Nella Parrocchia “Santa Maria Assunta” di Salice guidata da don Massimo Alemanno, avviato mercoledì scorso l’appuntamento mattutino con i fedeli
SALICE – Il Natale è ormai alle porte e ritornano le tradizioni legate alla fede cattolica. Una di queste è la Novena di Natale. Come dice la parola stessa, si tratta di una preghiera che va avanti per i nove giorni che precedono una festa importante dell’anno liturgico cristiano. Pur non essendo “preghiera ufficiale” della Chiesa, costituisce un momento molto significativo nella vita delle comunità cristiane.
La Novena è un’esperienza di fede antichissima che unisce la bellezza della liturgia del tempo forte dell’Avvento alla dimensione del sacrificio di alzarsi presto. Sì, proprio così! Sin dall’antichità, i fedeli si ritrovavano in Chiesa, la mattina, quando era ancora buio. Naturalmente il significato è chiaro: nelle tenebre che avvolgono la vita, si attende con speranza il Sole che sta per sorgere.
A Salice Salentino, nella Parrocchia Santa Maria Assunta, il parroco don Massimo Alemanno anche quest’anno ha avviato la tradizionale Novena mattutina, riscoperta un bel po’ di anni fa dal suo predecessore, don Carmine Canoci. Per questo, da mercoledì scorso, i fedeli, la cui partecipazione cresce di anno in anno, si sono ritrovati puntuali alle sei del mattino, per prepararsi spiritualmente all’arrivo del Bambinello di Betlemme.
Agli occhi di molti, forse può apparire pura poesia, ma vi confesso che non è così. Io credo che si tratti di una bella sfida con sé stessi, che porta a vincere la pigrizia, il sonno, il calduccio del letto per assaporare la gioia di un annuncio grande, antico, ma sempre carico di novità che ci porteremo dentro per donarlo a chi incontreremo, lì dove le ore del giorno che nasce ci chiederanno di essere.
E quest’anno, sicuramente, in un clima di paura, incertezza e difficoltà a vari livelli, nella Novena e nel Natale sono racchiuse tutte le speranze e tutti i desideri inespressi che solo il cuore di ciascuno conosce. Saremo capaci di coglierne i segni, nella misura in cui “ritorneremo a sognare”.
Siamo al quarto giorno ed è bello constatare che ogni mattina si scopre un volto nuovo e dietro quel volto, sia pure coperto dalla mascherina, c’è da leggere certamente il gioioso desiderio di vivere l’attesa del Natale con quella serenità d’animo che l’incontro con il Signore fa scaturire nell’intimo di ciascuno e con una preparazione che va oltre tutto quello che la società consumistica ha generato intorno alle feste. Sì, perché la Novena, per la nostra comunità, è sempre stata l’occasione propizia per ascoltare la Parola, per sentirla attualizzata dall’insegnamento della Chiesa e dalle riflessioni di chi presiede la celebrazione. A completare il tutto, i tradizionali canti natalizi e le preghiere di invocazione.
Quest’anno, in particolare, don Massimo ha scelto di proporre ai fedeli una lettura attenta e approfondita di alcuni passi dell’Enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti”. Pertanto, ogni mattina, la celebrazione si apre con una parola che si sostanzia in un atteggiamento da pregare, da approfondire e poi impegnarsi a vivere nella giornata e nella vita.
Come dicevo siamo al quarto giorno e gli atteggiamenti presi in considerazione finora sono stati la tenerezza, la memoria, la gentilezza, l’interculturalità e la gratuità. In un tempo in cui la paura vince la bellezza delle relazioni e degli incontri, siamo invitati a fare tesoro di queste parole che, forse, possono sembrare scontate, ma non lo sono affatto, come ci ricorda il Santo Padre che parlando della società di oggi, ritiene che il trovarsi di fronte una persona gentile è davvero difficile, lo definisce un miracolo. Un forte monito per tutti.
Coralba Rosato