“Novoli e Novolesi custodi del rito del fuoco buono di Sant’Antonio Abate”. È il tema dell’articolato programma religioso e civile della nuova edizione della Fòcara. Gli eventi, che saranno offerti dall’8 al 25 gennaio 2025, comprendono diversi momenti clou, fra cui l’accensione dell’enorme pila di fascine formata da tralci di vite (in piazza Tito Schipa, venerdì 16 gennaio, alle 20.30) e spettacoli con interventi di numerosi artisti, tra cui Roy Paci, Sud Sound System e Après La Classe.
L’Edizione 2025 della Fòcara è stata presentata questa mattina, mercoledì 8 gennaio, alle ore 10, presso il Rettorato di UniSalento, a Lecce. Hanno partecipato Sebastiano Leo, assessore regionale all’Istruzione e Università, Loredana Capone, presidente del Consiglio regionale, Fabio Pollice, rettore dell’Università del Salento, Marco De Luca, sindaco di Novoli, Elisabetta Dell’Atti, dirigente Ic Novoli, Sabrina Spedicato, presidente della Fondazione Fòcara, Alessandro Maria Polito, direttore organizzativo di Fòcara 2025, Tonio Villani, presidente del Comitato Festa, don Luigi Lezzi, parroco della parrocchia Sant’Antonio Abate. Di seguito la sintesi degli interventi che si sono susseguiti durante la presentazione.
«La festa di Sant’Antonio – ha detto Fabio Pollice – coinciderà quest’anno con l’arrivo del presidente Mattarella per i 70 anni dell’Università del Salento E certamente oggi, a distanza di 70 anni, dobbiamo dire grazie a quegli amministratori locali che compresero che lo sviluppo di questo territorio non passava attraverso il modello industriale, decidendo al contrario di investire appunto sull’Università con coraggio, lungimiranza e determinazione. Così, se la coincidenza di date è un caso, non lo è quella ideale con una manifestazione, la Fòcara di Novoli, che non è un retaggio tradizionale del passato ma un atto simbolico di forte valenza identitaria con cui l’accademia non è stata, a dire il vero, molto generosa. Perché in passato gli eventi della tradizione contadina sono stati considerati estranei al modello di sviluppo prescelto; ed invece sono proprio queste tradizioni a creare una connessione tra spazi e tempi differenti, a fare da collante sociale e a creare lo spirito di comunità, anche con chi è lontano. E se le nuove generazioni, oggi, non hanno senso del futuro è perché spesso noi abbiamo distrutto quel passato di cui invece dovremmo essere orgogliosi, anche se si è trattato di un passato di miseria. Dobbiamo quindi essere consci del valore della nostra storia: la Fòcara è patrimonio culturale immateriale del nostro popolo, e noi dobbiamo imparare a comunicare meglio il nostro passato per costruire il futuro».
Il sindaco Marco De Luca ha ringraziato tutti, sottolineando come «la Fòcara esiste perché esiste Sant’Antonio».
«Un evento che unisce una comunità – ha evidenziato Loredana Capone – la mette in connessione attraverso tutti i suoi riti: dalla prima fascina alla focara finale. Ho sempre creduto e sostenuto il potere di questa manifestazione che racchiude le tradizioni e le nostre radici, sacro e profano. Un importante veicolo per far conoscere la nostra terra dove la cultura e il folclore diventano una grande ricchezza di marketing territoriale. È su questo la Regione deve continuare a puntare».
«Dobbiamo comunque fare i conti con la globalizzazione – ha aggiunto Sebastiano Leo – che ci coinvolge tutti e ha cambiato tutto. Il rito però non può andare perduto: occorre cominciare a sensibilizzare le nuove generazioni fin dalle scuole del primo ciclo, dove si sedimentano tradizioni, culture e sentimenti. Il rischio, altrimenti, è l’appiattimento culturale e la prevalenza di iniziative imprenditoriali estranee alla nostra cultura. Certo, le tradizioni da valorizzare vanno selezionate: non si può sempre finanziare tutti, perché significherebbe non scegliere».
«Il compito della scuola – ha affermato Elisabetta Dell’Atti – è quello di radicare i ragazzi nell’appartenenza, creare cittadini globali con radici nel territorio ma pure ali per volare».
«La Fondazione riparte all’insegna dei buoni propositi – ha detto Sabrina Spedicato – e che Sant’Antonio Abate ci accompagni con i migliori auspici, il garbo del buon padre di famiglia, grande attenzione nella gestione, perché la Fondazione è strumento di grande valore aggiunto per il territorio novolese. La speranza, adesso, è quella di creare un fil rouge tra tutti gli eventi che interessano la nostra città nel corso dell’anno e creare partnership con altri comuni e altre realtà per offrire occasioni di sviluppo per il territorio. Soprattutto di avere un sostegno dalla Regione al fine di risolvere l’incombente problema di reperimento delle fascine necessarie alla costruzione del falò»
Alessandro Maria Polito ha spiegato che quest’anno l’associazione che presiede e che collabora da tre anni con l’organizzazione della Fòcara, l’Icon Radio Visual Group, si occuperà esclusivamente degli aspetti culturali della festa. Ha poi illustrato il programma degli appuntamenti.
Tonio Villani, ha sottolineato l’estrema difficoltà nel reperimento delle fascine, ancora in corso, e ha chiesto alla Regione interventi presso le aziende vitivinicole per risolvere il problema.
Don Luigi Lezzi nell’illustrare il programma religioso della festa, ha sottolineato che quest’anno il pane di Sant’Antonio verrà condiviso anche con i meno fortunati. Ha comunicato, infine, che il 17 gennaio, è prevista la visita del nuovo arcivescovo coadiutore, Angelo Raffaele Panzetta, il quale presiederà l’Eucaristia alle ore 10.30, in piazza. (red.)
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