Cavallino - 21 Apr 2023

“Patti e ricatti”, personale di pittura di Arnaldo Miccoli

Mostra nella Galleria del Palazzo Ducale di Cavallino dal 22 aprile al 12 maggio. L’inaugurazione è prevista domani, alle 18.30, nella Sala consiliare “Nicola Gorgoni”


Spazio Aperto Salento

Primitivismo, predisposizione per il grottesco, desiderio di deformazione fisica. Per il critico d’arte Vittorio Sgarbi, sono le note distintive dei quadri del pittore di Cavallino, Arnaldo Miccoli. Assieme alla più recente produzione (olii su tela, acrilico e tecnica mista) nata nell’atelier di via Crocifisso, nella stessa cittadina dell’interland leccese dove l’artista si è stabilito dopo oltre mezzo secolo trascorso negli Stati Uniti, saranno nella mostra “Patti e ricatti”, allestita nella Galleria del Palazzo Ducale dei Castromediano.

Inaugurazione sabato 22 aprile, alle ore 18.30, con una breve cerimonia nella Sala consiliare “Nicola Gorgoni”, alla presenza del sindaco Bruno Ciccarese Gorgoni, del critico d’arte ed articolista della Gazzetta del Mezzogiorno, Toti Carpenieri, del direttore del Museo provinciale “Sigismondo Castromediano”, Luigi De Luca, e del direttore emerito della Biblioteca provinciale intitolata a Nicola Bernardini, Alessandro Laporta, moderati dal giornalista Ludovico Malorgio.

“Patti e ricatti” potrà essere visitata sino a venerdì 12 maggio. Orari di apertura: da martedì a giovedì, dalle ore 10 alle 12.30; venerdì, sabato e domenica, dalle ore 10 alle 12.30 e dalle ore 17 alle 20. Info: a.miccoli107@gmail.com.

Miccoli ama dividere la sua produzione artistica in tre fasi. La prima (1969-1980), del periodo delle parate, dei teatrini e dello splendore e delle distrazioni delle feste del Sud fatte di tripudio di colori, nel Continente nostrano, che racchiude fra Adriatico e Ionio. La seconda (1981-1988), del periodo magico-grottesco, caratterizzato dal prevalere dell’elemento psichico, ma anche delle tematiche  dell’inquinamento atmosferico e dei disastri ambientali. La terza, delle figure nate dall’apocalisse post moderna, in cui prende forma la difesa del Pianeta e di tutti gli esseri che lo popolano, e che oggi lo porta a dire: “La mia Arte si pone al servizio dell’umanità non come glorificazione di eventi negativi, ma sempre e solamente come denuncia degli stessi”.

Diplomato all’istituto statale d’arte “Giuseppe Pellegrino” di Lecce, allievo dei pittori Peppino Piccolo (1903-1983) e Franco Gentilini (1909-1981), Arnaldo Miccoli ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Roma e l’Università Cattolica degli studi Sociali di Roma. Negli Usa insegna pittura e si dedica all’illustrazione ed al restauro di opere d’arte. Dal 1973 al 1975, vive a Roma, dove prepara mostre da tenersi in Italia e in Europa. Dopodiché, nel 1975, rientra in America del Nord, per votarsi alla pittura a tempo pieno, ed ancora all’illustrazione, che per il successo e la maturità raggiunti, gli procurano lavori per le note riviste Playboy, Penthouse e Swank, nonché mostre, anche collettive, negli Stati Uniti ed in Canada, con il conseguente accaparramento dei suoi quadri, da parte di collezioni pubbliche e private.

Il 1979, segna altri due anni di permanenza in Italia, e nuove mostre a Montecatini Terme, Roma, Milano, Firenze e Lecce. Nel 1981, infine, il rientro negli Usa, dove fra gli altri artisti attivi a New York, conosce Andy Warhol (1928-1987), per stabilirsi definitivamente a Tenafly, nel New Jersey. Vale ricordare, che all’amore per la pittura e nel corso dei decenni della sua declinazione privilegiata, la scultura, l’artista cavallinese ha unito quella per la Letteratura, ed in particolare per la Poesia nel dialetto della sua terra. “Fiuri te campagna” e “Angeli e Tiaulicchi”, sono le raccolte sino ad ora pubblicate, rispettivamente nel 1960 e nel 2021. Del 1962, inoltre, è la nascita del numero unico “Lu lacquaru”, diffuso in occasione delle festività natalizie a Cavallino.

Toti Bellone
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Foto in alto: l’artista con This-is out son, 2015, olio su tela, cm 215×185

 

A. Miccoli, Proserpina, 2022, olio su tela, cm 110×90

A. Miccoli, Gridando a bocca chiusa, 2001, olio su tela, cm 100×100