Salento/Calabria - 01 Gen 2022

Monsignor Eugenio Raffaele Faggiano, il vescovo missionario amato dal popolo

Breve “excursus” dei principali momenti “pubblici” dedicati al ricordo del Passionista salentino che, dal 1936 al 1956, guidò la Diocesi di Cariati. Si spense nel 1960 a Manduria. Dal 1987 al 1991 si è svolto il Processo informativo diocesano per la sua canonizzazione


Spazio Aperto Salento

L’occasione per scrivere questo breve excursus riguardante alcuni momenti “pubblici” dedicati alla figura di monsignor Eugenio Raffaele Faggiano (1877-1960), scaturisce dalle celebrazioni che si sono svolte il 26 novembre scorso, ad Umbriatico (Crotone), nella Basilica di San Donato, nell’85° anno della nomina a Vescovo. L’iniziativa, promossa dall’opera Santa Maria della Luce, Fraternità “San Michele Arcangelo”, ha compreso una Celebrazione Eucaristica presieduta dai Padri Passionisti e concelebrata dai sacerdoti e dai frati della Madonna della Luce (alle ore 17), nonché un incontro-dibattito sulla figura e le opere del grande Presule di origini salentine.

Monsignor Faggiano, vescovo della Diocesi di Cariati dal 1936 al 1956, nacque a Salice Salentino il 28 gennaio 1877; morì a Manduria il 2 maggio 1960. Si tratta di una figura considerata dai suoi biografi e, soprattutto, da coloro che lo hanno conosciuto e che hanno testimoniato la sua esemplare opera pastorale ed umana, straordinariamente maestosa nella sua umiltà. Le virtù di questo grande sacerdote e uomo hanno lasciato un segno profondo nelle comunità della sua Diocesi; tanto profondo, sentito e coinvolgente da determinare, il 20 novembre 1987, nella Concattedrale San Michele Arcangelo di Cariati, l’apertura in forma solenne del Processo informativo diocesano per la sua canonizzazione. Da quel momento il percorso per portare alla gloria degli altari il grande Missionario salentino, non si è mai interrotto; anche se talvolta, per congenite fasi di approfondimento che un iter così delicato e complesso comporta, è sembrato in un certo senso rallentare.

Ma bisogna andare con ordine. Come accennato, lo scorso novembre, ad Umbriatico, vi è stato un incontro dedicato al ricordo di monsignor Faggiano. In un comunicato diffuso dagli organizzatori all’indomani dell’evento, fra l’altro sono riportate le seguenti brevi note biografiche: «Il 26 novembre 1935 ricevette dalla Concistoriale la nomina a Vescovo di Cariati, in Calabria, e fu consacrato il 19 aprile 1936. Quando fu nominato Vescovo, per la sua profonda umiltà, pianse, pregò e fece di tutto per esserne esonerato; ma quando il Papa gli confermò la nomina già data, accettò in umiltà ed obbedienza. Giunto a Cariati, trovò la diocesi in profonda decadenza, con il seminario abbandonato e un episcopio vecchio e fatiscente. Il nuovo Vescovo non si perse d’animo: si mise subito al lavoro e, con grandi sacrifici, restaurò l’episcopio e la cattedrale, riaprì il seminario e per salvaguardare le vocazioni fondò il seminario estivo di Perticaro. Sempre con enormi sacrifici e con grande carità provvide ai bisogni del clero e del popolo della sua diocesi. Fu per questa sua irrefrenabile generosità che fu chiamato il Vescovo dalle mani bucate».

Copertina del calendario

Nella circostanza, la figura di monsignor Faggiano è stata illustrata dal vice postulatore della causa di beatificazione in corso, padre Lombardo Lonoce. “La commemorazione – viene spiegato nel comunicato – è stata preceduta da una funzione religiosa alla quale hanno preso parte il vice postulatore padre Lombardo, il moderatore generale Padre Ruggiero Iorio ed i frati della Congregazione di Santa Maria della Luce attualmente tutori del seminario di Perticaro, i fedeli di Umbriatico e Perticaro. L’incontro è stato coordinato da Alfonso Calabretta che da anni collabora con la comunità di Umbriatico. Subito dopo è stato organizzato un momento di riflessione sulla figura del Vescovo Faggiano durante il quale è stato presentato il nuovo calendario 2022 dedicato a Maria SS. con meditazioni di monsignor Faggiano. Nell’appuntamento di Umbriatico sono state ricordate anche due eminenti figure di discepoli di monsignor Faggiano: il Servo di Dio don Alessandro Vitetti e la sua figlia spirituale Maria Scarpelli di Lappano”.

“Monsignor Faggiano – ha ricordato padre Lombardo durante l’incontro – è una figura tutta da scoprire. Molto è stato scritto su di lui e prevediamo di fare presto un’interessante pubblicazione di scritti e ricerche fatte a suo riguardo. È stato un Vescovo dalla forte tempra missionaria Passionista. Caratteristica e anima del suo ministero episcopale sono stati la fermezza della sua fede, il silenzio contemplativo della preghiera, l’attenzione ai poveri”.

