Arte - 04 Mag 2021

Il Must di Lecce, “due secoli di storia della città”. Intervista a Claudia Branca

Tutto pronto per la riapertura del Museo Storico. Saranno restituire alla collettività opere di grandi maestri con una nuova sistemazione espositiva


Spazio Aperto Salento

Il Museo Storico della Città di Lecce, Must, pronto per restituire alla collettività le opere qui conservate in una nuova sistemazione espositiva, frutto di mesi di lavori ed interventi negli spazi interni.

Situato nell’ex Monastero di Santa Chiara, è ormai un luogo culturale di riferimento per Lecce: custodisce la collezione civica, con una spiccata vocazione alla produzione contemporanea, annoverando opere di diverse personalità salentine dell’Ottocento e del Novecento. Tra queste opere, le circa cinquanta sculture dell’artista Cosimo Carlucci (1919-1987), donate al Comune di Lecce negli anni Ottanta.

Nella riorganizzazione delle sale, lo staff della nuova gestione – con a capo Claudia Branca – ha operato una selezione dei lavori artistici che si potrà apprezzare non appena sarà possibile visitare nuovamente i musei pugliesi.

Il Must, Museo Storico di Lecce, riaprirà presto – salvo proroghe delle restrizioni – con un nuovo allestimento che, partendo dai lavori di Oronzo Tiso, arriverà a opere più strettamente contemporanee. Cosa dovrà aspettarsi il pubblico?

In questa nuova gestione, pur raccogliendo l’eredità di chi ci ha preceduto, abbiamo fortemente voluto recuperare l’identità del Museo Storico della Città di Lecce. Partendo dalla nostra “storia” abbiamo voluto in primo luogo dare uno spazio permanente ad una selezione della raccolta civica a testimonianza della nostra memoria collettiva. Attraverso un percorso direi quasi cronologico, abbiamo attraversato oltre due secoli di storia della nostra città per arrivare al contemporaneo, alla collezione permanente del Carlucci, al nuovo allestimento delle opere concesse in comodato da alcuni artisti, in gran parte salentini o comunque pugliesi, che hanno voluto rinnovare la loro fiducia nel nostro Museo, per  giungere infine alle esposizioni temporanee attraverso le quali  intendiamo  aprire  una finestra sull’arte contemporanea  più apprezzata a  livello nazionale ed internazionale con uno sguardo particolare agli artisti locali che con le loro opere hanno travalicato i nostri confini. E poi ancora spazi con modernissime tecnologie per fruire i nostri beni culturali in realtà aumentata, una sala “Off Gallery” per giovani artisti, e tantissime altre idee e progetti per il futuro.

Quali sono state e quali sono tuttora le principali difficoltà dettate dal periodo che stiamo vivendo? Penso al rinvio della mostra su Marianna Elmo Ricamata pittura: Marianna Elmo e l’arte dei fili incollati nell’Italia Meridionale del Settecento, curata da Giacomo Lanzilotta, che avreste dovuto inaugurare con la riapertura…

Come si può immaginare le principali difficoltà nascono dall’incertezza. Lo staff del Must ha lavorato alacremente per organizzare la riapertura del museo e gli eventi inaugurali, c’è stato un grosso impegno di persone e di mezzi, ma purtroppo a più di un mese dalla data ipotizzata -inizialmente fissata per l’8 marzo, giornata della donna, poi per il 21 marzo primo giorno di primavera scelto come simbolo di “rinascita” – ancora oggi non possiamo fare una previsione certa sul giorno in cui potremo finalmente aprire le porte al pubblico… mentre le sale allestite sembrano attendere in silenzio, quasi con il fiato sospeso, il lieve brusio di coloro che, ci auguriamo, da qui a poco, vi si aggireranno. Consegue all’attuale incertezza anche la difficoltà a formulare una programmazione a lungo termine perché, come è comprensibile, anche gli interlocutori esterni non sono in condizione di fornire date certe.  

Lei è dirigente del settore culturale del Comune di Lecce e viene da anni di esperienza in ruoli di responsabilità e dirigenziali. Nell’odierna configurazione gestionale dei siti e degli istituti culturali si guarda ben volentieri alla figura del manager, al di là degli specialismi. Come valuta questa propensione?

