Lecce - 01 Nov 2021

Astragali, in scena i tre spettacoli finalisti del Premio teatrale “Marcello Primiceri”

Da mercoledì 3 a venerdì 5 novembre, alle ore 20.30, nella sede di via Candido a Lecce. Ingresso gratuito con green pass obbligatorio


Spazio Aperto Salento

Con la messa in scena delle tre opere selezionate sulle circa 120 partecipanti, giunge alla fase finale il Premio teatrale riservato ad artisti e gruppi under 35, intitolato al regista e giornalista Marcello Primiceri, scomparso a soli 31 anni, nel 1987, a causa di un terribile incidente.

Ai lavori finalisti si potrà assistere muniti di green pass e prenotazione obbligatoria (389-2105991, teatro@astragali.org),  da mercoledì 3 a venerdì 5 novembre (ore 20.30), nei locali di Astràgali Teatro ubicati in via Candido a Lecce, sede della Compagnia fondata proprio da Primiceri, e da trent’anni diretta da Fabio Tolledi. Gli spettacoli in gara sono “Ci svegliamo all’alba” della Compagnia bolognese Sa.Ma., “Il colloquio” del Collettivo LunAzione di Napoli, e “CA/1000” di Luisa Corcione.

L’edizione 2021 del Premio, coincide con il programma di eventi dedicati ai quattro decenni di attività della Compagnia leccese, riassunti nel tema: “Teatri a Sud. Astràgali 40 anni di teatro”. Grazie ai contributi del Ministero della cultura e della Regione Puglia, sino a tutto il prossimo mese di dicembre, proporranno spettacoli, laboratori, concerti, seminari ed una sezione per il teatro dei ragazzi, nella stessa storica sede di via Candido, nei locali dell’ex distilleria De Giorgi di San Cesario e nell’antico teatro Paisiello di Lecce.

“Ci sveglieranno all’alba” è il primo spettacolo in cartellone, mercoledì 3 novembre. Incentrato sul “diritto all’abitare”, vedrà impegnata alla regia Reina Saracino ed alla recitazione Agata Marchi, già semifinalista al Premio Scenario Periferie 2019. Nella scheda a corredo del lavoro, la regista scrive fra l’altro: “La maggior parte di noi ha una casa, ci sembra normale, scontato. Nella realtà, però, non è per tutti così. A partire da esperienze reali vissute dalle interpreti in situazioni di autonomia e occupazione, storie di sfratto e emergenza, è nata l’esigenza di esplorare questo tema a livello artistico ma soprattutto antropologico”. Ed ancora: “Durante la ricerca abbiamo raccolto interviste e testimonianze dalle quali sono nati i testi e la scrittura scenica. Il  parallelo tra il nostro materiale e i classici quali Antigone di Sofocle (il drammaturgo dell’Atene Classica), Gli uccelli di Aristofane (il commediografo nato nell’Atene Classica e morto a Delfi) e Aspettando Godot di Samuel Beckett (il drammaturgo irlandese nato a Foxrock nel 1906 e morto a Parigi nel 1989), è stato suggestione e approdo di un lavoro che da tempo stava germogliando dentro di noi”.

Giovedì 4 novembre sarà la volta di “Il colloquio” del Collettivo LunAzione, per la regia di Eduardo Di Pietro con Renato Bisogni, Alessandro Errico e  Marco Montecatini. Già vincitore del già citato  Premio Scenario Periferie, nonché del Fersen alla regia 2021 e finalista a In-Box dello stesso anno, l’opera trae spunto dal sistema di ammissione ai colloqui periodici con i detenuti del carcere napoletano di Poggioreale. Tre donne in coda  attendono stancamente l’inizio degli incontri con i reclusi. Hanno oggetti da consegnare. Una di loro è incinta. In maniera differente, desiderano l’accesso al luogo che per ognuna custodisce un legame.

“Durante le ricerche ci siamo innamorati di queste vite dimezzate, ancorate all’abisso, disposte lungo una linea di confine spaziale e sociale – è il pensiero del regista. Il colloquio è la fotografia spiazzata e spiazzante di un’antropologia indagata nelle sue ragioni sociali e culturali profonde e apparentemente immodificabili, dove il femminile è restituzione di un maschile assente e quindi fatto proprio, da tre attori capaci di aggiungere poesia all’inesorabilità di storie già scritte e aprire spirali onirici imprevisti”

A chiudere la selezione, sarà, venerdì 5 novembre, “CA/1000” di Luisa Corcione, Studio & Piccola Città Teatro di Napoli, con la vincitrice del Roma Fringe Festival 2021, Noemi Francesca. Lo spettacolo narra la vicenda di un’anima, rappresentando i momenti salienti della vita di Camille Claudel (Fèren-ed-Tardenois 1864, Avignone 1943), artista di fine Ottocento, che ebbe una relazione con lo scultore Auguste Rodin (Parigi 1840, Meudon 1917), dal suo arrivo in manicomio a Monfavet, sino alla sua “vittoriosamente perdente dimissione”.

In scena vengono portati il coraggio e la forza che hanno reso Camille profonda e autentica, ma anche logorata e pazza. Dopo L’abbandono di Rodin, l’artista ha lottato moltissimo per affermare il proprio talento, in un periodo in cui la scultura era ancora appannaggio maschile, ed alla fine ha ceduto a causa delle insuperabili difficoltà economiche per una donna sola. “Mettiamo in scena – afferma la regista – l’esaltazione amorosa, l’illusione della felicità e delle promesse di fedeltà, dell’abbandono, del risentimento, della solitudine estrema, dell’amara consapevolezza di una ferita che mai potrà rimarginarsi”.

Toti Bellone
© Riproduzione riservata

 

Foto in alto: Marcello Primiceri

 

Ci sveglieranno all’alba

Il Colloquio

CA/1000