uiv apprezza invece la posizione espressa oggi dal ministro alle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, che riconosce come la moderazione dei consumi sia un valore assoluto ed elemento centrale nella salute del singolo soggetto. Secondo Uiv, senza gli emendamenti al testo il vino subirebbe nel medio-lungo termine un effetto tsunami solo in parte calcolabile. La contrazione dei consumi stimata – conclude la nota – è attorno al 25/30% ma ancora maggiore sarebbe quella del fatturato del settore, che calerebbe del 35% per un equivalente di quasi 5 miliardi di euro l’anno”.