Domande di partecipazione dalle ore 9 dell’1 dicembre 2023, alle ore 14 del 31 gennaio 2024. Per la prima volta tutta la procedura sarà digitalizzata
L’Amministrazione comunale ha indetto il nuovo bando per l’assegnazione in locazione semplice degli alloggi di edilizia residenziale pubblica disponibili o che si renderanno disponibili sul territorio comunale, come da indirizzo del Consiglio comunale dove, nei mesi scorsi, su questo tema sono state presentate due interpellanze. La legge regionale di riferimento, la n. 10 del 2014, prevede l’adozione di un bando pubblico almeno ogni quattro anni.
Lo scopo del bando, che resterà aperto per il massimo del tempo possibile (due mesi), è aggiornare la graduatoria definitiva degli aventi diritto scaturita dal precedente bando del 2016. Ad oggi, quindi, scaduta, ma valida fino all’approvazione della nuova graduatoria, come ha chiarito la Sezione Politiche Abitative della Regione Puglia nella nota con cui ha invitato il Comune a procedere con un nuovo bando.
L’Amministrazione, di concerto con le organizzazioni sindacali confederali e con quelle più rappresentative degli inquilini, ha deciso che l’intera procedura per la formazione della graduatoria finalizzata all’assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica presente nel territorio di Lecce, per la prima volta sarà digitale. Dalla presentazione della domanda con tutta la documentazione da allegare fino agli eventuali sorteggi fra beneficiari con lo stesso punteggio, tutto sarà gestito da un software che lavorerà sulla base di quanto previsto nella legge regionale. Niente più documentazione cartacea, quindi, niente più file al protocollo, tutto sarà dematerializzato, fatta eccezione per il soccorso istruttorio.
Le domande di partecipazione devono essere presentate dalle ore 9 del 1° dicembre 2023 alle ore 14 del 31 gennaio 2024, esclusivamente in modalità digitale cliccando sul sito istituzionale al link https://serviziadomanda.resettami.it/lecce. L’accesso alla piattaforma informatica può avvenire solo tramite Spid e Cie. Alla domanda dovrà essere allegata la copia di un documento d’identità in corso di validità di chi la sottoscrive, la scheda della situazione reddituale del nucleo familiare riferita all’anno 2022 o la dichiarazione di indigenza e la copia della marca da bollo di 16 euro annullata con data e firma. Esattamente quello che finora veniva richiesto in formato cartaceo allo sportello.
Chi è già assegnatario di un alloggio popolare, non deve partecipare al bando, come invece deve fare chi è presente nell’attuale graduatoria ma non ha ancora ottenuto l’alloggio, per confermare l’interesse ad averlo, o chi presenta la domanda per la prima volta. La graduatoria che si formerà resterà valida per quattro anni.
Con questa procedura completamente digitalizzata, è possibile istruire un cospicuo numero di domande in poco tempo, elaborare le graduatorie provvisoria e definitiva nel giro di pochi mesi, abbattere la possibilità di eventuali errori materiali. La questione tempo è rilevante: per il precedente bando, si dovette aspettare circa tre anni per l’elaborazione della graduatoria definitiva.
I cittadini e le cittadine potranno, all’occorrenza, rivolgersi ai Caf per essere accompagnati nella compilazione del modulo on line, mentre per maggiori informazioni il riferimento è l’Ufficio Casa in via Massimiliano Kolbe, angolo via Pistoia, il martedì dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 17, il giovedì dalle 9 alle 12 (pec: protocollo@pec.comune.lecce.it).
«Dopo sette anni – sottolinea Silvia Miglietta, assessora al Welfare e alla Casa – pubblichiamo un nuovo bando per aggiornare la graduatoria degli aventi diritto agli alloggi popolari presenti sul territorio comunale. Lo facciamo attraverso una procedura che sarà interamente informatizzata, con le domande e la documentazione da presentare direttamente on line, in maniera trasparente e accessibile, riducendo i tempi di elaborazione delle graduatorie e gli eventuali errori materiali. La scelta di digitalizzare la procedura è stata condivisa con i sindacati degli inquilini visto che ormai la maggior parte delle persone possiede Spid e Cie che vengono usati anche per le pratiche Inps e per le misure di contrasto alla povertà. Ringrazio la dirigente del settore Annarosa Sanapo e tutto l’Ufficio Casa per il grande lavoro che hanno fatto per questo bando e che fanno ogni giorno».
Da aprile del 2019 ad oggi sono stati assegnati dal Comune 73 alloggi, fra quelli di proprietà comunale e quelli di proprietà di Arca Sud Salento, un altro è in fase di assegnazione proprio in questi giorni. Nella attuale graduatoria ancora in vigore, sono presenti altre 500 persone aventi diritto che presumibilmente ripresenteranno la domanda per l’assegnazione di un alloggio. In città la richiesta di assegnazione di case popolari è molto alta, ma si scontra con la carenza di immobili da destinare a questo scopo. L’Amministrazione comunale in questi anni si è attivata per alleviare questa carenza: col progetto finanziato dal Pnrr a Santa Rosa, in via Flumendosa, saranno realizzati da Arca Sud 60 nuovi alloggi Erp e dal Comune attrezzature di comunità; con lo sblocco del progetto di abbattimento delle “Case minime” a San Pio, presto partirà la costruzione di 32 nuovi alloggi di Erp e 19 alloggi di edilizia convenzionata, oltre a locali commerciali; con i lavori per la realizzazione degli impianti delle reti idriche e fognanti, saranno a breve disponibili le palazzine di via Birago, che apporteranno altri 20 alloggi; con l’investimento ottenuto insieme alla Regione Puglia sempre tramite Pnrr, l’ex Galateo ospiterà per la prima volta 70 alloggi per il social housing. Nel prossimo futuro, quindi, sarà possibile disporre in totale di 201 nuovi alloggi, fra popolari e di edilizia sociale.
«Questo nuovo bando – dice il sindaco Carlo Salvemini – giustamente sollecitato nei mesi scorsi dalle forze politiche di maggioranza, ha un grande significato sociale e presenta molte novità finalizzate alla semplificazione nella compilazione della domanda e nella determinazione delle graduatorie in tempi ridotti. In città e, in generale, in Italia scontiamo un deficit di stock abitativo popolare. Servirebbe una grande legge nazionale, come il piano Ina Casa degli anni Sessanta, perché è evidente che ci sono nuove fragilità che non possono accedere agli alloggi Erp per livelli di Isee più alti di quelli richiesti ma non sufficienti per avere un mutuo. Qui sta il senso della strategia politica dell’Amministrazione che, da una parte, investe per quelle che sono le possibilità offerte sul potenziamento degli alloggi Erp, dall’altra favorisce e aumenta l’edilizia sociale che permette di presidiare quella zona grigia, sempre più significativa, fra edilizia popolare ed edilizia di mercato. Inoltre, si incarica di affiancare le altre istituzioni nel potenziamento dell’edilizia universitaria che costituisce un altro aspetto di rilevanza sociale. Un’articolazione di interventi che si incarica di offrire opportunità a chi oggi reclama il diritto alla casa. Il diritto alla casa e il diritto al lavoro definiscono la nostra identità. Senza un tetto e senza un’occupazione ci si sente esposti agli eventi della vita».