Lecce/ Biblioteca Bernardini - 17 Feb 2023

“Parole e immagini: 40 anni di fotografia, uno sguardo sull’Iran di oggi”, incontro con Manoocher Deghati


Spazio Aperto Salento

Nuovo incontro con l’arte della fotografia, a cura dell’associazione culturale “Lecce 77” e la collaborazione del Polo Biblio-Museale di Lecce. Dopo quello con il fotoreporter milanese Uliano Lucas, sabato 18 febbraio, alle ore 18, la Biblioteca provinciale “Nicola Bernardini” del capoluogo salentino (ex Convitto Palmieri, piazzetta Giosuè Carducci), ospita il fotoreporter iraniano Manoocher Deghati, che da tempo vive in Puglia, a Martina Franca. “Parole e Immagini: 40 anni di fotografia, uno sguardo sull’Iran di oggi”, è il titolo dell’evento, durante il quale, con Deghati, dialogheranno il fotoreporter leccese Claudio Longo, la docente di Storia e Cultura del Medio Oriente e dei Balcani dell’Università del Salento, Rosita D’Amora, l’addetta all’Ambasciata d’Italia a Teheran dal 2008 al 2013, Giovanna Frezza, e la presidentessa di Arci Lecce Solidarietà, Anna Caputo.

Di seguito, la presentazione del fotoreporter iraniano targata associazione “Lecce 77”. “Per Manoocher Deghati, la fotografia è un linguaggio universale e potente, capace di arrivare a tutti. Ritratti di luoghi e persone mostrano culture e civiltà lontane, immagini capaci di fornire dati e notizie, riuscendo a far emergere anche i lati meno evidenti dell’essere umano. I protagonisti della sua fotografia sono afgani, egiziani, costaricani e nicaraguensi. Le loro immagini, scattate in tempi e luoghi diametralmente opposti, sembrano rasentare l’assurdo e appaiono talvolta in alcuni casi simulate e artefatte, dimostrando a volte come la realtà riesca a superare se stessa”.

Nato a Orumieh nel 1954, Manoocher Deghati è un cittadino del mondo che, grazie alla sua macchina fotografica, ha documentato i momenti più drammatici della storia recente. I  conflitti in Libano, Nord Irlanda, Stati Uniti, Panama, El Salvador, Nicaragua, Guatemala, Honduras, Kuwait, Bosnia, Sudan, Somalia, Libia, Egitto, Israele e Palestina, Algeria, Marocco, Turchia, Arabia Saudita, Siria, Bangladesh, Etiopia, Filippine, Kenya, Sierra Leone, Uganda e Abu Dhabi. Nel 1996 è stato gravemente ferito da un cecchino israeliano, mentre documentava, per conto dell’Agence France Press (Afp), il conflitto israelo-palestinese a Ramallah (Cisgiordania- Palestina). Rimpatriato in Francia, ha trascorso due anni nell’ospedale per invalidi di guerra “Les Invalides”, dove il presidente francese dell’epoca, Jacques Chirac, dopo avergli fatto visita, gli concesse il passaporto di cittadino francese. Creatore e direttore dell’unità fotografica delle Nazioni Unite e del Photojournalism Institute in Afghanistan, direttore fotografico per Agence France Press ed Associated Press, Manoocher Deghati pubblica regolarmente i suoi lavori sul National Geographic Magazine. Docente Masterclass per World Press Photo Amsterdam, nel 1984 ha vinto il primo premio del concorso nella categoria “News Feature”, con un reportage sulla guerra tra Iran e Iraq, mentre nel 1986 si è aggiudicato il terzo posto nella categoria “Daily Life”, con una foto che ritrae le donne vestite di nero con il chador mentre partecipano ai funerali di un leader della rivoluzione. Per sei anni, inoltre, ha fatto parte della giuria internazionale del concorso World Press Photo. Tra i riconoscimenti internazionali, è stato anche sei volte “Miglior foto del mese” per l’Agence France Press. Ha collaborato e collabora ancora con testate prestigiose come Time, Life Press, Newsweek, Figaro e Marie-Claire.

Info: 339-7592094 e fotoreportage@libero.it.

 

In foto:  Manoocher Deghati, Being Human