Calcio - 02 Ott 2021

L’impresa “dietro le quinte” di Lucioni: il capitano-operaio giallorosso

Il commento di Massimo Barbano alla partita casalinga di ieri sera contro il Monza


Spazio Aperto Salento

Nel Lecce stratosferico che ha annientato il Monza di Berlusconi e Galliani spicca la piccola-grande impresa di Fabio Lucioni, il capitano-operaio che ha costruito la terza rete del trionfo giallorosso. L’azione merita di essere sottolineata perché è emblematica di quei giocatori che portano l’acqua al mulino e poi restano dietro le quinte.

“Una vita da mediano” è il titolo di una celebre canzone di Ligabue che incarna le caratteristiche di questo tipo di atleti. “Una vita da mediano – Da chi segna sempre poco – Che il pallone devi darlo – A chi finalizza il gioco…”. Questo il testo della canzone di Ligabue ed esattamente quello che ha fatto il capitano giallorosso, nel Lecce dal 2018 quando, dopo una gavetta sui campi polverosi di Noicattaro, Gela, Monopoli e Barletta, si guadagna la massima serie con la maglia giallorossa.

Così, quando dopo un brillante disimpegno difensivo che disinnesca una pericolosa azione del Monza, (fin qui il suo dovere di difensore), stupisce tutti con una fuga di 70 metri alla Maradona e poi, giunto al limite dell’area di rigore, decide che non è più affar suo e con una ammirabile modestia tecnica, decide che l’onore di concludere non spetta a lui, ma lascia il compito a Di Mariano che poi farà segnare Coda per il 3-0 finale. Così si compie la sua discreta apoteosi.

Un gran bel gesto tecnico, che non si prende la scena in una serata che sui titoli di apertura mette giustamente in primo piano il largo successo del Lecce, ma che merita senz’altro una menzione. Anche perché, i campionati non si vincono solo con i fuoriclasse, ma anche con gli “operai”.

Massimo Barbano
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In foto: l’azione travolgente di Lucioni da cui nasce il gol di Coda 3-0