Tradizioni - 19 Dic 2023

Le cartoline, gli auguri, le “Buone Feste di Natale e Capodanno”. Collezionismo e cultura in “antichi tesori di carta”

Contributo di ricerca dello studioso salentino Gilberto Spagnolo


Spazio Aperto Salento

Il Natale attraversa i millenni e, come sempre ci emoziona, con il suo incanto inesauribile, da secoli e secoli. Il tempo del Natale è il “tempo della luce e della festa”, certamente la più bella di tutte perché “consente gli eccessi, la intensità relazionale e instaura una qualità del tempo diversa dalla quotidianità” (E. Imbriani 2020:38-44). È il tempo delle ricorrenze ma anche, nello stesso tempo, delle lettere, letterine, cartoline, biglietti d’auguri e oggi, soprattutto dei messaggi whatsApp con la formula “Buon Natale e Felice Anno”, prodotti nell’era digitale da PC e telefonini, nella loro sintesi estrema, con i loro “emoticon” e con un grado di espressività immiserita nel luogo comune (A. Errico, 2023:20).

“Alzi la mano chi non ha mai scritto o immaginato di scrivere a Babbo Natale o a Gesù Bambino con la speranza di vedere esauditi i propri desideri”, ha scritto infatti Pierdomenico Baccalario lo scorso 30 novembre per il supplemento del Corriere della Sera. Ma qui, in tale contesto e periodo, è sulla comunicazione postale “cartacea” (che ancora fortunatamente resiste e “fa bene al cuore”) che vogliamo soffermarci e in particolare, sulle cartoline augurali che con la loro creatività e bellezza mantengono ancora un affascinante tradizione scrittoria: quelle d’epoca, veri e propri oggetti preziosi che, a quanto pare, si conservavano nella vecchia scatola di biscotti.

Elisabetta Gulli Grigioni (ravennate, studiosa, scrittrice, antropologa, museologa e organizzatrice di mostre a livello nazionale e internazionale) pubblicò nel 1998 sulla prestigiosa rivista di antiquariato e collezionismo “Charta”, un importante saggio in merito dal titolo Fantasie augurali. Cartoline Natalizie fra Otto e Novecento, indicando tra le “Natalerie, artefici di magiche atmosfere che illuminarono e riscaldarono il cuore degli inverni fra Otto e Novecento”, le cartoline augurali non come le più spettacolari ma probabilmente come “le più complesse e risonanti di echi culturali”. Illustrandone la loro storia, ci fa scoprire che la nascita ufficiale della cartolina postale, cartoncino leggero rettangolare privo di figure di mm.85×122, si suole collocare al primo ottobre 1869, data di emissione della Correspondenz-Karte, da parte delle poste della monarchia austro-ungarica. Invece i primi elementi figurativi sono registrati già nel 1870 in occasione della guerra franco-prussiana. Inizialmente una faccia della cartolina era riservata interamente all’indirizzo mentre solo un minimo spazio era riservato a un messaggio personale. In seguito la faccia riservata all’indirizzo fu divisa mediante una riga verticale in due parti, una delle quali era disponibile per la stesura del messaggio.

Scrive ancora la Grigioni, rifacendosi poi a un testo di Giovanni Fanelli ed Ezio Godoli (La cartolina Art Nouveau, Firenze, 1985), che tale innovazione fu introdotta nel 1902 dalla Gran Bretagna, seguita dalla Francia nel 1903, dall’Austria e dalla Germania nel 1905, dalla Spagna e probabilmente dall’Italia nel 1906, dagli Stati Uniti nel 1907. L’uso (sempre da Fanelli e Godoli) si sarebbe generalizzato dopo il VI Congresso dell’Unione Postale Universale svoltosi a Roma nel 1906. Per quanto riguarda la cartolina di Natale, Cartolina appartenente al settore di quelle illustrate augurali, Fanelli e Godoli ci informano che il litografo  John S. Day stampò in Inghilterra, per il Natale del 1870, sul verso di una cartolina postale ufficiale da mezzo penny una cornice decorativa a colori con motivo di agrifoglio e di vischio all’interno della quale erano impresse frasi augurali. Queste frasi indicano appunto la prima cartolina postale a colori, un passaggio, nella tradizione anglosassone, ovvero dalla Christmas card alla Christmas postcard.

