Le sculture “dinamiche” dell’artista toscano trasmettono messaggi di pace e speranza. Rimarranno installate a Martina Franca, Cisternino e Locorotondo fino al 18 marzo 2026
L’arte, nella sua espressione più elevata, ha il potere di trascendere i confini fisici e temporali, creando un dialogo profondo tra l’opera, lo spazio e l’osservatore. In questo contesto, Andrea Roggi si distingue come uno scultore italiano di fama internazionale, la cui visione artistica intreccia l’esperienza umana con il mondo naturale, dando vita a opere dinamiche e ricche di significato simbolico. Il suo lavoro si manifesta con particolare risonanza nel progetto Radici di Umanità, un’iniziativa artistica e culturale diffusa che ha trasformato i centri storici di Cisternino, Locorotondo e Martina Franca, nella suggestiva Valle d’Itria, in una galleria d’arte a cielo aperto.
Questo progetto, frutto di una significativa collaborazione tra le amministrazioni comunali, si configura come un messaggio potente di pace, speranza e fiducia nell’umanità, profondamente simboleggiato dall’ulivo, elemento iconico del paesaggio pugliese. L’iniziativa non è una semplice esposizione temporanea, ma un impegno culturale a lungo termine, estendendosi fino al 18 marzo 2026, sebbene abbia avuto inizio a Martina Franca già nel giugno 2024 in occasione del G7. Questa estensione temporale suggerisce un investimento culturale strategico e duraturo, volto a integrare l’arte nella vita quotidiana puntando a un impatto culturale sostenuto.
Andrea Roggi nasce a Castiglion Fiorentino (Arezzo) nel 1962 e sin dall’adolescenza coltiva numerosi interessi, tra cui la pittura e la poesia, prima di avvicinarsi gradualmente alla scultura. La sua formazione scultorea si arricchisce in seguito a un breve periodo di frequentazione dello studio di Enzo Scatragli, artista originario di Castiglion Fiorentino. Un momento cruciale che segna la vera svolta artistica di Andrea Roggi è rappresentato dalla visita alla Basilica di Santa Maria Novella a Firenze dove rimane affascinato dall’intenso effetto plastico e tridimensionale dell’affresco La Trinità di Masaccio (1401-1428).
Nel 1991, forte di numerose sperimentazioni pratiche e di una magistrale preparazione tecnica, Roggi fonda il suo laboratorio artistico La Scultura di Andrea Roggi nella città natia. Qui, con l’aiuto dei suoi assistenti, riesce a creare opere in bronzo di grandi dimensioni, ricche di dettagli, lavorando con l’antica tecnica della fusione a cera persa. Tuttavia, la sua ricerca artistica non si ferma: nel 2017, affascinato dalle imponenti cave di Pietrasanta, l’artista estende la sua produzione al marmo, mentre nel 2020 inizia ad utilizzare anche l’acciaio inossidabile.
A testimonianza dell’instancabile ricerca, Roggi è anche l’inventore e detentore del brevetto di una nuova tecnica di fusione, chiamata “fusione dinamica”. Questa nuova procedura trova le sue basi nella fusione a cera persa a guscio ceramico; tuttavia, differentemente dal metodo classico, il bronzo fuso viene colato in uno stampo in movimento, permettendo all’artista di ottenere opere bronzee con superfici ricche di dettagli, di nuove forme e spessori. La “fusione dinamica” non è solo un’innovazione tecnica, ma una diretta manifestazione della sua filosofia artistica, in particolare dei suoi temi sull’energia della vita, l’ascesa e il superamento dei limiti convenzionali. La capacità di sospendere il pesante bronzo in equilibri delicati incarna visivamente la leggerezza, la speranza e la trascendenza che sono centrali nel suo lavoro.
