A fine estate, la presenza nelle sue acque della nave-scuola della Marina Militare, Amerigo Vespucci, l’ha riportata al centro dell’attenzione. Assieme al magnifico tre-alberi simbolo dell’eccellenza italiana nel mondo, il profilo sul quale si staglia una rigogliosa pineta e le sue acque cristalline, hanno fatto il giro del web e sono state riprese persino dai droni.
È l’Isola dei Conigli: poco più di due chilometri di lunghezza per quattrocento di larghezza, a pochissima distanza dal Lungomare di Porto Cesareo, il Comune della provincia di Lecce al quale appartiene.
PERCHÈ ISOLA DEI CONIGLI
Proprio per via del nome, qualche turista crede che sull’Isola, i simpatici animali della Famiglia dei Leporidi, ci siano ancora. Ma così non è. Dopo l’ultimo tentativo, pochi anni fa, di reintrodurli, il progetto è stato definitivamente abbandonato, essenzialmente per motivi igienico-sanitari.
Nella metà del secolo scorso, invece, i conigli c’erano, eccome. A cavallo fra le due guerre, per poter contare su una riserva di cibo sempre disponibile, i cesarini attivarono un allevamento, che grazie alla capacità di procreazione tipica della specie, divenne presto un grande allevamento, in grado di sfamare anche gli abitanti dei paesi vicini.
E da quel momento, più che Isola Grande, come viene ancora indicata sulle carte nautiche, all’Isola è stato affibbiato il nome con cui è universalmente conosciuta, sebbene, come s’è detto, gli animali il cui nome deriva dal termine latino “cuniculus” (buca sotterranea) sono letteralmente spariti.
COME SI ARRIVA
Vista la vicinanza alla costa, niente di più facile. Nel porticciolo attiguo al Lungomare, trafficatissimo durante il periodo estivo, meno in inverno, quando a Porto Cesareo restano solo i suoi 6mila abitanti, per pochi euro, una piccola flotta di barchette a remi, fa la spola con l’Isola. Ma, cosa rara per un’Isola, questa dei Conigli si può raggiungere anche a piedi. Sì, davvero a piedi, in una ventina di minuti, sebbene in alcuni tratti, per tenere al riparo dell’acqua la colazione al sacco o qualsiasi altra cosa si voglia traghettare, bisogna alzare le braccia al cielo.
E poco importa, se dopo alcune decine di metri di percorso, il soffice calpestìo della sabbia, cede il posto alle alghe posidonia, che danno vita ad un nuovo percorso, stavolta melmoso, la cui sensazione non proprio gradevole, può essere annullata calzando scarpe gommate. Meglio se da scoglio, da utilizzare anche per passeggiare l’Isola, che da una parte è caratterizzata dall’arenile sabbioso e dall’altra da una bassa scogliera.
COSA C’E’ DA VEDERE
Il primo impatto è con un fazzoletto di terra di forma circolare, fra i cui cespugli nidifica una famigliola di papere bianche. Una volta sull’Isola, un cartello informa che ci troviamo nell’area marina protetta di Porto Cesareo-Palude del Conte e Duna Costiera, sul cui fondale non è raro imbattersi in anfore, vasi ed àncore d’epoca romana, testimonianza dei traffici commerciali che attraversavano anche questo tratto di Mare Jonio. Fra le àncore di duemila anni fa, l’ultima in ordine di tempo, è stata recuperata nel 2010, e si trova ora custodita in un locale della Guardia Costiera.
Per metà, l’Isola si passeggia nella pineta di pini marittimi e tamerici, queste ultime messe a dimora negli Anni Cinquanta per favorire il rimboschimento, ma anche bassa macchia mediterranea, al riparo della quale nidificano altre papere, nonché gabbiani, cormorani, e forse pure una coppia di garzette, trampolieri di colore bianco con becco e zampe neri.
Tutti assieme, questi uccelli si possono ammirare anche sulla dirimpettaia terraferma. Richiamati dalle offerte di cibo dei vacanzieri, specie nelle ore a cavallo del tramonto, che sullo Jonio offre sempre uno spettacolo affascinante, si radunano in un angolo del Lungomare, lasciandosi sì avvicinare, ma senza farsi mai toccare, neppure dai più piccini.
Al centro dell’Isola, s’erge inoltre un manufatto realizzato con le stesse pietre con cui nelle campagne di costruivano i muri a secco. Innalzata per ospitare i suoi guardiani, sebbene l’interno sia protetto da un cancelletto che sbarra l’ingresso e da grate alle finestrelle, è stata di fatto abbandonata, quando invece potrebbe essere tenuta in ordine e costituire Foresteria per studiosi e visitatori desiderosi di trascorrere sull’Isola magari anche una sola notte.
Toti Bellone
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Foto in alto: La fascia di arenile sabbioso
Due turisti ammirano il primo lembo di terra dell’Isola dei Conigli
Uno scorcio della pineta
Il manufatto situato al centro dell’Isola
Il lato caratterizzato dalla scogliera
La famigliola di papere. Sullo sfondo Porto Cesareo
Uccelli marini sul Lungomare. Sullo sfondo il profilo dell’Isola dei Conigli