Riaperta ai visitatori per due giorni in occasione delle “Giornate Fai”, la struttura di proprietà della Provincia è ripiombata nell’oblio in attesa dei lavori di ristrutturazione
Dopo quindici anni di chiusura, in occasione delle “Giornate Fai” di primavera, lo storico Circolo Cittadino di via Francesco Rubichi a Lecce, per due giorni ha riaperto le porte per le visite di cittadini e turisti. Dopodiché, è ripiombato nell’oblio, ma la speranza è che per rivederlo nuovamente aperto – e non solo per un’occasione del Fondo ambiente italiano – non si debba aspettare altri tre lustri.
Per la piena restituzione alla città, esiste già un progetto dell’architetto Andrea Mantovano, che l’Amministrazione provinciale, proprietaria dell’immobile, potrebbe rendere operativo, dando via ai lavori di ristrutturazione.
Già sede del convento dei Padri Gesuiti, lo stabile di forma rettangolare eretto nel 1575, è situato di fronte all’ex convento delle Suore Paolotte, oggi sede del Comune capoluogo. Si presenta con sette grandi porte allineate, agli estremi delle quali, attualmente sono un “Caffè Cittadino” ed il ristorante “Green”, oltrepassato il quale, un altro ingresso immette degli uffici del Tar, il Tribunale amministrativo regionale, per poi giungere ai locali all’interno dei quali un tempo era allocata l’accorsata Mostra permanente dell’artigianato salentino.
Con la denominazione di Associazione Culturale, il Circolo Cittadino esiste sin dal 1787, ed il suo primo presidente fu il duca Sigismondo Castromediano (Cavallino 1811-1895). Negli anni, si attestò come luogo-simbolo della nuova borghesia, in contrasto col Circolo Salentino di via Giuseppe Palmieri, presieduto dal nobiluomo di fede borbonica, Carlo Marulli (San Cesario, 1777-1834), frequentato dall’aristocrazia locale. Nel 1874, con il travaso dei soci del Circolo Salentino, nasce il Nuovo Circolo Cittadino, all’interno del quale troverà posto la prima sede dell’Associazione della Stampa Salentina. Nel 1927, infine, e prima della stagione delle varie gestioni private ed il ritorno all’originaria denominazione, in concomitanza con l’avvento del Fascismo, il nome cambia in Circolo del Littorio.
Nelle numerose sale, che sviluppano una superficie coperta di 1.500 metri quadri nell’ambito di un calpestio commerciale di 2.500, costituito anche da un giardino di palme nane abbellito da una fontana, resistono concrete tracce dei fasti del passato. Che in epoca moderna, hanno ospitato serate danzanti, commensali serviti da rinomati chef, matrimoni ed altre cerimonie, nonché mostre, dibattiti, convegni e veglioni di Carnevale. Per non dire del gioco delle carte, attorno ai tavoli verdi sormontati da luci soffuse posizionate ad altezza d’uomo, che in più di un caso hanno registrato perdite favolose, non solo in denaro, ma anche in ville, appartamenti e terreni.
Fra le tracce di cui s’è detto, spiccano le appliques in cristallo della ditta Moretti di Treviso, le riggiole policrome della fabbrica Angelantonio Paladini di San Pietro in Lama (si tratta di mattoni inverniciati), gli arredi dell’artista Ferruccio Scandellari (Bologna 1882, Lecce 1937), ed un bellissimo salone degli specchi.
Da ricordare, inoltre, in altrettanti ambienti del pianoterra, due busti del tenore leccese Tito Schipa (Lecce 1888, New York 1965); una bacheca con i nomi di molti fra i soci, anche fondatori, ed una vetrinetta con le caricature in terracotta di personaggi famosi di Lecce e provincia, fra i quali il pittore Stanislao Sidoti, il barone Basalù e l’avvocato Giuseppe Misurale, realizzate dal puparo Pippi Rossi.
E vale la pena menzionare anche le due epigrafi poste sul prospetto dell’antico edificio. La prima così recita: Edmondo Spagnolo / Consalvo Moschettini / Attilio Reale / sognatori di pace / caddero da eroi nell’ultima guerra / per l’unità della Patria / per la libertà dei popoli / l’associazione della stampa salentina / che li ebbe suoi / Lecce dicembre MCMXXIII (1923). E la seconda: Il barbarico piombo / prostrò sull’altopiano di Asiago / Nino Giancane partigiano / nella santa battaglia della liberazione / l’immortalità lo accolse / fra gli italici eroi / i partigiani di Lecce in memoria perenne / XXV IV MCMXLVI (25 maggio 1946).
Toti Bellone
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Foto in alto: Circolo Cittadino Lecce, la scalinata che collega ingresso e giardino
Fra le due epigrafi, l’ingresso dell’ex Circolo Cittadino di Lecce
Uno scorcio del giardino
Il tempietto in cui è alloggiata l’elegante fontanina
Il corridoio deputato agli eventi
Il bellissimo salone degli specchi
La vetrinetta con le caricature in terracotta
Una delle sale al pianoterra
Uno degli ambienti dedicati al gioco delle carte
La biblioteca con i suoi arredi