Litorale leccese - 21 Ago 2021

Le acque cristalline del fiume Idume “macchiate” da resti di picnic abbandonati lungo gli argini

Il luogo si trova in territorio di Lecce, fra le spiagge di Torre Chianca e Spiaggiabella


Spazio Aperto Salento

Per fortuna, le sue acque cristalline alimentate da sorgenti sotterranee d’acqua gelida, non sono state ancora sporcate. Ma tutto attorno, la foce del fiume Idume è sì sporcata, dalla spazzatura abbandonata da chi nelle sue acque si bagna. Non tutti, certo, ma abbastanza per determinare uno spettacolo a dir poco indecoroso.

Ci troviamo nella lunga strada sterrata, che al confine fra le spiagge leccesi di Torre Chianca e Spiaggiabella, reca lo stesso nome del leggendario fiume, che a Lecce città scorre, fra gli altri luoghi, sotto palazzo Adorno di via Umberto I e nella cisterna del Museo Faggiano, quest’ultimo rivelato al turismo internazionale da un articolo del prestigioso New York Times.

Buste e bicchieri di plastica, tappi di bottiglie di birra testimonianza di improvvisati picnic, ma anche cartacce d’ogni genere e pacchetti vuoti di sigarette, ed ancora mozziconi spenti dopo essere stati evidentemente calpestati, assi di legno smontate da uno dei due ponticelli che il fiume attraversano, e persino un sandalo infradito di gomma.

Un giovane genitore di Squinzano con casa estiva nella vicina Torre Rinalda, si accorge del nostro sgomento, mentre muniti di fazzoletto per proteggere le mani, raccogliamo qualche tappo ed un involucro di carta, e ci confida: “Non venivo qui da ragazzino; oggi finalmente l’ho fatto per far vedere a mio figlio Alessio questo posto bellissimo e per certi versi ancora incontaminato. Ma non mi aspettavo di vedere tutta questa immondizia”.

Si potrà obbiettare, aggiungiamo, che non c’è neppure un cestino in cui riporla, la spazzatura, ma anche così, costa davvero tanto sacrificio, portarsela a casa, dopo aver mangiato, bevuto, e per chi ancora lo fa, anche fumato?

Da qualche giorno, l’Amministrazione comunale del capoluogo ha provveduto ad illuminare l’intero percorso di via Idume. Che ora sarà dunque godibile anche con le tenebre, magari pure per un bagno al chiaro di luna. E allora, perché non dotarla anche, almeno nella parte finale dove il fiume, prima di congiungersi al mare, scorre in superficie e si offre a bagni e tuffi, di cestini per i rifiuti e panchine per la sosta ed il riposo? Per la sua bellezza, il posto lo merita, eccome. Ed in attesa che il sentire civico, meglio se sollecitato da cartelli del tipo “rispetta la natura”, pervada anche chi si ostina a sporcarlo, la visita, di tanto in tanto, di un vigile, non guasterebbe.

Toti Bellone
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Foto in alto: rifiuti a ridosso dell’argine

 

Plastica e cartacce abbandonate fra la vegetazione

Ragazzini incuranti dei rifiuti pronti al tuffo

I pali dell’illuminazione da poco installati