Questa succintamente la “cronaca” dell’incontro di Umbriatico. Ma prima di questa iniziativa, in questi ultimi 35 anni, quali sono stati gli altri rilevanti momenti dedicati a monsignor Faggiano?

E da qui devo necessariamente parlare in prima persona essendo, per gli aspetti che di seguito riporterò, fra i protagonisti e “attori” di parte di ciò che mi accingo a “raccontare”.

Nel 1984, all’età di 25 anni, a seguito dell’elezione alla carica di consigliere comunale di Salice Salentino, fui nominato assessore alla Pubblica Istruzione, Cultura, Sport, Turismo e Spettacolo. Incarico che mantenni ininterrottamente fino ai primi mesi del 1993 (Amministrazioni sindaco Attanasio Cofano e poi sindaco Salvatore Innocente).

Insieme con un gruppo di amici frequentanti l’allora attivissima Biblioteca comunale, il docente e artista Rino Fantastico, il poeta Franco Colletta, il docente Primo Canoci e il maestro Luigi Sava, supportati dal giornalista Franco Libera, in quegli anni capogruppo consiliare DC, dall’artista Carlo Arnesano, dipendente comunale, dall’operatore musicale Ciccio Spagnolo,  dipendente Crsec, e dalle dipendenti comunali Anna Maria Cappello, Giovanna Arnesano e Lucia Tondo, operatrici della Biblioteca comunale e dell’Archivio storico, fin dall’inizio avevamo deciso di impegnarci nella cura di un preciso progetto educativo-culturale a beneficio della comunità locale, più volte esplicitato nelle pubblicazioni diffuse in quegli anni[1].

Questo progetto, di larghissimo “respiro”, prevedeva la realizzazione annuale di diverse attività, fra cui convegni, mostre, pubblicazioni, concerti, rappresentazioni teatrali, corsi, studi, ricerche, eccetera; tutte alimentate dall’obiettivo di realizzare percorsi di “educazione permanente” non solo per adulti.

Quaderno di Ricerca ’87

Fra queste attività c’era anche la realizzazione, attraverso il coinvolgimento di qualificati studiosi anche di livello provinciale e regionale, del “Quaderno di Ricerca”, rivista di cultura e storia del Salento. Fu proprio durante la fase preparatoria del “Quaderno di Ricerca”, uscito ad aprile del 1987, che accadde un episodio inaspettato.

Ero particolarmente interessato alla figura di monsignor Faggiano. In paese il nome di questo grande sacerdote-passionista, io e tantissime altre persone lo avevamo pronunciato numerose volte, e tuttora lo pronunciamo frequentemente; e questo anche per un fatto molto semplice: esiste una via importante, quella che conduce da Salice verso Guagnano, intitolata proprio al Vescovo di Cariati.

La curiosità di accostarsi a questa personalità per approfondirne la conoscenza, dunque, c’era ed era particolarmente forte. Fu per tale motivo che decidemmo di dedicare un saggio a monsignor Faggiano. Ma dove prendere le notizie? Sapevamo dell’esistenza di un bellissimo volume di padre Anselmo Librandi dedicato a monsignor Faggiano[2] e avevamo letto le pagine a lui dedicate da Giovanni De Nisi[3], ma si voleva qualcosa di inedito. Come fare?

Il volume di P. Librandi

Mi venne l’idea, dunque, di scrivere al santuario di Madonna d’Itria di Cirò Marina, dove le spoglie mortali di monsignor Faggiano riposano accanto all’altare, in una tomba rivestita di granito rosso, sulla quale è collocato, ad un livello superiore, un bellissimo busto in bronzo realizzato dallo scultore salentino Salvatore Spedicato (artista di spessore, conosciuto anche per aver diretto per tanti anni l’Accademia delle Belle arti di Lecce).

Speravo e mi aspettavo un riscontro da parte di qualche studioso padre passionista, cortesemente disponibile a scrivere qualcosa di nuovo su monsignor Faggiano. Invece, proprio da quella lettera, scaturì l’episodio di cui accennavo prima. Un episodio destinato ad arricchirmi di un’esperienza spirituale, culturale ed umana di particolare importanza. Era l’inizio di qualcosa di molto grande, più di quanto io avessi potuto pensare in quei primi momenti.

