Arte contemporanea - 26 Nov 2023

“Battiti… sempre”: i tintinnii dell’albero di acciaio “voce delle vittime e monito ai carnefici”

L’opera dell’artista salentino Salvatore Sava è stata collocata  nel “Parco della memoria e dell’impegno”, recentemente inaugurato presso il campus Ecotekne di UniSalento


Spazio Aperto Salento

“Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”. Di queste parole, pronunciate da Paolo Borsellino, le giovani e i giovani studenti del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Lecce ne hanno fatto una promessa da mantenere.

Il progetto del “Parco della memoria e dell’impegno”, ideato da Salvatore Ciriolo, studente dell’ateneo leccese, premiato dalla Fondazione Falcone nel 2021, è stato presentato nei giorni scorsi presso il campus Ecotekne ed è testimonianza chiara e speranzosa degli ideali su cui si fonda il futuro delle nuove generazioni. L’inaugurazione del parco, presenziata dalle cariche istituzionali e dalla commossa testimonianza dei familiari delle vittime di mafia, ha riunito la comunità accademica in un incontro teso alla ferma condanna degli atteggiamenti mafiosi per un avvenire fondato sul sentimento della legalità.

Cinquanta gli alberi piantanti nell’area di ingresso del Dipartimento di Scienze giuridiche: querce, dai fusti robusti e dalle radici profonde, simbolo di giustizia e rettitudine morale; carrubi, alberi sempreverdi scelti per onorare già nel 1962 nel “Giardino dei Giusti” a Gerusalemme, la memoria di chi, durante le persecuzioni della Seconda guerra mondiale, agì a rischio della propria vita in favore dei diritti umani e contro ogni forma di prevaricazione. “Giusti” sono anche le donne e gli uomini che il parco celebra perché non si sono piegati alle prepotenze di chi ha vissuto e vive nell’illegalità.

Con tali piantumazioni si sono messe simbolicamente delle radici importanti nella lotta alle mafie e, come ha ricordato Salvatore Borsellino nel suo intervento: anche sua madre, per la morte del fratello Paolo in  via D’Amelio, fece giungere da Betlemme un albero d’ulivo da piantare nella buca creata dall’esplosione in cui il magistrato perse la vita.

Gli alberi del “Parco della memoria e dell’impegno”, proprio in virtù del loro significato, non sono anonimi, ognuno ha una propria identità testimoniata da una targhetta posta davanti ad ogni albero della vittima di mafia che onora e ricorda: Paolo Borsellino, Rocco Chinnici, Renata Fonte, Gaetano Marchitelli, Angelo Vassallo sono purtroppo solo alcuni dei nomi presenti, la storia dei quali è raccontata sul sito dell’associazione ‘Libera’ a cui si viene indirizzati inquadrando il qr code presente su ogni cartellino.

Tra gli alberi piantati è presente anche l’opera dello scultore salentino Salvatore Sava. Battiti… sempre ha un’aura, quell’«hic e nunc» di cui parlava Walter Benjamin, propria dell’opera la cui «esistenza è irripetibile nel luogo in cui si trova» e che ne definisce la sua autenticità.  Albero di acciaio tra querce e carrubi racconta di vite passate e di vite presenti, di chi è stato strappato via ma ancora mantiene le sue radici nella memoria di chi è rimasto. Pochi tronchi sottili, che appaiono gracili ma durevoli e capaci di resistere al tempo, sostengono numerosi rami saldati uno ad uno con la sapienza tecnica di chi non ha mai abbandonato la materia e il “saper fare”.

Sava è consapevole conoscitore della terra e delle sue debolezze ma quest’opera rimanda ad atrocità che solo gli esseri umani sono capaci di compiere. Il suono generato dal movimento dei “frutti gialli” di quest’albero è voce delle vittime e monito ai carnefici e si fa, con i suoi tintinnii, eco di donne e uomini che si riconoscono nel “Parco della memoria e dell’impegno” e che vogliono combattere l’illegalità attraverso la cultura e la conoscenza, perché la lotta alla mafia è anche lotta all’ignoranza.

L’opera di Sava si inserisce con delicatezza in questo contesto, evitando di cadere nel retorico monumentalismo e divenendo un punto di riferimento che completa questa rinnovata area verde universitaria in un’operazione ambientale che comprende in sé l’aspetto politico e sociale; l’intervento artistico si fa interprete della memoria collettiva e assume un carattere relazionale con la comunità studentesca che vive quello spazio, sollecitando l’atten­zione e la riflessione verso queste tematiche.

Un titolo, Battiti… sempre, polisemantico come ha tenuto a sottolineare il professore Massimo Guastella, docente di Storia dell’Arte Contemporanea, nella sua presentazione dell’opera: rinvia all’impegno nel luogo in cui si forma la nuova generazione e allo stesso tempo al ricordo dei martiri laici che hanno sacrificato sé stessi in favore dei valori di giustizia, moralità e libertà. Oggi gli alberi hanno ancora fusti magri e gracili, sarà compito delle giovani menti che vivranno quel luogo prendersene cura affinché crescano sani e forti come le virtù delle donne e degli uomini che rappresentano.

Erika Presicce
© Riproduzione riservata

 

 

Foto in alto: Salvatore Sava, Battiti…sempre,2023

 

L’artista Salvatore Sava

Taglio del nastro

Un’immagine del Parco