"Parabola" moderna - 24 Dic 2020

Può tornare utile…

Una “parabola” moderna firmata da don Carmine Canoci


Spazio Aperto Salento

«Don, ti comunico che in chiesa non vengo più!»

Così disse al parroco un giovane che frequentava la parrocchia. Il sacerdote chiese il perché.

Il giovane rispose: «Eh! quando vengo in chiesa devo sentire sempre uno che parla male di un altro; il lettore che non legge bene; lo stesso canto ormai è un po’ ’elitario’, non è più del popolo; tante persone che durante la messa sbirciano in continuazione il cellulare; si vedono tante teste che non stanno mai ferme, girano a destra/sinistra/dietro e anche quando stanno ferme sembra che non guardino l’altare, ma l’acconciatura o il vestito di chi sta avanti; fuori c’è più silenzio che dentro, non mi va…».

Il vecchio e saggio parroco, apparentemente distratto e indaffarato, disse: «Si va bene, ma prima voglio che tu mi faccia un favore: conta quante luci in chiesa sono accese e quante invece vanno sostituite. Dopo di che, puoi pure andare».

Il giovane restò un po’ meravigliato (temeva, infatti, di dover vedere il prete quasi in ginocchio e supplicarlo a restare, tipo proposte di matrimonio al tempo d’oggi), ma pensò: mi è andata bene!

Con giusta attenzione, fece ciò che gli era stato chiesto. Quando ebbe finito ritornò dal sacerdote che, preso atto del gesto compiuto, gli chiese: «Dimmi quando stavi controllando le luci, hai visto o sentito chi parlava male dell’altro?»

Il giovane: «No!»

«Hai visto gente che, a destra o a sinistra, curiosava?»

Il giovane: «No!»

«Hai visto qualcuno che maneggiava il cellulare?»

Il giovane: «No!»

«Sai perché? Eri concentrato su ciò che stavi facendo per non sbagliare. Lo stesso è nella nostra vita. Quando il nostro sguardo e la nostra attenzione sarà unicamente rivolta a Gesù Cristo, non avremo tempo di vedere gli errori delle persone».

Chi va via dalla Chiesa a causa delle persone non è mai entrato, sin dall’inizio, a motivo di Cristo…

P.S. Interessante la storiella vero? C’è da riflettere. É un modo come un altro per salutarti. Ciao!

Don Carmine Canoci