Natale - 24 Dic 2020

Salice, il presepe-piazza della Chiesa Madre

La significativa iniziativa della Parrocchia Santa Maria Assunta guidata da don Massimo Alemanno. Un messaggio natalizio di forte pregnanza sociale e pastorale: la piazza rappresenta il luogo ideale in cui tutti devono sentirsi come a casa propria


Spazio Aperto Salento

Poche ore soltanto e poi sarà Natale. Sicuramente lo vivremo in un modo davvero insolito, un po’ fuori dalle tradizioni, blindato e ancorato all’osservanza delle regole che l’emergenza Coronavirus impone in questi giorni, ma sarà sempre un Natale foriero di gioia e speranza.

La strada per un nuovo cammino di rinascita partirà proprio da quella grotta dove deporremo il Bambino Gesù. Sì, dal presepe, “quel segno mirabile che diventa Vangelo vivo lì dove si vive, nelle case, nelle scuole, nei luoghi di lavoro e di ritrovo, negli ospedali, nelle piazze. E lì dove viviamo ci ricorda una cosa essenziale: che Dio non è rimasto invisibile in cielo, ma è venuto sulla Terra, si è fatto uomo. Fare il presepe, quindi, è celebrare la vicinanza di Dio. Fare il presepe è riscoprire che Dio è reale, concreto, vivo”. Questo è l’annuncio gioioso del Natale che parte dalla comunità parrocchiale Santa Maria Assunta di Salice Salentino che, questa sera, si appresta a celebrare il Natale del Signore.

Il parroco don Massimo Alemanno, tra poche ore, deporrà il Bambino Gesù in una mangiatoia preparata simbolicamente nella piazza principale di Salice. La sua azione pastorale, ormai ben delineata, è tutta intenta a far sì che la parrocchia non si limiti a servire i praticanti abituali, ma sia sempre più e meglio braccia, mani, piedi, mente e cuore di una Chiesa in uscita. Ecco allora la scelta. Tutti coloro che, in questi giorni, si recheranno in Chiesa Madre si troveranno davanti non il solito presepe, fatto di paesaggi, case, strade, statuine, ecc., ma una splendida riproduzione, curata nei minimi particolari, di Piazza Plebiscito.

 

Perché questa scelta? Al di là della ricercatezza e dell’originalità dell’idea, della maestria e del lavoro certosino portato avanti da tempo ad opera di volontari, operatori pastorali della parrocchia, c’è un messaggio chiaro e di forte pregnanza sociale e pastorale che don Massimo ci ha tenuto a definire e approfondire nei giorni della Novena. Per accogliere Gesù che nasce è necessario spogliarsi di ogni pregiudizio e critica e vestire gli abiti della cittadinanza universale. Siamo tutti abitanti di un unico villaggio e lo siamo da ospiti pellegrini e la piazza rappresenta il luogo ideale in cui tutti devono sentirsi come a casa propria e si impegnano a far sì che anche gli altri che arrivano si trovino a loro agio. Dove regna il rispetto reciproco, quando ci si prende cura dell’altro, si realizza uno scambio di doni culturali che sono ricchezza per tutti.

Il presepe-piazza diventa così il simbolo di una comunità aperta, piena di speranza, che vive il Vangelo tra la gente, si contagia con la passione delle relazioni, che crea vera fraternità e, nella diversità, genera comunione, uguaglianza, libertà. In una parola vive nella pace, consapevole che la salvezza che viene dal Natale o è per tutti o non è per nessuno.

Sogno o son desto? Chiederebbe qualcuno. No, no, il futuro appartiene proprio a chi non cede alla paura, all’apatia, alla rassegnazione, ma si impegna a mettere in atto quella rivoluzione interiore prima a livello personale e poi comunitario. Per noi vale ancor più ricordare e tenere a mente quel passo del Vangelo che dice così: “Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi”. Non accada mai che si dica questo della nostra piazza, del nostro paese, di noi stessi. Buon Natale a tutti!

Coralba Rosato