Reportage - 09 Nov 2021

Il Castello di Corigliano d’Otranto: “Il più bel monumento di architettura militare del Cinquecento”


Spazio Aperto Salento

A guardare l’elegante facciata impreziosita da un balcone riccamente intarsiato in un blocco di friabile pietra, nessuno penserebbe a una struttura di architettura militare. Eppure, per quanto sia fra i meno grandi del Salento, per dirla con lo storico Bacile di Castiglione, il Castello di Corigliano d’Otranto, è “il più bel monumento di architettura militare e feudale del principio del Cinquecento”. Nonché – aggiungiamo – il modello più compiuto di trapasso dalle Torri quadrangolari a quelle rotonde.

VISITA GUIDATA

L’occasione per meglio conoscerlo, ci viene offerta la sera di Halloween, la festa pagana di nordica importazione che ha ormai definitivamente contagiato anche il Belpaese, dalla giovane e preparata guida del posto, Gabriella De Luca. Superato il portone d’ingresso sul quale troneggia, con quelle della Giustizia e della Carità, la statua di uno degli ultimi padroni dell’antico maniero, Francesco Trane, discendente del ricco barone di Tutino di Tricase, Luigi, che lo comprò nel 1651 approfittando dei dissidi per la successione fra i nobili marchesi de’ Monti che lo ebbero sin dal 1465, ci ritroviamo, nella contenuta “piazza d’armi”, fra lingue di fuoco proiettate sulle alte mura del nucleo centrale e sinistre creature viventi mascherate e vestite di nero. Le une e le altre, sono lì per dare tangibile senso alla festa, che con più di un set di dee jay sparsi nelle varie sale e saloni, promette divertimento ed ora tarda. Ma noi siamo lì soprattutto per scoprire le bellezze del Castello, di cui per la prima volta si legge in un documento del 1192, epoca del Re normanno Tancredi d’Altavilla, che lo concesse in feudo a tal Pietro Indini.

A destra della sinuosa scalinata che immette al piano nobile, una discesa a gradoni ci immette nei sotterranei, magistralmente restaurati al pari dell’intera struttura, a cominciare proprio dalla facciata, che sotto il profilo architettonico, costituisce l’avanzamento dell’impianto originale. Da un lato e dall’altro, nicchie in fila alte quanto basta per farci stare uomini d’alta statura, fanno pensare a loculi. Ma solo perché è la notte di Halloween. In realtà, sono testimonianza di quando questa zona del Castello veniva utilizzata come frantoio oleario,  tabacchificio e, come si legge nella scritta rimasta sul portone d’ingresso, mulino a vapore San Nicola.

IL MAGICO TORRIONE

Al livello dei sotterranei, lo stesso del grande fossato, ecco uno dei quattro Torrioni di forma rotonda,  così trasformati dagli originali quadrangolari, all’epoca del passaggio dalle mura alte e sottili per le guerre fatte con lance e spade, a quella degli archibugi e dei cannoni, quando le mura divennero basse e larghe anche sino a cinque metri. È il Torrione di San Giovanni Battista (gli altri sono: San Michele Arcangelo, San Giorgio e  Sant’Antonio Abate), famoso per  una peculiarità, che tanto per  restare in tema-Halloween, la nostra guida s’affretta a definire “magica”.

Disposti spalle al muro, riceviamo amplificata – e di molto -, come se qualcuno ci stesse urlando all’orecchio, la voce di chi invece  abbiamo di fronte. Ed allorché, invitati, uno dopo l’altro raggiungiamo il centro, ad essere amplificata al massimo, è la nostra stessa, di voce. La ragione di tale, sorprendente acustica, è presto svelata dalla nostra attenta guida, che così ci pare di aver interpretato. La porta che ci ha consentito di entrare nel Torrione, una volta non c’era, e per comunicare con chi si trovava  qui sotto, chi dava voce dall’alto, attraverso un foro che non c’è più e che serviva pure da sfiatatoio per la polvere da sparo, urlava, e la forma perfettamente circolare della calotta nella quale ci troviamo, determinava appunto l’amplificazione. È o non è, questa, una magia?