Una mattina un Passionista si presentò in Biblioteca comunale, dove normalmente preferivo svolgere, oltre che la funzione di responsabile del Crsec (Centro regionale servizi educativi e culturali) di Salice Salentino, anche quella riveniente dalla carica di assessore comunale. Era Padre Lombardo Lonoce. Entrò nel mio Ufficio con molta discrezione e quasi col timore di arrecare disturbo. Ci presentammo. Appena sentii la sua provenienza, Cirò Marina, immediatamente gli dissi che proprio in quei giorni avevo scritto al santuario di Madonna d’Itria per avere notizie di monsignor Faggiano e che aspettavo una risposta. Lui, con un sorriso che infondeva dolcezza e serenità, assieme a qualcosa che in quel momento non sapevo spiegarmi, ma che oggi chiaramente posso definire candore e purezza d’animo, affermò:

– Sono io la risposta alla tua lettera. Sono venuto apposta da Cirò per conoscerti.

P. Lombardo Lonoce

Fu il primo dei numerosi incontri che precedettero la realizzazione di iniziative rilevanti per la conoscenza culturale, spirituale e pastorale di monsignor Faggiano. Dopo quell’incontro, il successivo rapporto di collaborazione con padre Lombardo Lonoce si trasformò, via via, in fraterna amicizia. Un’amicizia negli anni mai incrinata e senza alcuna parentesi d’incertezza; nemmeno quando, per lunghi periodi, padre Lombardo si è dovuto allontanare dall’Italia per aiutare le missioni della sua Congregazione, attive in India, Tanzania, Kenya, Brasile, Nigeria e così via.

Ma, dicevo sopra, bisogna andare con ordine. Nelle settimane seguenti si ebbero i frutti del primo provvidenziale incontro con Padre Lombardo: la pubblicazione, intorno alla prima metà di aprile del 1987, del “Quaderno di Ricerca – Costumi e storia del Salento” contenente, fra gli altri, l’articolo “Mons. Eugenio Raffaele Faggiano, il Vescovo dalle mani bucate” di Padre Anselmo Librandi[4]. Si trattava di un estratto, prezioso e ben scritto, del volume di Librandi[5]: non era l’apporto biografico inedito che all’inizio avevo chiesto, ma ai fini divulgativi e per iniziare andava ugualmente benissimo perché, fra l’altro, di firma autorevole.

Alcuni giorni dopo, dal 23 al 26 aprile 1987, a Salice Salentino, in occasione del 50° anniversario della Consacrazione Episcopale di monsignor Faggiano, furono messe in campo una serie di iniziative, alle quali partecipò anche una delegazione (di fedeli e sacerdoti) della ex Diocesi di Cariati, che avevano l’obiettivo di soddisfare la necessità della comunità locale di avvicinarsi alla figura di monsignor Faggiano.

Furono giornate vissute con entusiasmo e grande partecipazione, tutte organizzate dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione e Cultura di Salice, da me diretto, in collaborazione con i Missionari Passionisti di Puglia, Lucania e Calabria e con le Parrocchie locali “San Giuseppe” (parroco don Carmine Canoci) e “Santa Maria Assunta” (arciprete don Mario Melendugno). Vi furono, in particolare, incontri con gli studenti della scuola media statale, con i giovani delle Comunità parrocchiali presso la Chiesa “San Giuseppe” e un recital su Maria, Madre di Gesù, dal titolo “Semplicemente donna”, a cura dei giovani della Comunità di Lappano (Cosenza), animata dal compianto parroco don Saverio Greco. Quest’ultima iniziativa, testi di Sergio Repetto, musiche di Ugo Robotti, regia di Mario Lifrieri, si tenne con successo nella Chiesa Madre “Santa Maria Assunta” il 24 aprile 1987, alle ore 19.30.

Il programma delle manifestazioni si chiuse il 26 aprile 1987, alle 19, nella Chiesa Madre “Santa Maria Assunta”, con l’incontro culturale sulla figura e sull’opera di monsignor Eugenio Raffaele Faggiano. Dopo i saluti dell’avvocato Salvatore Innocente (1941-2001), all’epoca vicesindaco di Salice, e di padre Lombardo Lonoce, i lavori furono introdotti dal giornalista Franco Libera (1925-2013). Prese la parola, dunque, monsignor Francesco Rizzuti (1923-1988), vicario generale dell’Archidiocesi Rossano-Cariati, che trattò il tema “I miei giorni con Monsignor Faggiano”. Seguirono gli interventi di padre Ireneo Materdomini, superiore provinciale dei Passionisti di Puglia-Lucania-Calabria, di don Mario Melendugno (1920-2001), arciprete della Parrocchia “Santa Maria Assunta” di Salice Salentino, e del poeta salicese Franco Colletta (1926-2017). L’incontro si chiuse con l’intervento di monsignor Settimio Todisco, Arcivescovo di Brindisi. Quest’ultimo, fra l’altro, affermò che l’incontro rappresentava una “pagina di storia” importante sulla figura di monsignor Faggiano.

L’iniziativa, è quasi superfluo sottolinearlo, dal punto di vista della partecipazione, ebbe un grandissimo riscontro da parte di cittadini, fedeli e religiosi. La Chiesa stracolma di gente, peraltro, ospitò numerose personalità del mondo ecclesiastico, politico, culturale ed economico del Salento. Fra questi, in prima fila sedevano Salvatore Fitto, presidente della Regione Puglia, Nicola Quarta, deputato e già presidente della Regione Puglia, Salvatore Leone de Castris, presidente della Camera di Commercio di Lecce[6].

