La località della Magna Grecia che ospita il Tempio Sacro dedicato alla dea Hera, fu terra di passaggio per Pirro e Spartaco, ma anche seconda patria di Pitagora e della sua Scuola
Poco distante dai confini della regione storica, geografica e culturale chiamata Salento, nella cosiddetta “Piana di Metaponto”, che insiste nel territorio della Basilicata Jonica, spiccano i resti di quello che fu un importante e frequentato luogo sacro, punto di riferimento per le genti della Magna Grecia.
LE TAVOLE PALATINE
Un lungo viale di basoli costeggiato da cespugli sempre verdi, immette nell’altura sulla quale, disposte le une di fronte alle altre, svettano quindici possenti colonne, che chi percorre la Strada Statale 106, in larga parte realizzata sul tracciato della preistorica Siris-Heraclea, l’odierna Policoro, riesce a scorgere da lontano, subito immaginandone la magnificenza.
Siamo nel cuore dell’antica Metaponto (dal greco mètapòntion, al di là del mare), che da Taranto, sino ad Ostuni linea ideale del confine settentrionale salentino, dista appena cinquanta chilometri. Fondata poco prima della fine del VII secolo avanti Cristo dai coloni greci dell’Acaia per contrastare le mire espansionistiche dell’antica Taras (Taranto), la cittadina oggi di circa mille abitanti compresa tra i fiumi Bradano e Basento, oltre al Museo Nazionale ricco di reperti provenienti dagli scavi del 1926 (statuette, ceramiche, capitelli e pezzi di colonne), nell’immediata periferia vanta un’importante area archeologica di quasi 150 ettari. Su di essa, le testimonianze di maggior pregio sono l’Antiquarium di forma ottagonale, il Teatro, il Castrum Romano, l’Agorà, i Templi di Apollo Licio, Demetra ed Afrodite, ma soprattutto, le sorprendenti Tavole Palatine, così nominate, in ricordo degli scontri tra i Paladini di Francia e gli invasori saraceni. Proprio a queste ultime, note come il Tempio della dea pagana Hera, moglie di Zeus e figlia dei Titani Crono e Rea, cinque sul lato meridionale, dieci sul settentrionale, appartengono le quindici colonne superstiti di uno schieramento di ben trentasei alte più di cinque metri, realizzate in calcare locale (mazzarro), due delle quali avrebbero concorso all’edificazione del Duomo di Matera, mentre assieme a pietre, capitelli e travi prelevati nel corso dei secoli, i resti delle altre, sarebbero stati utilizzati per la costruzione dei centri storici delle città vicine. Sebbene ridotto a meno della metà delle colonne segnate da venti scanalature ciascuna, che sorreggevano il tetto fittile con ricchissime decorazioni policrome con protomi leonine e doccioni, quanto resta del grande impianto delle Tavole Palatine, lungo quasi 35 metri e largo poco meno di 14, reca chiara al visitatore, l’impressione di trovarsi in uno dei luoghi più affascinanti dell’iconica Magna Grecia. Un luogo conosciuto in tutto il mondo, massimo esempio dell’architettura greca antica in Italia, a contatto del quale, viva si respira la secolare storia che racchiude. Un luogo, ancora, che come pochi altri nel Meridione d’Italia, vale la pena incontrare almeno una volta nella vita. Per chi muove in auto dal Salento, dopo due ore e mezza dal punto più lontano, Santa Maria di Leuca, due da Lecce, ed ancora meno dai paesi come Salice Salentino, prossimi al confine con la provincia tarantina, una e mezza da Brindisi.
DA ANNIBALE A PITAGORA
Crocevia di popoli fra i quali i leggendari Serdaioi e Chones ed i misteriosi Enotri che avevano le donne in grande considerazione, Metàpòntion nel frattempo diventata la romana Metapontum, fu terra di passaggio, nel 207 avanti Cristo, dell’esercito di Annibale, che per aver trovato ospitalità per sé e per i suoi temuti elefanti, le causò la violenta punizione di Roma al punto da finire in macerie, ed ancor prima, nel 72, del gladiatore ribelle Spartaco, che diretto a Brindisi con i suoi seguaci, tradito da Re Tigrane II d’Armenia, che prima gli era stato amico, non riuscì mai a salpare per l’Asia Minore, dove avrebbe voluto mettersi in salvo nella regione della Cilicia. Ma chi più di tutti ha legato il proprio nome all’antica località della Magna Grecia, è il filosofo, matematico, scienziato e legislatore greco antico, Pitagora. Proveniente dall’isola di Samo dove nacque fra il 580 ed il 570 avanti Cristo, dopo le tappe a Locri ed a Taranto, a Metaponto, il padre del celeberrimo “teorema matematico”, giunse da Crotone, dove fondò la famosa Scuola Pitagorica, che prima al mondo, aprì le porte del sapere e della conoscenza alle donne. Teatro dei suoi insegnamenti fu proprio l’area delle Tavole Palatine, all’epoca conosciuta come Heraion (luogo di culto), la stessa dove nel 495 avanti Cristo, lo colse la morte. La sua eredità è viva ancora oggi, e seconda solo all’isola natìa, Metaponto gli ha dedicato una statua, issata sulla sua agorà.
Toti Bellone
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Foto in alto: l’insieme delle quindici colonne superstiti (© T.B.)

Le due file di colonne una di fronte all’altra (© T.B.)

Svettanti in tutta la loro maestosità (© T.B.)

Particolare di una colonna (© T.B.)