LE BELLE STANZE

Traversando uno spicchio di fossato, uno stretto passaggio a vista, ci porta ad un’altra scalinata, spartana, rispetto a quella della “piazza d’armi”. Ci serve per raggiungere il camminamento difensivo dalla sommità del quale, i cavalieri del maniero, ormai universalmente noto come Castello de’ Monti, dal nome della già citata nobile famiglia di origine francese giunta dalle nostre parti al seguito di Carlo I d’Angiò, temendo un’incursione dei saraceni, scrutavano la piana del villaggio, che s’erge ad una cinquantina di metri sopra il livello del mare.

Dotato com’era d’una temibile batteria di cannoni, le cui bocche sono ancora visibili nelle mura e nelle quattro Torri, il Castello riuscì a tenere sempre lontani i turchi, che tutto attorno, a partire da Otranto saccheggiata nel 1480, di sanguinose razzie, ne fecero eccome. Per mezzo di un altro degli innumerevoli ingressi, prima che nelle stanze del piano nobile, ci ritroviamo in una galleria di belle ed interessanti foto in bianco e nero scattate negli Anni Cinquanta, e di qui in un ambiente circolare, che a guardare i graffiti non del tutto recuperati, forse fu pure prigione.

Le due stanze nelle quali ci conduce Gabriella De Luca, sono un colpo d’occhio, che i neri pipistrelli di carta appesi ai fili cadenti dal soffitto, non riescono ad oscurare. Anzi, sebbene lì sistemati per la suddetta notte di Halloween e non per re e regine, ne esaltano la bellezza, che anzitutto traspare dal mirabile recupero dei pavimenti originali datati Sei-Settecento, quando la fortezza era abitata dai discendenti dei de’ Monte, ed in epoca molto più recente, dalla  famiglia dell’attuale sindaca del Paese della Grecìa Salentina, Dina Manti.

AL PASSO COI TEMPI

Al Castello di Corigliano d’Otranto, raccontato assieme ai suoi abitanti (oggi sono quasi seimila) anche nella “Descittione di tutta Italia” fatta nel 1525 dal padre domenicano Leandro Alberti, non si ascolta musica e si balla solo in occasione della festa di Halloween. Come accadde nell’esperimento durato troppo poco tempo al Castello di Carlo V di Lecce e come accade oggi nel Castello di Tutino di Tricase, si è pensato – e bene – di diversificare l’offerta storico-turistica, con l’attivazione di una sorta di laboratorio culturale con spazi espositivi, eventi di vario genere, bar e ristorante “Nuvole”. È nato così il Castello Volante, luogo di aggregazione e di incontri di cibi, storie e culture. Ad animarlo durante tutto l’anno, nell’ambito del progetto “Sei Festival Tutto l’Anno” promosso da CoolClub di Lecce col sostegno della Regione Puglia ed in collaborazione con il Comune di Corigliano d’Otranto, è  l’accorta gestione, sin dal 2017, dei giovani di Multiservice Eco, di Big Sur e dello stesso CoolClub.

Toti Bellone
© Riproduzione riservata

 

Foto in alto: Uno dei quattro Torrioni dell’antico maniero (© Foto T.B.)

 

L’elegante facciata del Castello in una ripresa notturna (© Foto T.B.)

I due possenti Torrioni visti dal grande Fossato (© Foto T.B.)

 La Piazza d’Armi In versione Halloween (© Foto T.B.)

Una delle stanze del “piano nobile” preparata per la Festa di Ognissanti (© Foto T.B.)

L’interno del Torrione con la calotta “magica” (© Foto T.B.)

Un momento dell’affollata visita guidata (© Foto T.B.)