Il ciclo di iniziative si chiuse, infine, nel giugno 1987 con la pubblicazione degli Atti dell’incontro a cura dei Passionisti di Manduria[7].

Le manifestazioni di Salice, con grande soddisfazione dei promotori, risultarono quasi propedeutiche e beneauguranti, per così dire, rispetto all’eccezionale evento che si registrò successivamente a Cariati.

Nell’autunno del 1987, attraverso un pubblico manifesto della Congregazione dei Passionisti, i fedeli appresero infatti l’avvenuta formalizzazione del Decreto di “Inizio del Processo informativo per la Canonizzazione del Servo di Dio Eugenio Raffaele Faggiano”, sottoscritto da monsignor Giuseppe Agostino, Arcivescovo di Crotone-Santa Severina, “in comunione” con monsignor Serafino Sprovieri, Arcivescovo di Rossano-Cariati, a seguito del “Rescritto della Congregazione dei Santi approvato dal Sommo Pontefice Giovanni Paolo II (…)”. La motivazione dell’atto, sul manifesto veniva così spiegata: “Mons. Eugenio Raffaele Faggiano (…) è rimasto nella mente e nel cuore dei fedeli come una luce che si desidera risplenda in tutta la Chiesa di Dio”. Con lo stesso manifesto, infine, veniva resa nota la data di avvio della prima sessione del Processo informativo, fissata per il 20 novembre 1987, alle ore 16, nella Concattedrale “San Michele Arcangelo” di Cariati.

Il percorso verso l’inizio del Processo informativo diocesano per la canonizzazione di monsignor Faggiano, di cui il Decreto rappresenta tappa fondamentale, comunque era stato avviato circa due anni prima. Il 29 novembre 1985 può essere ritenuto il giorno in cui tutto ebbe inizio. In quella data, infatti, padre Lombardo Lonoce, in qualità di Postulatore nella causa di canonizzazione, in una lettera indirizzata all’Arcivescovo di Crotone-Santa Severina monsignor Giuseppe Agostino, così fra l’altro scrisse: “a nome proprio e del Superiore che gli ha affidato tale l’incarico, supplica Vs. E.za di voler benignamente dare inizio al Processo sulla vita e le virtù del suddetto Servo di Dio Raffaele Eugenio Faggiano”[8].

Arcivescovo G. Agostino

La lettera postulatoria, dopo essere stata all’attenzione dell’Arcivescovo Agostino, che ricopriva l’incarico anche di presidente della Conferenza Episcopale Calabra, il 24 gennaio 1986 venne esaminata da quest’ultima ottenendo l’unanime consenso dei Vescovi. In un promemoria dattiloscritto di Padre Lombardo Lonoce[9] viene spiegato che “Il giorno seguente, con una lettera firmata da tutto l’Episcopato Calabrese”, veniva chiesto alla Sacra Congregazione per le Cause dei Santi “di poter dare inizio all’inchiesta preliminare sulla vita, le virtù e gli scritti del Servo di Dio. La Sacra Congregazione concedeva subito tale facoltà con lettera del 14 febbraio 1986 firmata dal Cardinale Prefetto Pietro Palazzini e il 18 aprile 1986 procedeva alla nomina di tre Censori Teologici, affidando loro tutta la documentazione inviata dal Postulatore della Causa perché la esaminassero”.

“Terminato il lavoro dei Censori e conclusa l’inchiesta preliminare in data 16 maggio 1987 – aggiunge Padre Lombardo nel suo promemoria – l’Arcivescovo (Agostino, ndr.) esprimeva con soddisfazione alla Sacra Congregazione il suo voto favorevole circa l’attualità e la convenienza della Causa di Mons. Faggiano”[10].

A poco più di un mese dalla conclusione delle celebrazioni di Salice Salentino, infine, con nota del 9 giugno 1987 la Congregazione per le Cause dei Santi comunicò a monsignor Agostino “che, effettuate le opportune indagini, da parte della Santa Sede NULLA OSTA perché la Causa in parola possa essere avviata secondo la vigente legislazione”[11].

L’Arcivescovo Giuseppe Agostino, conseguentemente, l’autunno successivo, esattamente il 19 ottobre del 1987, festa di San Paolo della Croce, fondatore dei Passionisti, come detto decretò l’avvio del Processo per il 20 novembre, nella Concattedrale di Cariati[12].