Sono una convinta fautrice dell’importanza di una gestione manageriale degli istituti di cultura. Certo, in considerazione della peculiarità dei luoghi, tale figura ritengo non possa essere completamente scevra da una propensione e sensibilità per l’arte, ma credo che altrettanto fondamentale  sia la capacità di gestire, di reperire fonti di finanziamento, di osservare con occhio attento ciò che accade nel campo culturale in Italia così come all’estero  e, nel contempo, la capacità di  dialogare con tutti coloro che  “fanno cultura” siano essi istituzioni pubbliche o private, di tessere intorno all’istituto una rete di collaborazioni, di expertise  che possano supportare il manager nelle scelte senza imporne l’indirizzo. Badi bene mi riferisco ovviamente a ciò che sarebbe auspicabile senza alcun riferimento personale.

In quale ottica sono state orientate e si avvieranno le collaborazioni con le Istituzioni e con specialisti del settore?

Come prima accennato è proprio con l’obiettivo di creare una rete intorno al Museo che si sono avviate interlocuzioni con le principali istituzioni culturali: Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento con il quale stiamo già siglando un’apposita convenzione; l’Accademia di Belle Arti; la Rete Museale del Salento alla quale il Comune di Lecce ha aderito; la Soprintendenza per i Beni Culturali. L’evento inaugurale sulla Elmo è realizzato in collaborazione con la Direzione Regionale Musei Campania, nonché con tanti esperti del settore che hanno messo a disposizione la propria professionalità.  

Qual è la prospettiva su cui si sta ragionando per il Must, anche in merito al reperimento di fondi per le attività culturali?

Purtroppo sappiamo bene che i beni culturali non si autofinanziano con le proprie entrate e se questo vale per le grosse realtà museali, vale ancor di più per i piccoli musei come il nostro. Ben consapevoli che la sopravvivenza del museo civico non può dipendere né dalle entrate e neppure solo dalle risorse che il Comune di Lecce mette a disposizione, mentre progettiamo per offrire a tutti coloro che vorranno visitarlo sempre nuovi e interessanti stimoli, ci attiviamo per reperire altre fonti di finanziamento pubbliche e private.  Stiamo già utilizzando lo strumento “Art Bonus”: la mostra “Ricamata pittura” ad esempio è realizzata grazie alle erogazioni liberali della Banca Popolare Pugliese. Nel contempo, predisponiamo progetti per la partecipazione a bandi pubblici – la mostra “Immagini, Immaginari” è finanziata nell’ambito del Programma Creative Europe 2017/2021- e cerchiamo di coinvolgere il mondo dell’imprenditoria locale anche attraverso forme di sponsorizzazione. Certo è molto difficile e la crisi che il nostro paese sta attraversando non spinge purtroppo ad investire nella cultura, ma non ci lasciamo scoraggiare nella ferma convinzione dell’importanza che riveste l’arte e la cultura per la nostra crescita ed il nostro benessere.

L’artista Salvatore Sava sta realizzando per l’occasione del riallestimento un’opera dal titolo Xalento 2021, che racconta il periodo che stiamo attraversando senza prescindere dallo sguardo locale. L’incontro tra il museo civico e gli artisti che vivono nel territorio è rilevante nella prospettiva di un arricchimento reciproco. Sono in corso o in programma altre collaborazioni?

Quando sono stata incaricata della direzione del Must, mi sono occupata di rivedere la posizione delle opere concesse in passato in comodato ancora presenti all’interno del museo, chiedendo agli artisti la disponibilità, in gran parte ottenuta, a rinnovare la concessione per un ulteriore periodo e, in alcuni casi, chiedendo, per questioni logistiche legate al nuovo allestimento, di sostituire le opere con altre di dimensioni più contenute. Questo è il caso del Maestro Sava: sinceramente non ho ancora avuto modo di vedere la nuova opera per cui non so ancora quale sarà la sua collocazione ma sono certa che, in rapporto alle dimensioni e al suo significato, verrà adeguatamente valorizzata. Certamente questo è solo l’inizio di tante altre collaborazioni che nasceranno nel tempo.

Rosanna Carrieri

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Foto in alto: Must Lecce, alcune sale della mostra Ricamata Pittura

 


Sala del Must dedicata alle opere pittoriche di Oronzo Tiso

Must, Francesco De Matteis, Ritorno a Piedigrotta; sullo sfondo Eugenio Maccagnani, Uomo che legge

Must, opera di Antonio Massari e due sculture di Pietro Guida