Attualità - 12 Mag 2021

Surbo, un appello alle Istituzioni contro la “tampon tax”

Una lettera aperta di Martina Gentile, vicesindaco, Maria Antonietta Pareo, assessore ai Servizi sociali, e Angela Neri, consigliera di maggioranza con delega alle Pari opportunità


Spazio Aperto Salento

“Abbiamo voluto scrivere una lettera aperta alla consigliera di Pari opportunità della Provincia, Filomena D’Antini e alla presidentessa del Consiglio della Regione Puglia, Loredana Capone, promotrice della rete regionale delle donne elette, perché pensiamo che sia venuto il tempo di chiedere una mobilitazione per la riduzione dell’aliquota iva applicata sui prodotti igienici femminili essenziali”.

Martina Gentile, vicesindaco di Surbo, Maria Antonietta Pareo, assessore con delega ai Servizi sociali e Angela Neri, consigliera di maggioranza con delega alle Pari opportunità, hanno le idee molto chiare: “Vogliamo sollevare una problematica che ha già mobilitato numerose città d’Italia, prima tra tutte Firenze, e che reputiamo debba essere trattata in tutte le sedi in cui sia possibile, senza alcuna forma di reticenza o di vergogna”.

“La cosiddetta tampon tax – spiegano – impone l’iva al 22% su tutti i prodotti igienici femminili, come se si trattasse di prodotti di cui una donna possa fare a meno! In Italia è totalmente ignorato il fenomeno del period poverty, ovvero il disagio per ragioni economiche di potersi garantire un’igiene adeguata durante tutto il periodo mestruale, attraverso appositi dispositivi sanitari e in luoghi idonei. Nonostante nel nostro Paese ci sia un’aliquota dedicata ai generi di prima necessità, pari al 4%, i prodotti sanitari per il ciclo mestruale, che non possono che essere considerati un bene primario, sono sottoposti al 22% di aliquota, la massima contemplata dal sistema fiscale italiano, quasi fossero beni di lusso. Ci fa piacere che qualche consigliere abbia già sollevato il tema, come accaduto a Copertino, con Alessandro Nestola: per questa ragione abbiamo pensato di coinvolgere Filomena D’Antini e Loredana Capone le quali, siamo convinte, possono attivarsi fattivamente per promuovere azioni concrete che consentano di attivare iniziative volte alla riduzione del costo di questi beni”.

“Del resto – continuano Gentile, Pareo e Neri — la direttiva 2006/12/CE del 28 Novembre 2006, relativa al sistema comune d’imposta sul valore aggiunto, stabilisce per gli Stati membri la possibilità di applicare una o due aliquote ridotte a prodotti farmaceutici normalmente utilizzati per cure mediche, per la prevenzione delle malattie e per trattamenti medici e veterinari, inclusi i prodotti utilizzati per fini di contraccezione e di protezione dell’igiene femminile. In queste settimane, peraltro, la Puglia sta lavorando all’Agenda di Genere: una prima bozza, esito del confronto in Giunta, è attualmente sottoposta al partenariato e alle associazioni di donne impegnate nelle battaglie per la parità di genere. La partecipazione delle donne è assolutamente necessaria per capovolgere patriarcali e pregiudizievoli atteggiamenti, che spesso si annidano in pensieri reconditi, difficili da sradicare. Per questa ragione abbiamo voluto lanciare questo appello: riteniamo che sia necessario lanciare una campagna di sensibilizzazione anche su questo tema, magari come suggerito dal consigliere Nestola, istituendo un logo indicante le Farmacie, Parafarmacie e in generale le attività commerciali che applicano una promozione sul costo dei prodotti sanitari e igienici femminili, quali tamponi interni, assorbenti igienici esterni, coppette e spugne mestruali, tale da equiparare il prezzo dell’articolo allo stesso tassato al 4%. La rete delle donne elette potrà certamente agire sull’intero territorio regionale: ci aspettiamo che anche i consigli comunali di ogni municipalità siano coinvolti, per sollevare tale problema”.

“Riteniamo – aggiunge il vicesindaco Gentile – che sia improcrastinabile porre il problema all’attenzione delle istituzioni, ad ogni livello, affinché si solleciti il Governo e il Parlamento a prevedere un’immediata riduzione dell’aliquota, per i prodotti igienico-sanitari femminili, per addivenire in seguito alla totale detassazione dei beni essenziali alla salute e all’igiene femminile”.

“Abbiamo già interpellato il direttore della Farmacia comunale del nostro comune e ottenuto la disponibilità ad effettuare una riduzione dei costi dei prodotti farmaceutici e di igiene femminile. Attraverso la mobilitazione delle nostre energie e la partecipazione dei cittadini e delle cittadine, delle associazioni, di quanti hanno ruoli istituzionali, siamo certe – concludono Gentile, Pareo e Neri – che sarà possibile porre all’attenzione dell’opinione pubblica il fenomeno della povertà mestruale e promuovere iniziative per scrivere politiche di genere che sappiano incidere positivamente sulla qualità della vita delle donne”.

 

In foto: Il municipio di Surbo

 

 

Comunicato