La tecnica principale di stampa fu la cromolitografia, ormai avviata sul finire dell’ottocento, adatta al clima festivo per la vivacità e la morbidezza dei colori, spesso realizzata anche a rilievo con ricche dorature. Le cartoline a stampa con questa tecnica, si distinguevano (scrive ancora la Grigioni) da quelle polimateriche “frutto di un assemblaggio, realizzabile da un editore o dal mittente stesso, consistente nell’applicazione al cartoncino – con una faccia tracciata dagli elementi grafici necessari alla spedizione – di figurine in cromolitografia (spesso munite di un distanziatore che ne consentiva la disposizione tridimensionale) o di elementi polimaterici sovrapposti come polvere di specchio, lustrini, elementi vegetali, nastri, applicazioni di raso sagomato a punzone per simulare gli abiti dei personaggi, scritte dorate in rilievo”. Le scritte da applicare inoltre venivano vendute in piccoli fogli con diciture adatte a varie occasioni: Buone Feste, Ricordo, Battesimo, Nozze; specifiche (Buon Natale), generiche (Sinceri Auguri), cumulative (Buon Natale e Buon Anno). Avendo una specifica funzione documentaria, le cartoline si distinguono infine fondamentalmente in due filoni: uno riguardante la partecipazione spirituale e salvifica dell’evento e l’altro orientato agli aspetti tipicamente simbolici, decorativi ed edonistici del Natale. Il primo filone si caratterizza per la presenza di immagini di Angeli e di figure presepiali del Bambino Gesù sulla paglia, mentre per il secondo, accanto all’agrifoglio, ai rami di pino troviamo l’albero di Natale, l’abete natalizio, Gesù Bambino adorno di ricchi abiti liturgici e di una preziosa croce pettorale, e finanche San Nicola di Bari che porta i doni divenuto ormai “un’icona globale nel secolo scorso”.

Per concludere, Paul Eluard (grande poeta francese del novecento, promotore dello sviluppo del movimento culturale del Surrealismo) che di cartoline era un avido collezionista, scrisse che esse “sono gli spiccioli dell’arte e della poesia, ma a volte ci paiono d’oro”. Qui di seguito ne vogliamo pubblicare alcuni esemplari facenti parte della nostra collezione privata; bellissime, tutte “postcard”, viaggiate nei primissimi anni del novecento (dal 1902 al 1908), in parte anche inviate a Lecce e provincia. Basta guardarle attentamente per rendersi conto se le parole di Paul Eluard siano vere effettivamente. Io ritengo di si! Buon Natale e Felice Anno Nuovo.

Gilberto Spagnolo
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Riferimenti bibliografici essenziali

-E. IMBRIANI, Breve storia del Natale. Una strana festa raccontata da un antropologo, edizioni Grifo, Lecce 2020, pp.38 e 44.
– M. SMARGIASSI, Auguri di Natale. Il biglietto, l’ultimo immortale, in “La Repubblica”, 22 dicembre 2008, p.29.
– A. ERRICO, Un Emoticon ci seppellirà: la lingua scarna del presente, in “Nuovo Quotidiano”, 14 dicembre 2023, p.20.
– P. BACCALARIO, Avanti, c’è posta! Cartoline, lettere e messaggi whatsApp: torna la “Letturina”, in “Corriere della sera”, 30 novembre 2023, p.45.
– E. GULLI GRIGIONI, Fantasie augurali. Cartoline Natalizie fra Otto e Novecento, in “CHARTA” antiquariato- collezionismo-mercati, a.7, n.37, novembre/dicembre 1998, pp.30-33.
– G. SPAGNOLO, La Letterina sotto il piatto e il Natale d’altri tempi, in www.spazioapertosalento.it, 8 dicembre 2021.

Le cartoline che si pubblicano fanno parte della collezione dell’autore e sono tutte inedite.