Contestualmente al suddetto manifesto di annuncio del Decreto (autunno del 1987), in tutte le comunità calabresi interessate, fu diffuso un altro manifesto con il programma completo delle celebrazioni previste nelle giornate precedenti l’avvio del Processo. Anche se in forma più articolata e completa, in sostanza veniva riproposto lo stesso modulo tematico e di programmazione offerto a Salice Salentino nell’aprile precedente. In questo percorso le due comunità, in un certo senso, si ritrovarono “gemellate”, a conferma dello straordinario “filo” che già le univa: Salice Salentino per aver dato i Natali a monsignor Faggiano, Cariati per averlo avuto come Pastore diocesano. E chissà, può darsi che questo “gemellaggio” finora solo virtuale, un giorno possa divenire concreto, ufficializzato con atti formali consiliari da parte delle due Amministrazioni di Cariati e Salice Salentino.

Ecco, dunque, il programma delle celebrazioni di Cariati, svoltesi dal 14 al 20 novembre 1987. Il primo giorno, alle 17, nella Concattedrale San Michele Arcangelo, “Incontro culturale sulla figura e l’opera di Mons. Faggiano”. Relatori Maria Mariotti, presidente della Deputazione di storia patria per la Calabria, sul tema: “La pastoralità di Mons. Faggiano nel contesto storico-sociale-religioso in Calabria negli anni ’30-‘50”; monsignor Francesco Rizzuti, vicario generale della Archidiocesi Rossano-Cariati, sul tema “I miei giorni con Mons. Faggiano”; padre Antonio Perrone, missionario Passionista, sul tema “L’attività missionaria dei Passionisti nella Diocesi di Cariati durante l’Episcopato di Mons. Faggiano”. Fra gli interventi previsti: monsignor Serafino Sprovieri, Arcivescovo di Rossano-Cariati; monsignor Giuseppe Agostino, Arcivescovo di Crotone-Santa Severina, presidente della Conferenza Episcopale Calabra; padre Ireneo Materdonimi, superiore provinciale dei Passionisti. Moderatore: Romano Liguori, presidente di “Civitas Cariatensis”, Associazione culturale organizzatrice dell’incontro e di una mostra fotografica curata dallo stesso Romano Liguori e dall’architetto Saverio Liguori[13].

Dal 16 al 19 novembre, alle 17, sempre nella Concattedrale “San Michele Arcangelo”, si tennero incontri di preparazione spirituale animati da padre Antonio Perrone; il 19 novembre, alle 18, nella chiesa parrocchiale “Cristo Re”, andò in scena il recital musicale “Nuova civiltà”, a cura dei giovani di Lappano; il 20 novembre alle 16, infine, nella Concattedrale “San Michele Arcangelo”, vi fu l’inizio del Processo canonico informativo sulla vita, le virtù e le opere di monsignor Faggiano.

Quest’ultimo fondamentale appuntamento fu preceduto dalla Concelebrazione solenne della Santa Messa, da parte dei Vescovi della Calabria e di oltre 50 Sacerdoti partecipanti (compreso i salicesi don Mario Melendugno e il francescano padre Guido Epifani), presieduta da monsignor Aurelio Sorrentino, Metropolita di Reggio Calabria-Bova. L’Omelia fu a cura di monsignor Serafino Sprovieri. La prima sessione del Processo, infine, fu presieduta da monsignor Giuseppe Agostino che avviò i lavori con la presentazione e il giuramento dei membri del Tribunale (don Alfonso Siniscalco, giudice delegato, monsignor Antonino Terminelli, promotore di giustizia, don Renzo Bagarolo, notaio attuario, e padre Serafino Pugliese, Passionista, notaio aggiunto).

Oltre ai monsignori Sorrentino, Agostino e Sprovieri, alle celebrazioni del 20 novembre nella Concattedrale di Cariati intervennero Dino Trabalzini, Arcivescovo di Cosenza-Bisignano; Domenico Tarcisio Cortese, Vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea; Vincenzo Rimedio, Vescovo di Lamezia Terme. Fra i presenti anche monsignor Orazio Semeraro, Vescovo di Cariati dal 1957 al 1967, successore di monsignor Faggiano; Nicola Zaccaro, amministratore Diocesano di Cassano Jonio; Mario Pietro Tamburi, amministratore Apostolico dell’Eparchia di Lungro; padre Ireneo Materdomini, Provinciale dei Passionisti; monsignor Giuseppe D’Ascola, Consultore della Sacra Congregazione per le Cause dei Santi; Padre Carlos Lizarraga, Postulatore Generale dei Passionisti.

Secondo la cronaca della giornata pubblicata sulla rivista passionista “La Missione” a firma di don Renzo Bagarolo[14], Arciprete della Concattedrale di Cariati, all’evento furono presenti oltre 3mila persone, provenienti da tutta la Calabria, da Cariati in particolare, e dalla Puglia, in primo luogo da Salice Salentino e Manduria.

