Domenica scorsa a Salve secondo appuntamento del ciclo di incontri promosso da Italia Nostra. Nell’ambito della rassegna “In Land Art” curata da Massimo Guastella, esposta un’installazione concettuale dell’artista Andrea Buttazzo
Prosegue la prima sessione di appuntamenti organizzati dall’Associazione Italia Nostra – sezione Sud Salento nel verde delle masserie e degli agriturismi. È la città di Salve, nello specifico l’agriturismo “Sante – Le Muse”, ad aver ospitato questo secondo incontro, tenutosi domenica scorsa, a cavallo tra la “Giornata internazionale sulla biodiversità” (22 maggio) e la “Giornata europea dei parchi” (24 maggio).
Si è trattato del primo dei cinque seminari previsti per questa particolare manifestazione (doppia edizione di “Identità salentina” sul tema “Il paesaggio tra natura e coltura”), incentrato sulla volontà di istituire nuovi parchi naturali nel Salento e ampliare quelli esistenti, mirando alla ripresa sostenibile del luogo.
Una riflessione sull’importanza di salvaguardare la natura – un bene che alimenta l’essenza stessa dell’uomo – condotta a circa vent’anni dall’istituzione del primo parco naturale del territorio “Bosco e paludi di Rauccio” (2002) che, contraddistinto da indubbio valore storico, rappresenta l’ultima testimonianza dell’antica “Foresta di Lecce” (che sul finire del XIII secolo, si estendeva da Brindisi fino ad Otranto).
In concomitanza con la seconda giornata, si è svolta la novità organizzata per questa doppia edizione: la rassegna “In Land Art”, che ha per tema le “transazioni eco artistiche” a cura di Massimo Guastella, in collaborazione con il laboratorio TASC del Dipartimento di Beni Culturali. Presso l’agriturismo “Sante – Le Muse” è stata esposta “Eternity non è eternit”, un’installazione concettuale realizzata da Andrea Buttazzo con il contributo della classe VF del Liceo Artistico Ciardo-Pellegrino presso cui l’artista leccese è professore di scultura.
Fondamentale, per le indagini intraprese da Buttazzo, è la capacità di ascoltare il richiamo della terra e di preservare la natura dagli interventi nocivi dell’uomo e principalmente, dall’inquinamento. È contro l’abbandono, potremmo dire quasi compulsivo, dei rifiuti che l’artista si impegna. L’opera di Salve risponde a questo bisogno di riqualificazione del luogo, mediante un’azione di denuncia che evoca un’immagine ben nota agli esseri umani: cumuli di rifiuti accatastati giacciono abbandonati sui cigli delle strade o delle zone non destinate alla raccolta, trasformandole in “discariche abusive”.
L’opera, esposta in un “angolo” dell’agriturismo, come gettata dall’individuo che intende disfarsene, rimanda ad uno scenario comune o, come sarebbe più puntuale scrivere, all’ordine del giorno. Un’azione distruttiva e tossica non solo per l’ambiente ma anche per il singolo.
L’Eternit è il rifiuto nocivo per antonomasia. Brevettato nel 1901, è stato dismesso in Italia solo in tempi non troppo distanti – nell’aprile del 1993, con l’entrata in vigore della Legge 257/92 – nonostante da tempo fossero note le drammatiche conseguenze sugli uomini.
Questo materiale, generalmente utilizzato in edilizia, si presentava nella forma di lastre ondulate, fedelmente riproposte dall’artista nella sua opera ambientale. Un assemblaggio di frammenti di tubi e lamine di diverse dimensioni richiamano l’osservatore a riflettere sull’importanza di agire “oggi” per garantire un “domani”.
L’inclinazione a distruggere, a dominare, è radicata nell’uomo che dà sfogo a tali impulsi saccheggiando e abusando delle bellezze dell’ambiente. Sebbene richiami un’immagine dannosa per l’umanità, l’opera concettuale di Buttazzo rispetta la natura, specialmente nella scelta dei materiali, a cui l’artista leccese riconosce la capacità di raccontare la storia del territorio.
Per la realizzazione di “Eternity non è eternit” lo scultore ha utilizzato l’argilla, un materiale antico – la “Madre Terra” da cui tutto ha origine – un dono della natura che racchiude in sé e nelle sue lavorazioni i quattro elementi primordiali: la terra (da cui proviene il materiale), l’acqua (che mescolata con l’argilla ne consente la lavorazione), l’aria (necessaria affinché il manufatto si asciughi) e il fuoco (utilizzato per cuocere l’argilla e renderla resistente).
Anche il secondo incontro è terminato con la piantumazione di piccoli alberelli, un atto di fiducia e speranza per il domani, che verrà riproposto anche per le successive domeniche di questa prima sessione di “Identità salentina”.
Ricordiamo i prossimi incontri a cui si affiancheranno opere d’arte contemporanea, visitabili per tutta l’estate: Francesca Speranza (30 maggio, Supersano: Agriturismo ” Le Stanzie”), Fabio Pedone (6 giugno, Montesardo: Bio-Masseria “S. Lucia”), Lauretana Paladini (13 giugno, Tricase: Agriturismo “Gli Ulivi”), Salvatore Sava (20 giugno, Monteroni: Agriturismo “Malcandrino”) e Teresa Vella (27 giugno, Corigliano d’Otranto: Masseria “S. Angelo”). La prima sessione terminerà il 27 giugno con un convegno che tratterà il tema “Ricostruzione agro- ecologica del paesaggio per la rinascita del territorio”.
In autunno (dal 19 settembre al 31 ottobre) si svolgerà la seconda sessione della doppia edizione, incentrata sul “paesaggio della storia e della memoria” che si snoderà in sette ulteriori incontri, coinvolgendo l’intero territorio.
Alessia Brescia
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Foto in alto: Un momento del seminario di domenica 23 maggio presso l’agriturismo “Sante – Le Muse” di Salve
Andrea Buttazzo, Eternity non è eternit, 2021, argilla
Andrea Buttazzo, Eternity non è eternit, 2021, argilla. Particolare
L’artista Andrea Buttazzo e la sua opera Eternity non è eternit