Dalla fine degli anni ’90, Roggi è stato un promotore di Art for Young, con l’obiettivo di risvegliare la passione per l’arte nei giovani in tutte le sue forme, movimento artistico culminato nella realizzazione del progetto Il Parco della Creatività, un suggestivo giardino decorato con alcune delle sue opere più significative divenuto un mosaico di visioni e speranze condivise.
Al centro della sua indagine artistica vi è l’umanità, con le sue vite imprevedibili e complesse, esplorate con meticolosa attenzione ai dettagli e una resa plastica esaustiva della figurazione nella sua inscrutabile unicità.
Il progetto Radici di Umanità è affidato alla curatela di Felicia Cigorescu, direttrice creativa e artistica, la quale sceglie l’ulivo come leitmotiv della mostra, una scelta simbolica che collega temi universali di pace e di speranza al patrimonio culturale e naturale specifico della Puglia. Per l’artista, l’albero è una «metafora dell’uomo»: come le radici traggono il meglio dalla terra, così l’uomo deve saper assimilare ciò che è buono e trasformarlo in dono per le generazioni future, proprio come l’olivo con i suoi frutti. Le opere sono sculture che respirano, alberi in preghiera, mani sospese a cercarsi, corpi che si fondono l’uno nell’altro.
Martina Franca funge da polo centrale per il progetto Radici di Umanità esponendo le sculture in bronzo, attraverso le quali prende vita nel centro storico un percorso artistico ed emozionale. Attualmente, delle sei opere esposte nel 2024 ne restano cinque: Energia della vita, nel Chiostro di San Domenico; Il Cerchio infinito della Vita, in piazza Maria Immacolata; Campana Incontro tra i Popoli, di fronte alla Basilica di San Martino; Il Volo della Conoscenza, in piazza Roma; Il Futuro siamo Noi, in piazza Sant’Antonio. «Mi piace immaginare che queste opere si coniughino con il contesto architettonico ed ambientale che le ospita – sostiene Roggi – e che, insieme ad esso, favoriscano la commozione nella gente che passa di lì». Quindi non si tratta solo di una collezione di sculture, ma di un’esperienza narrativa progettata per guidare lo spettatore attraverso il tessuto urbano. Questo approccio trasforma la città stessa in uno spazio espositivo dinamico, dove l’architettura storica e la vita quotidiana diventano parte della narrazione artistica, rendendo l’esposizione più immersiva e memorabile.
La scultura Il Futuro siamo Noi richiama le due opere esposte a Cisternino e Locorotondo, le quali riprendono il tema dell’albero d’ulivo. In particolare, l’opera di Martina Franca poggia su un alto basamento in pietra dal quale si intreccia un tronco formato da una figura maschile e una femminile. Le due silhouette vengono divise violentemente da uno squarcio profondo che le obbliga lentamente a separarsi, mentre le loro braccia mutano in rami d’ulivo, quasi a voler ricordare il mito di Apollo e Dafne.
A Cisternino, l’opera Le Radici della Rinascita gode di un ampio spazio espositivo che le consente di comunicare costantemente con l’osservatore, con il paese e con la Valle d’Itria, trasmettendo dei messaggi di pace, speranza e fiducia per l’umanità. L’albero bronzeo si affaccia su via San Quirico mediante il supporto di un piedistallo lapideo, il quale ne eleva la posizione e ne conferisce il ruolo di monumento cardine al crocevia tra il centro storico e il resto del paese. Passeggiando sul Ponte della Madonnina ci rendiamo conto che, avvicinandoci lentamente alla scultura di Roggi, le linee di un semplice albero di ulivo assumono delle forme sempre più complesse rivelando le reali intenzioni dell’artista. In effetti, ogni opera si svela in due tempi: l’incanto fulmineo del primo sguardo e, poi, la profondità silenziosa che affiora nei dettagli scolpiti da Roggi.