Don Bagarolo, nel suo resoconto, fra l’altro riferisce che monsignor Serafino Sprovieri, nella sua omelia, risaltò “con profondità le doti di Mons. Faggiano, e più ancora il grande coraggio e la grande passione con cui visse il suo ministero pastorale ed episcopale; la sua premura per la santificazione del Clero, la sua delicata e attenta carità per la povertà di Cariati e della Diocesi, che sposò amandola con amore disarmante e totale; la sua profonda pietà ed il suo incondizionato attaccamento alla Chiesa; la preoccupazione per la catechesi e la dignità della Liturgia”[15].

Alle celebrazioni parteciparono numerose autorità civili e militari della Calabria, ma anche una delegazione ufficiale (con gonfalone) del Comune di Salice Salentino formata, fra l’altro, dallo scrivente, assessore comunale, da Franco Libera, capogruppo consiliare, Danilo Caraccio, consigliere comunale, Rino Fantastico, artista e docente, Angelo Monte e Fernando Lezzi, agenti della Polizia municipale, e da numerosi cittadini giunti a Cariati con propri automezzi. Da Salice, peraltro, arrivò anche un pullman con un gruppo di fedeli guidati dal francescano padre Guido Epifani, superiore del Convento “Madonna della Visitazione”, comprendente i familiari di monsignor Faggiano, nonché Paola Gentile Faggiano, responsabile del Consiglio pastorale della Parrocchia “Santa Maria Assunta”, Luigi Simmini, rappresentante della Parrocchia San Giuseppe e poeta dialettale locale, e tanti altri cittadini.

L’avvocato Salvatore Innocente, nel frattempo divenuto sindaco di Salice Salentino, in occasione dell’inizio del Processo di canonizzazione di Monsignor Faggiano, in data 18 novembre 1987 aveva inviato al sindaco di Cariati una nota nella quale fra l’altro scriveva: “A nome dell’intera popolazione salicese, nel mentre saluto il popolo di Cariati, che fu porzione eletta dell’opera pastorale di monsignor Faggiano, formulo voti che questo ponte ideale che unisce i nostri due paesi, possa, in avvenire, costituire un elemento di aggregazione e, nel contempo, essere motivo di sempre più fecondi rapporti tesi alla crescita civile e morale delle nostre genti”[16].

Dopo l’insediamento, il Tribunale si mise subito al lavoro tenendo, fino al 31 dicembre 1987, otto sessioni durante le quali furono interrogati sei testimoni, compreso monsignor Francesco Rizzuti, poi improvvisamente scomparso il 31 gennaio 1988.

Il Processo informativo diocesano per la canonizzazione del Servo di Dio Eugenio Raffaele Faggiano durò oltre tre anni e mezzo. Registrò complessivamente circa 80 sessioni con l’ascolto di quasi cento persone “che hanno riferito delle virtù, della vita e delle straordinarie opere di Eugenio Raffaele Faggiano”[17]. Venne chiuso esattamente il 27 giugno 1991, alle 18, con l’ultima sessione celebrata in forma solenne presso il Santuario “Madonna d’Itria” a Cirò Marina. L’altare, per l’occasione, fu allestito all’esterno. Sul sagrato del Santuario, dove si svolse la celebrazione, furono collocati i gonfaloni dei Comuni di Salice Salentino, Cariati e Cirò Marina.

Alla Concelebrazione eucaristica di quel giorno, come si legge nell’apposito manifesto, furono invitati tutti i Vescovi della Calabria e il Reverendo generale dei Passionisti padre José Augustin Orbegozo.

Ovviamente, le conclusioni e tutta la documentazione afferente il  Processo (nove volumi istruttori contenenti svariati documenti), nelle settimane successive furono trasmesse a Roma, alla Congregazione per le Cause dei Santi, per l’ulteriore iter, necessario prima di arrivare all’eventuale riconoscimento, da parte della Santa Sede, della eroicità delle virtù, per la dichiarazione della venerabilità del servo di Dio. Stiamo parlando, ovviamente, di un procedimento che, il più delle volte, per molteplici motivazioni prettamente “teologiche” e procedurali ecclesiastiche, può richiedere molto tempo, anche diversi decenni. Nel caso di Monsignor Faggiano sono passati trent’anni, ma nulla si è fermato. La sua immensa figura religiosa, il suo messaggio d’amore, il suo impegno per la carità sono sempre ”vivi”.

In questa parentesi d’attesa non sono mancate altre celebrazioni e ulteriori incontri a lui dedicati. Fra questi, a parte quelli sopra ricordati e quello recente di Umbriatico, nel 2016  la figura e l’opera di monsignor Faggiano furono al centro di un altro importante convegno a Cariati, nell’ottantesimo anniversario della sua consacrazione episcopale (1936-2016). La manifestazione si svolse il 24 novembre, alle ore 17, nella Concattedrale.

