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Mostra - 09 Apr 2023

L’arte di Giuseppe Casciaro, “nel pastello la perfezione”

La mostra “Giuseppe Casciaro e gli amici salentini” sarà aperta al pubblico fino al 14 aprile, presso la Fondazione Palmieri a Lecce


Spazio Aperto Salento

Sarà aperta al pubblico fino al 14 aprile, presso la Fondazione Palmieri a Lecce, la mostra “Giuseppe Casciaro e gli amici salentini”. L’esposizione, allestita con la volontà del curatore Valerio Terragno di contribuire alla valorizzazione di un’artista di calibro, qual è stato Giuseppe Casciaro, riunisce il maestro con gli amici e allievi che con lui condivisero la passione per l’arte nel suo atelier napoletano.

Giuseppe Casciaro, nato ad Ortelle (Lecce) nel 1863, può essere considerato tra gli artisti salentini di maggiore rilevanza, attivo tra XIX e XX secolo. Avviato allo studio della pittura da Paolo Emilio Stasi, fu proprio quest’ultimo, secondo quanto racconta Enrico Giannelli in “Artisti Napoletani viventi”, a raccomandarlo presso l’Istituto di Belle Arti di Napoli.

Nella capitale partenopea gli incontri con Giacchino Toma, Stanislao Lista, Filippo Palizzi, Domenico Morelli sono fondamentali per la sua formazione, ma soprattutto, di particolare importanza è la conoscenza delle opere di Francesco Paolo Michetti, attraverso cui comprende le possibilità espressive del pastello.

Proprio per l’utilizzo di questa tecnica, che con sapienza padroneggerà, sarà apprezzato da pubblico e critica; esemplare è un articolo del 1908 di L. Conforti pubblicato sulla rivista «Ars et Labor» curata da Giulio Ricordi, dal titolo “Il re del pastello”, che di Casciaro scrive: «Ha saputo trovare nel pastello la perfezione. Senza richiami vistosi, senza stridori di toni violenti, ma con una linea sempre elegante e ben disegnata, con tocchi sapienti e con gradazioni di tinte insuperabili, egli ci ha dato una vera poesia del colore, tutta la gamma caratteristica del paesaggio meridionale».

Proprio quei paesaggi è possibile ammirare alla mostra di Terragno che espone, tra oli e pastelli, sette opere di Casciaro. Nei quadri, le veloci pennellate, i piccoli tocchi di colore, danno forma a scenari umili e quotidiani come in “Casolare a Ortelle”.

Nei pastelli, invece, Casciaro riesce a riprodurre con delicatezza luci e atmosfere dell’istante raffigurato accompagnando lo spettatore nei luoghi illustrati, così, in “Paesaggio con figure” sembra di percorrere il viale alberato alle spalle delle donne ritratte.

La mostra, che conta trentuno pezzi, vede esposte anche le opere di Vincenzo Ciardo, Giulio Pagliano, Michele Palumbo, Rita Franco, immortalati insieme a Casciaro in una foto d’epoca, ma anche quadri del suo maestro Paolo Emilio Stasi e quelli di Egidio Tonti, artista da riscoprire, Gustavo Ruggiero Urro e Gaetano Giorgino, il più giovane allievo, del quale è presentato un “Autoritratto”.

Personaggi che hanno intrecciato il loro percorso artistico con quello di Casciaro, alcuni dei quali avevano fondato con lui a Napoli nel 1927 il Gruppo Flegreo con lo scopo di sollevare l’ambiente artistico napoletano, e di cui nelle opere, seppur con declinazioni personali si può veder traccia del suo insegnamento.

Così, in “Paesaggio assolato” di Ciardo la composizione della scena è data da svirgolate di colore puro accostate l’una all’altra con forza costruttiva; l’attenzione verista caratterizza le opere di Palumbo; Pagliano si dimostra un attento paesaggista; in “Passeggiata verso il bosco” di Rita Franco l’apporto dato dal maestro nell’uso dei pastelli è evidente, ma qui i colori si fanno più caldi e l’immagine più sentimentale. La mostra è aperta tutti i giorni dalle ore 10 alle 13 e dalle 16.30 alle 20.30.

Erika Presicce
© Riproduzione riservata

 

 

Foto in alto: Un’immagine della mostra

 

Giuseppe Casciaro, Paesaggio con figure, pastelli su carta, 25×36 

Giuseppe Casciaro, Casolare a Ortelle, olio su tavola, 50×70

Da sin.: V. Ciardo, G. Pagliano, F. Rita, G. Casciaro, M. Palumbo

Vincenzo Ciardo, Paesaggio assolato, 1950 ca., olio su cartone, 37×45

Rita Franco, Passeggiata verso il bosco, 1972, pastelli su carta, 31,5×45

Gaetano Giorgino, Autoritratto, olio su cartone, 29,5×26,7