Il consigliere comunale delegato alla Cultura, si sofferma sulla seconda Rassegna culturale svoltasi con successo a Salice Salentino dal 29 agosto all’1 ottobre 2023
Se un anno fa mi avessero prospettato di poter ospitare a Salice anche uno solo dei nomi che abbiamo avuto in programma nell’edizione 2023 di “Salice comunità che legge”, non ci avrei creduto. L’esigenza di una rassegna culturale incentrata sui libri è nata nel luglio 2022, con la candidatura del nostro paese a “Città che legge”, uno dei primi obiettivi che con il sindaco Mimino Leuzzi ci eravamo prefissati. Già lo scorso anno – grazie al prezioso contributo di un gruppo di lavoro ricostituitosi anche per l’edizione 2023 – la rassegna aveva avuto un programma ricco di eventi e variegato, culminato con l’inaugurazione, in piazza Plebiscito, di una installazione artistica che attesta il senso di appartenenza e del legame quasi “bodiniano” con il territorio.
Quest’anno abbiamo ricominciato da lì, dallo stesso luogo, piazza Plebiscito, e dallo stesso concetto, il territorio, prima con Valentina Perrone ed il suo nuovo apprezzato romanzo, poi con Giorgio Innocente, la sua musica raffinata, le sue parole profonde: una serata coinvolgente e di grande impatto emotivo. Da lì, la programmazione si è spostata (non a caso) nel chiostro dell’ex Convento “Madonna della Visitazione”, che sarà Community Library. E mi è sembrato quasi un segno ben augurale, sebbene fortuito, che il primo degli incontri nel chiostro abbia avuto come protagonista colui che al “nostro” Giorgio Innocente aveva consegnato, qualche settimana prima, il Premio Bruno Lauzi: Marino Bartoletti.
Quello con il noto giornalista è stato il primo di nove incontri previsti dal programma. Una serata che, per la curiosità che ha destato (non solo a livello locale), per l’atmosfera suggestiva del chiostro, per la caratura dell’ospite, in tanti faremo fatica a dimenticare. Significativo il post che lo stesso Bartoletti ha dedicato all’eccezionale appuntamento: «La presentazione dei miei libri – ha scritto fra l’altro – mi portano veramente in luoghi magici, in alcuni dei quali ti verrebbe da dire: “Ok, le serate le voglio fare sempre qui”. Ieri sera è successo nel meraviglioso chiostro francescano di Salice Salentino, per la rassegna letteraria Salice comunità che legge» .
Faremo altrettanta fatica a dimenticare l’intensità del dialogo tra Rosella Postorino – una delle autrici più importanti in Italia, tradotta in oltre trenta lingue in tutto il mondo con i suoi best seller, Premio Campiello e finalista allo Strega – e Fabiana Pacella; così come l’energia della Piccola Luna ed il timido entusiasmo della giovane Elisa Papa. La parte centrale della rassegna è stata dedicata ad eventi che avevano ciascuno una propria specifica tematica da sviluppare. Il 13 settembre, una prospettiva orgogliosamente femminile per dire “no” alla guerra, in tempi così difficili: da una parte Ritanna Armeni, con il suo romanzo ambientato nella Roma del secondo conflitto mondiale, dall’altra le autrici ed attrici di Collettiva, con il reading “Le poete della beat: poesia d’amore contro la guerra”. Il 15, Vincenzo Costantino Cinaski, un fuoriclasse della poesia underground, ci ha offerto un percorso di parole e musica insieme a Tobia Lamare. Il 21, ci siamo dedicati al dialogo interculturale, insieme allo scrittore e traduttore Nicola Verderame (finalista allo Strega Europeo) e alla poetessa e cantante Claudia Di Palma, che ha proposto un repertorio di suggestivi canti orientali. Il 22, gli artisti del Fondo Verri si sono esibiti nel poetico recital-concerto “Fate solo quel che v’incanta”. L’ultimo incontro con un autore è stato quello con il professore Valerio Magrelli, tra i più importanti poeti contemporanei ed accademico stimato in tutta Europa. Un incontro che ha suscitato incredulità in tanti. Più di qualcuno di noi ha ricevuto telefonate in cui uno stupito interlocutore domandava: “mica viene davvero Magrelli a Salice?!”. Mi fa piacere sottolinearlo.
Gran finale con la seconda edizione di “Parole Note”, curata da Loredana Persano (direzione artistica) e da Marco Grasso (direzione musicale). Una serata, questa, molto complessa per le tante collaborazioni di cui si è composta, ma che ha regalato momenti di grande emozione, grazie allo spessore artistico di musicisti, cantanti, lettori che si sono esibiti, ma anche grazie ai vini dell’azienda Leone de Castris e ai ragazzi di Atemà che hanno curato la degustazione enogastronomica.
È stato un percorso affascinante e denso di momenti di approfondimento, riflessione, meraviglia. Un percorso che ha avuto come nucleo centrale la lettura, ma che si è sviluppato attraverso la musica, il teatro e la mostra LabArt 23 di Francesco e Salvatore Spagnolo (autori delle opere esposte nella ex chiesetta di Santa Filomena). Un percorso che non sarebbe stato possibile senza l’indispensabile ed appassionata collaborazione di tutte le componenti dell’assetto organizzativo: dall’Amministrazione che rappresento, agli ospiti, alle associazioni, ai relatori. Bisogna essere grati a tutti per la disponibilità e l’impegno. In particolare alle associazioni partner del progetto comunale “Laboratorio di Comunità” che, nell’ambito di “Galattica”, ha cofinanziato la rassegna; alla Compagnia della Piccola Luna; a Salic’è; al Centro Sociale Parrocchiale “Don Mario Melendugno”; a Dea Center; a Gabriele Cagnazzo e Sandro Rizzo, referenti del progetto; all’Agenzia “Dea”; all’associazione Ventitrè10-Presidio del Libro “Terra d’Arneo”. Dalla collaborazione con quest’ultima realtà scaturirà la prosecuzione del percorso: a breve partiranno i gruppi di lettura per adulti, in aggiunta a quelli per bambini e ragazzi, già attivi dallo scorso anno.
Obiettivi dichiarati erano, sono e saranno: offrire una programmazione varia e di qualità; fare del marketing territoriale culturale; valorizzare i talenti del territorio; dare continuità al percorso intrapreso. I risultati di questa edizione, anche grazie alla coda dei gruppi di lettura, sono soddisfacenti e lasciano ben sperare. Tuttavia, occorre che la meta verso cui direzionare la nave sia ampiamente condivisa. Programmare e realizzare una rassegna culturale della durata di oltre un mese, necessita di settimane di lavoro, ore di incontri, telefonate, confronti: un dispendio di energie importante per tutti coloro che collaborano. Ripetersi non sarà facile e, per tenere alta l’asticella dell’offerta qualitativa e quantitativa, sarà necessario ottimizzare gli sforzi ed abbattere inutili diffidenze e divagazioni sterili. Come evidenziavo nel mio saluto in occasione della serata finale, Salice è un paese che si è abituato alla nostalgia. Con questa rassegna appena conclusa, ci siamo regalati un altro bel ricordo a cui guardare, ma le pagine che leggeremo in futuro sono tutte da scrivere.
Luigi Palazzo
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Il post di Bartoletti