Musica - 07 Nov 2021

Sandro Persano, il dee jay salentino più longevo ancora in attività


Spazio Aperto Salento

A meno di smentite, è il dee jay più longevo ancora in attività. A 64 anni e gloriosi trascorsi nelle più importanti discoteche di Stati Uniti e Sardegna, Sandro Persano, leccese, è ancora sulla cresta dell’onda. Le sue selezioni musicali sono richiestissime, specie in estate ed in occasione  delle festività di Pasqua e di Natale, soprattutto nelle feste private organizzate nelle ville di Santa Maria di Leuca e di Tricase Porto, ma anche nei locali di quelle e di altre località, Gallipoli e Santa Caterina di Nardò prime fra tutte.

UN SUCCESSO DURATURO

Il segreto della sua longevità, è il continuo essere al passo coi tempi. Dal vinile alla consolle, dai lettori cd alle chiavette, per finire al personal computer e tornare agli amati piatti, anche tre per volta, oggi che il vinile è tornato prepotentemente di moda. In testa a tutto, c’è l’amore per la musica, che ha cominciato a coltivare ancora ragazzino, ai tempi delle prime radio e tv private del capoluogo salentino (TeleLecceBarbano e RadioLecceUno), accompagnandola all’uso della chitarra ed alla partecipazione a decine di concerti dal vivo in Italia ed all’Estero, specie quando sul palco si esibivano le star della musica soul come Roberta Kelly, Diana Ross, Gloria Gaynor, Marvin Gaye, Al Green. Da sempre, per appropriarsi dei segreti del mestiere, le nuove leve fanno riferimento a lui, e nel dispensare consigli, lui non si tira mai indietro. Convinto com’è, che quanti più giovani si avvicinano alla musica, tanta più musica ci sarà in giro per i locali, che oltre alle classiche discoteche, sono i  pub e le birrerie, e durante la stagione estiva, gli stabilimenti balneari, che ormai pullulano anche lungo le coste salentine dello Jonio e dell’Adriatico.

LA CARRIERA

Il dee jay leccese agli inizi della carriera

L’avventura da dee jay, Sandro Persano la comincia agli inizi degli Anni Settanta, al “Jipsy Jim” ed al “Tam Tam” di Lecce, che in estate lasciano il posto al “Nababbo” di Porto Cesareo ed allo “Sporting Club” di Gallipoli, regalandogli subito il primato di primo dee jay di Puglia.  Pochi anni dopo, avviene il “salto” nel tempio romano dei locali notturni, il “Jachie O’” di Roma, frequentato dai Vip internazionali come Helmut Berger e Sidney Rome. E di pari passo, sempre nella Capitale, vanno il “Bella Blu” e la “Cabala”, dove qualche volta capita anche il regista Dario Argento all’apice del successo cinematografico, e nelle località a la page dell’epoca, “Lo Scorpio” di Porto Cervo e “La Tartaruga” di Porto Rotondo in Sardegna, ed il “Mania” di Cortina d’Ampezzo. Un cumulo di esperienze, compresa quella maturata durante una pausa di riflessione  nell’esclusivo “Bilbò” di Santa Caterina di Nardò, in attesa dell’avventura americana, che spirito libero come “Il  gabbiano” di Livingstone, Sandro Persano ha già preso a sognare, sulla scia delle notizie rimbalzate d’Oltreoceano, relative alle performance dei mitici dee jay newyorkesi e californiani.

LA STAGIONE AMERICANA

Nel 1981, il “nostro” giovane dee jay si arma di bagagli, e vola proprio negli Stati Uniti. Qualcuno lo scambia per l’attore Dustin Hoffman, al quale somiglia veramente, ma quando si cimenta con dischi e piatti, trova subito casa e lavoro. All’”Orlando Orsini” di Beverly Hills nel 1981; al “Neils” di New York l’anno successivo; ancora a Beverly Hills nel 1983, al “Pips” prima ed al “Touch” ed al “Voilà” dopo, per poi tornare nella Grande Mela, dove nel 1984 spopolano il “Garage Paradise”, il “New York, New York”, e soprattutto il “Regine”, frequentato, fra gli altri, dall’attore Sylvester Stallone e dal cantante Tony Renis. In quell’anno, Sandro Persano ha ancora solo 27 anni, ed è uno dei dee jay più noti e richiesti della West Coast. Conosce l’inglese alla perfezione, lui che a chi scrive, ai tempi di “TeleLecceBarbano” e “RadioLecceUno”, chiedeva di leggergli proprio con la pronuncia inglese, i titoli dei dischi, singoli e 33 giri, che già si faceva spedire dagli Stati Uniti. Come se non bastasse, mette in fila pure un paio di collaborazioni con colleghi americani specializzati nel rimixaggio di dischi soul, che oggi chiameremmo “cover”.

IL RIENTRO

Desideroso di nuove esperienze, per quanto assurdo possa sembrare, ad un certo punto l’America gli sta stretta, e rientra in Europa, per proporre le “primizie” made in New York e Los Angeles: in estate al “Covo di Nord” a Portofino, ed in inverno al “Make Up” di Roma, dove si ferma sino ai primi Anni Novanta, lavorando anche all’Open Gate”, prima di emigrare al famoso “Dance and Dinner” di Firenze. In testa ha però – e non per mera  nostalgia – il Salento, che intanto comincia ad affacciarsi nel panorama delle mete turistiche più ambite d’Italia. E nel Salento  torna e mixa ancora musica, fra gli altri, al “Terenzano Club” di Torre San Giovanni di Ugento ed al frequentatissimo “Malè” di Santa Cesarea Terme. Come dee jay ha dato ed ha avuto tutto. Per qualche anno dice basta alle serate, e si dedica al trasferimento su cd dei circa 250mila, sì, proprio 250mila records della sua incredibile collezione. Come in un olio di Klimt, sposa la stagione dell’Attesa. Che dura, sì, dura, ma solo in “Attesa”, appunto, di tornare al vecchio ed amato mestiere di dee jay. Cosa che – come s’è scritto all’inizio – ha puntualmente fatto, ed alla non trascurabile età di 64 anni, continua a fare.

Toti Bellone
© Riproduzione riservata

 

Foto in alto: Sandro Persano

 

Il longevo dee jay con, in ordine, Tony Renis, Roberta Kelly, Dario Argento, Sylvester Stallone, Sidney Rome