Il poliedrico artista leccese Gino Manno si firma Ludmann. Negli anni ‘70 era voce e basso dei mitici Blow-up
I più lo conoscono per aver fatto parte, negli ormai lontani Anni Settanta, dei Blow-up, la prima, vera rock band salentina col nome preso dall’omonima pellicola di Michelangelo Antonioni. Gino Manno, che ora si firma Ludmann anche nella produzione letteraria (scrive romanzi noir), bassista e cantante, ha ultimato e sta per pubblicare il suo nuovo cd, dal titolo: “Sette d’Amore”. Sette brani da lui stesso scritti e composti, che propongono un pop rock accattivante e di buona fattura, con richiami a Battisti ed ai Beatles, il mitico gruppo anglosassone sulla scia del quale nacquero proprio i Blow-up.
In ordine, i brani, già disponibili sulle piattaforme web, sono: L’elastico e la sfiga; Mentre cammino; Split; Nuvole; Racchiusa in karma; Insufficiente amore; Se c’è un brivido. A noi è piaciuto soprattutto il secondo, che per altro, è fra i più trasmessi da Radio Città Benevento, nel programma “Italia rock city”, uno dei più seguiti nel Meridione.
Prima di “Sette d’Amore”, Ludmann aveva pubblicato “Time’s Up” (Arca di Noè). Dieci pezzi ben costruiti e musicalmente strutturati, pensati sui temi dell’ambiente, delle guerre e dei rapporti interpersonali, ed arrangiati da lui stesso. Durante le fasi della registrazione nello studio “La Villetta”, l’artista si è avvalso della chitarra acustica ed elettrica e della virtual string orchestra di Marco Ancona e del mastering di Francesco Maria Mancarella (graphic designer Eugenio Palma; photo Veronica Garra). In ordine, sono: Senza te (ouverture in re); Un sistema speciale; Le scimmie; È libero il pensiero; Time’s Up; Streghe; Selfie; Rasta Rasta; Uomini dieci e lode; Stress by stress.
Gino Manno o Ludmann, parlare di uno dei Blow-up, non può prescindere dal ricordare l’intera band, che all’epoca in cui solcava le scene, ebbe risonanza e notorietà nazionali. Assieme a Manno, ne facevano parte Mario Limetti alla chitarra, Raniero Abbaticola alla batteria, e soprattutto il compianto fondatore, Romolo Gusella, scomparso nel 2015, che a uno dei Beatles, Paul McCartney, somigliava, anche nella voce, specie quando cantava in inglese, lingua che conosceva alla perfezione. E sempre dei Blow-up, è doveroso rammentare, che della formazione originaria facevano parte anche Elio Giordano e Bruno Marotta, leccesi come tutti gli altri.
Notati da un talent scout durante un concerto a Peschici, i Blow-up vennero invitati a Roma negli studi della Rca, dove incisero il primo 45 giri, “A beautiful sunday”, un brano scritto da Gusella, “Free bird”, ed un 33 giri con cover di brani di successo: da Daniel di Elton John a Run to me dei Gee Bees, da We are an american band dei Grand Funk Railroad a Live and let die di Paul McCartney.
Toti Bellone
© Riproduzione riservata
In alto: i Blow-up nella formazione originaria a cinque
Il cantante e bassista Gino Manno
Copertina del Cd Time’s Up
Una rarità il vinile con Beautiful Sunday
La prima incisione per la prestigiosa etichetta Rca