Dopo la presa di posizione del direttore di Ager Grandagliano, i due esponenti dell’Amministrazione di Surbo replicano: “Illogica la scelta sulla modalità di affrontare l'annoso problema della chiusura del ciclo dei rifiuti”
L’ipotesi di un impianto di compostaggio di rifiuti presso “Masseria Ghetta” continua ad alimentare un forte dibattito. Dopo la presa di posizione di Gianfranco Grandagliano, direttore generale dell’Ager (Agenzia territoriale della Regione Puglia per il servizio di gestione dei rifiuti), intervengono Ronny Trio (in foto), primo cittadino di Surbo, e Pierluigi Bianco, assessore all’Ambiente dello stesso Comune. Entrambi replicano a Grandagliano. Quest’ultimo, attraverso dichiarazioni rilasciate alla stampa (Nuovo Quotidiano di Puglia del 12 novembre 2021), ha escluso la possibilità di collocare l’impianto (di trattamento della frazione organica dei rifiuti solidi urbani) in altri siti del territorio provinciale, così come proposto da Giuseppe Taurino, sindaco di Trepuzzi, il quale ha evidenziato la vicinanza di “Masseria Ghetta” all’Abbazia di Cerrate e ad altre strutture dell’area d’interesse sociale e turistico. Il direttore di Ager, da parte sua, ha motivato la sua bocciatura con “valutazioni tecniche”, anche legate alle tempistiche del bando per il finanziamento del progetto da realizzare con fondi Pnrr (presumibile importo dell’intervento circa 30milioni di euro). Il sito di “Masseria Ghetta” è stato a suo tempo indicato dal Comune di Lecce.
Di seguito, l’intervento integrale sottoscritto dal sindaco Trio e dall’assessore Bianco.
«Appare paradossale e illogica la scelta sulla modalità, da parte della Regione Puglia e di Ager, di affrontare l’annoso problema della chiusura del ciclo dei rifiuti. L’ordine delle questioni, in tal caso, appare fondamentale e cruciale per il successo di un’operazione, quella della chiusura del ciclo, che, come giustamente ha ricordato l’Assessore Maraschio in una recente dichiarazione, deve vedere tutti uniti: comunità, operatori economici e istituzioni locali. Il precipitare degli eventi e una fretta che, in tali circostanze, rischia di diventare cattivissima compagna di viaggio, sembrano invece portarci in una direzione che preannuncia una battaglia istituzionale, politica e territoriale a cui molti, anzi moltissimi di noi, non si sottrarranno.
Partendo dall’assunzione, generalmente da tutti condivisa, che il ciclo dei rifiuti vada chiuso nella nostra Regione anche attraverso impianti pubblici di compostaggio, l’ordine naturale delle questioni da affrontare dovrebbe essere il seguente:
– che tipologia di impianti realizzare: piccoli impianti, medi impianti, o mega impianti? Quale bacino di utenza: attuali Aro, ex Ato?
– quali tecnologie tali impianti dovrebbero utilizzare per il trattamento del rifiuto organico: aerobico o anaerobico?
– quanti impianti quindi, in base alla scelta di dimensioni e tecnologie, stabilire per ciascuna provincia?
Solo dopo aver risposto in maniera esauriente a tali domande sarebbe logico affrontare il tema della localizzazione. Oggi, invece, la discussione pubblica è incentrata sulla priorità della scelta dei siti anziché sulla tipologia di impianto, opzione tecnologica e quantitativo di rifiuti da trattare. L’intervento apparso sulla stampa del Direttore di Ager Grandaliano sembra andare in una direzione opposta, considerato che il voler tirare dritto sull’ipotesi di Masseria Ghetta, senza l’ascolto di alcuna ipotesi alternativa e soprattutto senza la doverosa considerazione delle problematiche e delle criticità più volte lamentate, rischia di generare un irreversibile corto circuito istituzionale.
Giova a riguardo ricordare come nessun riscontro è stato dato dall’avvocato Grandaliano alla richiesta di incontro formulata il 16 giugno 2021 da parte del Comune di Surbo a seguito dell’incontro svoltosi il giorno precedente tra il Sindaco e gli operatori del settore turistico, ricettivo e della ristorazione di Surbo e dei Comuni limitrofi. In quella occasione, dopo aver espresso le forti preoccupazioni da parte dei medesimi operatori, si chiedeva un incontro allargato al fine di poter congiuntamente considerare tutte le implicazioni legate al progetto.
Non può condividersi l’atteggiamento “liquidatorio” che traspare dalle dichiarazioni del Direttore in merito alla distanza da una struttura di pregio situata a ridosso del sito, anche e soprattutto perché, se ci avesse ricevuto e lo avesse fatto con gli imprenditori direttamente interessati, avrebbe appreso dalla viva voce degli stessi che il rischio di una desertificazione economica e turistica non è mera demagogia ma concreta possibilità.
Alla luce delle considerazioni che precedono, rinnoviamo per l’ennesima volta l’invito ad una più rigorosa valutazione delle conseguenze della scelta, che non può assolutamente ed unicamente essere dettata dalle stringenti scadenze del Pnrr. Non vorremmo doverci leccare le ferite, quando ormai sarà troppo tardi ed avremo ulteriormente martoriato il nostro territorio, rispetto a quanto già avvenuto nel passato.
Confidiamo nella ragionevolezza e nel buon senso, che dovrebbero costantemente connotare l’agire politico, onde evitare conflitti istituzionali di cui nessuno avverte la necessità, tanto è vero che le posizioni dell’Amministrazione comunale sono il frutto anche di un proficuo lavoro di collaborazione e concertazione con tutte le forze politiche presenti in Consiglio Comunale».
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