Studi/Ricerche - 14 Apr 2024

“La Colonna di S. Oronzo a Lecce tra monumentum e documentum”

In occasione della collocazione sulla colonna di piazza Sant’Oronzo della copia del simulacro, lo storico dell’arte Paolo Agostino Vetrugno ripropone il suo saggio pubblicato nel 2012 dalla Fondazione Terra d’Otranto nel periodico “Il delfino e la mezzaluna”


Spazio Aperto Salento

La collocazione (13 aprile 2024) della copia in bronzo della statua di Sant’Oronzo sulla colonna romana che domina la piazza principale di Lecce, da evento di cronaca da registrare negli annali, assume i contorni di un “restauro memoriale” per una serie di motivi. In primo luogo, si tratta di un ripristino dell’espressa volontà episcopale di monsignor Luigi Pappacoda, che aveva contribuito a trasformare Lecce in una “città chiesa”, anche se preferisco definirla (come ho fatto in altra sede) “città episcopale”.

Non è assolutamente un caso che le quattro porte d’ingresso alla città fossero “sacrate” ad un santo vescovo: Porta Napoli dedicata a San Giusto (che rifiutò la nomina episcopale), Porta Rudiae intitolata a Sant’Oronzo, protovescovo e protomartire salentino, Porta San Biagio e Porta S. Martino (abbattuta nella prima metà dell’Ottocento).

La stessa facciata principale della cattedrale di Lecce è arredata dalle statue degli apostoli Pietro e Paolo, raffigurati nella parte bassa come fondamenta della Chiesa, e nella parte superiore, a sinistra, il vescovo San Gennaro e, a destra, il vescovo San Ludovico o Luigi: il primo, protettore della città di Napoli (e Pappacoda era campano); il secondo, in quanto santo a cui era legato lo stesso Pappacoda che portava il suo nome. E non è una pura coincidenza che la Chiesa festeggi San Luigi IX il 25 agosto, giorno in cui cade la festa di Sant’Oronzo a Lecce.

La colonna, dunque, nell’arte sacra contiene numerosi simboli ed è stata ampiamente utilizzata nel Rinascimento e nel Barocco: anello di congiunzione tra cielo e terra, simbolo visivo della forza portante appare come attributo iconografico della Virtù cardinale della Fortezza (fortitudo). Parallelamente, infatti, Lecce è definita “città -Fortezza della Fede”. Tuttavia, la forza della fede spesso è in contrasto con la terrena operosità; perciò la colonna, dalla base alla sommità, acquista il significato, da un lato, di attaccamento verso tutto ciò che è transitorio e, dall’altro, di dedizione all’eterno. Non è casuale che ogni capitello delle colonne della navata centrale della basilica leccese di Santa Croce accolga l’immagine di un apostolo.

L’attuale ricomposizione della colonna con statua è occasione per riproporre uno studio sulla colonna di Sant’Oronzo, con una lettura storico-artistica del manufatto che ancora appare nella contemporaneità con un valore simbolico cosmico-spirituale.

Si tratta del saggio, pubblicato nel periodico “Il delfino e la mezzaluna” della Fondazione Terra d’Otranto (a. I, n.1, luglio 2012), che ripropone la mia relazione tenuta il 24 novembre 2010 nell’ambito del convegno nazionale svoltosi a Lecce  sul tema “Giuseppe Zimbalo Architetto del Barocco leccese 1620-1710”.

Paolo Agostino Vetrugno
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Leggi il saggio:

 

“La Colonna di S. Oronzo a Lecce tra monumentum e documentum”

 

 

 

Foto in alto: Lecce, la copia in bronzo della statua di Sant’Oronzo viene posizionata sulla colonna romana (sabato 13 aprile 2024)  

 

 


La Colonna di S. Oronzo a Lecce