L’incontro, promosso dagli storici Franco e Romano Liguori, fu organizzato in collaborazione con l’Arcidiocesi di Rossano-Cariati, con il patrocinio del Comune di Cariati e della Deputazione di Storia Patria per la Calabria. Intervennero  monsignor Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Rossano-Cariati, don Alfonso Siniscalco, giudice delegato nel Processo informativo per monsignor Faggiano, don Carmine Canoci, parroco della Chiesa Madre “Santa Maria Assunta” di Salice, padre Peppe Pane, superiore del convento passionista “Madonna d’Itria” di Cirò Marina, e Filomena Greco, sindaco di Cariati. Relatori furono i docenti Franco Liguori (“Il Vescovo Faggiano e  il contesto storico-sociale-religioso della Diocesi di Cariati negli anni del suo episcopato”) e Romano Liguori (“Il magistero episcopale di Mons. Faggiano attraverso le sue lettere pastorali”). Moderatore Salvatore Martino, direttore del Centro studi “Bachelet”.

Il saggio di F. e R. Liguori

Per l’occasione, gli studiosi Franco e Romano Liguori realizzarono un’interessante pubblicazione di 60 pagine[18] dedicata a monsignor Faggiano contenente, nella prima parte, il saggio “Mons. Eugenio Raffaele Faggiano, un vescovo della Calabria tra fascismo e democrazia (Cariati 1936 – 1956)”, già pubblicato nel volume “La Calabria dall’Unità al secondo dopoguerra – Liber amicorum in onore di Pietro Borzomati”, a cura di Pantaleone Sergi (2015), e nella seconda parte, la ricostruzione degli eventi di Cariati “legati alla figura del vescovo Faggiano”[19].

Il 9 febbraio 2017, alle ore 9.30, ad Umbriatico, nella Basilica di “San Donato”, si tenne con successo, infine, il convegno “Il vescovo Eugenio R. Faggiano e Mons. Alessandro Vitetti, testimoni di fede ad Umbriatico”. L’iniziativa, promossa dalla locale Amministrazione comunale in collaborazione con la Parrocchia “San Donato”, fu curata da Alfonso Calabretta, responsabile dell’Ufficio comunicazione del Comune, assieme alla fotografa Valentina Pirillo e all’esperto di comunicazione Marco Parrilla. L’evento fu particolarmente rilevante perché arricchito da una preziosa mostra di paramenti e oggetti personali appartenuti a monsignor Faggiano e monsignor Vitetti. L’esposizione rimase aperta fino al successivo 25 marzo. Relatori del convegno, organizzato in occasione dell’80° anno dell’edificazione del seminario estivo di Perticaro, furono Padre Peppe Pane e Padre Edoardo Caruso. Fra i presenti, il sindaco di Umbriatico Rosario Pasquale Abenante, nonché Antonio Gallella e Francesco Mussuto, rispettivamente vicesindaco e assessore alla Cultura di Cirò Marina. Durante la serata si esibirono il Coro della Parrocchia e la giovane cantante Rosalba Truglio. Il 6 agosto 2017, alle ore 16.30, l’inaugurazione del seminario vescovile di Perticaro (avvenuta precisamente il 10 agosto 1937), fu ricordata anche con una Santa Messa, nell’area esterna dello stesso seminario, concelebrata da padre Edoardo Caruso, con intervento del padre passionista Cosimo Chianura.

A conclusione di questo scritto riguardante alcuni incontri e celebrazioni dedicati a monsignor Faggiano, nonché fasi pubbliche del Processo per la sua canonizzazione, non resta che formulare l’augurio che l’illustre Passionista salicese possa molto presto essere ecclesiasticamente e definitivamente riconosciuto figura esemplare, non solo per i calabresi e i salentini che tuttora lo conservano vivo nel cuore, ma anche per tutto il popolo della Chiesa affinché a lui possa fare riferimento come Luce splendente sul cammino della fede.

Rosario Faggiano
© Riproduzione riservata

 

Foto in alto: monsignor Eugenio Raffaele Faggiano (1877-1960)

 

Visita canonica di monsignor Faggiano alle Parrocchie della Diocesi

Umbriatico, celebrazioni del 26 novembre 2021 nella Basilica di San Donato

Salice, Chiesa “Santa Maria Assunta”, recital “Semplicemente donna” (24 aprile 1987)

Salice, consegna targa ricordo ai rappresentanti della Comunità di Lappano (24 aprile 1987) 

 Chiesa “Santa Maria Assunta” Salice Sal., incontro del 26 aprile 1987, il tavolo dei relatori

Salice, incontro del 26 aprile 1987, la chiesa “Santa Maria Assunta” gremita di fedeli, sacerdoti e autorità

Salice, autorità presenti all’incontro (da sin.: Quarta, Fitto, Innocente e Leone de Castris)

Cariati, 20 novembre 1987, i gonfaloni della città calabrese e di Salice vengono portati nella Concattedrale

Cariati, inizio Processo canonizzazione, 20 novembre 1987, i vescovi e i sacerdoti entrano nella Concattedrale

Concattedrale Cariati, un’immagine dei vescovi e sacerdoti  verso l’altare maggiore