L’albero bronzeo si articola, a partire dal basso, in una foresta di radici dalle quali prende vita un tronco magnificamente impersonificato da due silhouette che si intrecciano in un bacio appassionato. Per finire, le braccia delle due figure protendono verso l’alto in una mistione di rami e foglie di ulivo. Particolarmente apprezzabili sono le due silhouette in quanto non personificano la perfezione canonica della figura umana, ma lasciano intravedere i graffi e le difficoltà del ciclo di vita di ognuno di noi, ostacoli superabili grazie all’energia dell’amore. L’instancabile dinamicità dei corpi è accentuata da queste imperfezioni, figlie dalla prima fase della lavorazione tecnica del bronzo.
Di minor respiro rispetto alle Le Radici della Rinascita di Cisternino, l’opera Un Nuovo Mondo è esposta in modo prominente a Locorotondo in Largo Bellavista, una rinomata terrazza panoramica che si affaccia, ancora una volta, sulla Valle d’Itria. La scelta di questa posizione si allinea perfettamente con il titolo della scultura, invitando alla contemplazione di nuovi inizi e di ampie possibilità. Il nome stesso “Largo Bellavista” e la sua funzione di punto panoramico richiamano direttamente i temi impliciti in Un Nuovo Mondo, un senso di visione espansiva, nuovi orizzonti e una prospettiva di speranza. Ciò crea una potente sinergia in cui il messaggio dell’opera è amplificato dal suo contesto fisico, invitando i visitatori a guardare letteralmente verso un “nuovo mondo” (la valle) mentre riflettono sul concetto. In particolare, l’opera si distingue da quella di Cisternino in quanto l’albero bronzeo, dal tronco antropomorfo, affonda le radici nel globo squarciato a metà. La più ampia filosofia artistica di Roggi, che enfatizza l’abbraccio del futuro con rinnovata speranza e il riconoscimento delle radici che sostengono la nostra identità, informa indubbiamente quest’opera. L’idea di un “nuovo mondo” risuona con lo spirito collaborativo del progetto Radici di Umanità stesso, che mira a un futuro unificato per la Valle d’Itria.
Le opere racchiudono in sé il tema dell’Albero della Vita, arricchito dal duplice simbolismo dell’ulivo, arbusto proprio della vegetazione tanto toscana quanto pugliese, e dell’abbraccio dinamico tra le due figure antropomorfe che richiama, come sostiene la curatrice Felicia Cigorescu, «i valori e l’educazione ricevuti in passato, coniugati con le azioni dettate dall’amore operate nel presente», elementi che «determinano un futuro virtuoso».
Concludendo, il progetto si configura come una testimonianza eloquente della capacità dell’arte di Andrea Roggi di fondere innovazione tecnica con temi umanistici profondi. La sua maestria nel trasformare materiali grezzi in forme evocative che risuonano con le esperienze universali di famiglia, natura e rinascita, è un segno distintivo del suo talento. Il messaggio centrale di pace, speranza e fiducia nell’umanità, veicolato potentemente attraverso il simbolismo dell’ulivo e il concetto di “radici” che ci connettono al nostro passato, presente e futuro, è il vero cuore di questa iniziativa.
(Mostra visitata il 17 agosto 2025)
Adelaide Soleti
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Foto in alto: Andrea Roggi, Il Futuro siamo Noi, 2024, bronzo (part.), Martina Franca, piazza Sant’Antonio
A. Roggi, Energia della vita, 2024, bronzo, Martina Franca, Chiostro di San Domenico
A. Roggi, Il Cerchio infinito della Vita, 2021, Martina Franca, piazza Maria Immacolata
A. Roggi, Campana Incontro tra i Popoli, 2010, bronzo, Martina Franca, Basilica di San Martino
A. Roggi, Il Volo della Conoscenza, 2014, bronzo, Martina Franca, piazza Roma
A. Roggi, Le Radici della Rinascita, 2023, bronzo, Cisternino, Ponte della Madonnina
A. Roggi, Un Nuovo Mondo, 2024, bronzo, Locorotondo, largo Bellavista