I promotori: “Vogliamo una città inclusiva, meno inquinata e più verde. Troppi morti e feriti sulle strade della città, è il momento di cambiare”
Sono oltre 1.300 i cittadini che hanno sottoscritto la petizione popolare per chiedere che Lecce diventi una città 30. La petizione, corredata dalle firme, è stata consegnata al Comune di Lecce nei giorni scorsi, nel corso di un incontro a Palazzo Carafa con il sindaco Adriana Poli Bortone.
“La petizione rispetta – viene spiegato in una nota dei promotori – le procedure previste dallo Statuto che disciplina gli strumenti della partecipazione e che fissa a 500 la soglia minima affinché il Consiglio comunale prenda in esame la proposta elaborata e sottoscritta dai cittadini. La campagna per la raccolta di firme, partita nel marzo scorso, è promossa dal movimento di cittadinanza attiva LeccePedala a cui ha aderito un cartello di ben 40 associazioni e realtà sociali della città, ed è nata nel solco dell’esperienza di 30logna, all’interno del network Italia30 cui aderiscono movimenti e associazioni di una decina di capoluoghi”.
“Ci aspettiamo che il nuovo Consiglio comunale – affermano Adriana De Carlo e Andrea Alba, portavoce di LeccePedala – prenda in esame senza pregiudizi questa articolata proposta. La nostra non è affatto una battaglia ideologica, ma semplicemente una campagna per elevare la sicurezza della città per gli utenti fragili, a iniziare da pedoni e ciclisti. Città 30 è Bologna ma lo è anche Olbia, città che ha adottato questa misura così radicale fin dal 2021 registrando notevoli benefici. Città 30 sono soprattutto tutte le città più evolute in tutta Europa al di là degli schieramenti politici”.
Durante l’incontro il sindaco Poli Bortone ha sottolineato la necessità di dar vita a un nuovo sistema di mobilità sostenibile “ad iniziare dal rafforzamento dei trasporti pubblici urbani per far fronte ad un traffico automobilistico urbano su cui grava l’ingresso di ben 108mila auto al giorno”. Quanto agli strumenti di partecipazione, il primo cittadino ha prospettato la possibilità di ricorrere a un referendum per registrare la volontà dei cittadini e ha preannunciato l’apertura di un tavolo tecnico della mobilità.
Nella petizione, indirizzata al sindaco e al presidente del Consiglio comunale, viene chiesto di “fissare al 1° gennaio 2026 l’attuazione di Lecce30, estendendo il limite di velocità di 30 km/h a tutte le strade locali urbane possibili secondo le norme e le direttive in essere, esclusi gli assi di scorrimento urbano, e adottando nel contempo e progressivamente una serie di misure collaterali”.
“Con la consegna delle firme – spiegano De Carlo e Alba – la nostra attività è solo all’inizio. Nell’augurarci che il Consiglio comunale recepisca le istanze della cittadinanza attiva, porteremo avanti questa proposta in tutte le sedi facendone il perno delle nostre attività nei prossimi mesi. La sicurezza di pedoni e ciclisti (e degli stessi automobilisti) deve venire prima di ogni altra considerazione”.
La campagna Lecce30 è stata sostenuta attraverso il sito www.lecce30.it, che riporta dati e statistiche scientifiche a sostegno della città 30 con riferimenti anche alla realtà urbana di Lecce. Hanno sottoscritto la petizione: Fiab Lecce Cicloamici, Legambiente Puglia, Arci, Adoc Lecce, Fai delegazione di Lecce, Soroptimist International Club Lecce, Sale della Terra, Link, Udu, Salento Bici Tour, Veloservice Lecce, CPK Lecce, Ciclofficina Onza Onza, Città Fertile, Salento E-Cycling, Lupi del Salento, Tortuga Mtb, Teatro Koreja, Associazione Opera Prima, Db d’essai, Camera a Sud/Crocevia, Mollare Mai, Fondazione Div.ergo onlus, Costruiamo Inclusione, PosSiamo aps, Life Walking, Fucina Salentina, Tagghiate Urban Factory, Oikos, Todo Modo, Rione Santa Rosa aps, Prossima, Metamor Architetti e Associati, LUA Laboratorio Urbano Aperto, Vulcanicamente, Anief Unisalento, Cobas Unisalento, Manifatture Knos, Km97.