Concattedrale Cariati, Concelebrazione eucaristica

Insediamento Tribunale, firma dei vescovi

Autorità calabresi e salentine presenti alle celebrazioni di Cariati

Santuario “Madonna d’Itria” di Cirò Marina, 27 giugno 1991, celebrazione chiusura Processo

Fedeli presenti alla chiusura del Processo

Concattedrale di Cariati, un’immagine del convegno del 24 novembre 2016

Basilica di Umbriatico, mostra di paramenti e oggetti di monsignor Faggiano (9 febbraio 2017)

Basilica di Umbriatico, mostra di paramenti e oggetti di monsignor Faggiano (9 febbraio 2017)

Porticaro, Santa Messa nell’area esterna del Seminario vescovile (6 agosto 2017) 

Santuario Madonna d’Itria di Cirò Marina, tomba di monsignor Faggiano 

Cirò Marina, Santuario Madonna d’Itria

 

* * * * *

Manifesti e locandine delle celebrazioni

 

 

* * * * *

Copertina de “La Missione” dedicata all’evento di Cariati del 20 novembre 1987

 

 

Note

[1] R. FAGGIANO, Presentazione, in “Quaderno di Ricerca – Costumi e Storia del Salento”, Grafiche Panico, Galatina, febbraio 1985,  pp. 3-4; IDEM, L’attività del Crsec di Salice Salentino nel 1985, in “Quaderno di Ricerca – Costumi e Storia del Salento”, Grafiche Panico, Galatina, Marzo 1986,  pp. 5-11; IDEM, Attività culturali e educazione permanente, in “Quaderno di Ricerca – Costumi e Storia del Salento”, Grafiche Panico, Galatina, aprile 1987,  pp. 5-16; IDEM, La Biblioteca comunale di Salice Salentino, in “Quaderno di Ricerca – Costumi e Storia del Salento”, Grafiche Panico, Galatina, giugno 1988,  pp. 5-20; IDEM, Il Quaderno di Ricerca (1984-1989), in “Quaderno di Ricerca – Costumi e Storia del Salento”, Grafiche Panico, Galatina, ottobre 1989,  pp. 5-20.
[2] P. A. LIBRANDI, Mons. Faggiano, il vescovo dalle mani bucate, Tiemme, Manduria, aprile 1978.
[3] G. DE NISI, Salice Terrae Hidrunti, Esse-Gi-Esse, Ostia Lido di Roma, pp. 231-234.
[4] P. A. LIBRANDI, Mons. Eugenio Raffaele Faggiano, il Vescovo dalle mani bucate, in “Quaderno di Ricerca – Costumi e storia del Salento”, Grafiche Panico, aprile 1987, pp. 17-50.

[5] P. A. LIBRANDI, Mons. Faggiano, il vescovo… op. cit.
[6] Una cronaca delle giornate salicesi dedicate a monsignor Faggiano è riportata in un articolo di R. FAGGIANO, dal titolo “Salice ricorda il suo Vescovo”, in “La Missione”, periodico dei Passionisti, n. 4, maggio giugno 1987, pp. 10-11.

[7] AA.VV., Atti dell’incontro su Mons. Eugenio Raffaele Faggiano (1877-1960), Passionista vescovo di Cariati, Salice Salentino 23-27 aprile 1987, pro manuscripto a cura dei Passionisti, Manduria, giugno 1987.
[8] ARCHIVIO PRIVATO ROSARIO FAGGIANO (da qui in avanti APRF), lettera del 29 novembre 1985 di padre Lombardo Lonoce a mons. Giuseppe Agostino, Arcivescovo di Crotone.
[9]  Ivi, dattiloscritto di Padre Lombardo Lonoce.
[10] Ivi.
[11] Ivi, lettera del 9 giugno 1987 del card. Pietro Palazzini, Prefetto, e Traiano Crisan, segretario,  entrambi della Congregazione della Causa dei Santi, a Mons. Giuseppe Agostino, Arcivescovo di Crotone – S. Severina.
[12] Ivi, dattiloscritto di Padre Lombardo Lonoce.
[13] Ivi.
[14] D. R. BAGAROLO, Commozione e incontenibile entusiasmo a Cariati per l’inizio della causa di Canonizzazione di Mons. Eugenio R. Faggiano, in “La Missione”, periodico dei Passionisti, n. 8,  dicembre 1987, pp. 8-9.
[15] Ivi, pag. 8.
[16] APRF, lettera del 18 novembre 1987 del sindaco di Salice Salentino, avvocato Salvatore Innocente, al sindaco del Comune di Cariati.
[17] A. TERMINELLI, Si chiude il processo al “vescovo dalle mani bucate”, in “Il Crotonese”, 25-27 giugno 1991. 
[18] F. LIGUORI-R. LIGUORI, Mons. Eugenio Raffaele Faggiano, Passionista e Vescovo di Cariati dal 1936 al 1956, Cariati, 2016.
[19] Ivi, pagg. 3-4.