Una nuova “pausa” di riflessione sulla Parola a cura di don Carmine Canoci
Dalla liturgia di domenica 17 gennaio 2021
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 6, 13-15, 17-20
Fratelli, il corpo non è per l’impurità, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo. Dio, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza.
Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. State lontani dall’impurità! Qualsiasi peccato l’uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà all’impurità, pecca contro il proprio corpo.
Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che è in voi? Lo avete ricevuto da Dio e voi non appartenete a voi stessi. Infatti siete stati comprati a caro prezzo: glorificate dunque Dio nel vostro corpo!
Riflessione
«Tutto è permesso!».
«Perché astenersi da ciò che dà piacere?».
«Il bisogno sessuale, come quello del cibo, va soddisfatto!».
«Il corpo è mio e lo gestisco io».
Abbiamo certamente udito frasi simili che, in qualche modo, vorrebbero giustificare comportamenti “disinvolti e sempre più plateali” molto diffusi in campo morale sessuale.
Così pensando, pian piano, si è data libera cittadinanza a una visione, a una cultura della vita fortemente pansessualistica.
La pornografia, ad esempio, è divenuta accessibile (chi è oggi che non abbia un cellulare…) in ogni momento della giornata a fasce di età anche molto giovani e, al di là dei siti internet, è facile constatare come tale cultura è diventata una tendenza che condiziona sempre più linguaggio, atteggiamenti, media e pubblicità.
Nell’accezione contemporanea il sesso passa come qualcosa che si consu-ma e l’altro o l’altra, un semplice oggetto di piacere. Qualcosa che può essere, e lo è, mercificato senza alcun problema.
Senza parlare del vasto campo delle tematiche e problematiche che da una siffatta cultura, ormai abitudinario stile di vita per molti, derivano: parole e imprecazioni scurrili, disagio psichico, masturbazione, omosessualità, convivenza, contraccezione, aborto, divorzio, maternità surrogata…
Secondo un trend ideologico-culturale in voga ai nostri giorni, tutto ciò è considerato territorio di conquista di diritti e libertà finalmente riscattate nell’agone contro mentalità reazionarie, retrograde e abusive di cui la Chiesa per lungo tempo si è fatta padrona e paladina.
Che ingenuo san Paolo, verrebbe da pensare, a dire cose senza potere d’acquisto oggi! Povero idealista e sognatore! Proprio lui, ex uomo di mondo (della sua gioventù non conosciamo molto, ma da quel poco che si sa sembra che abbia anticipato da giovane gli stessi percorsi arditi dei giovani Agostino d’Ippona e Francesco d’Assisi…).
Eppure l’uomo di Tarso altro non raccomanda se non ciò che tutti desiderano. C’è bisogno di rivelazioni o di astrusi algoritmi per capire di meritare e pretendere una vita alta, limpida, bella, liberata da ogni volgarità, banalità, sciatteria, codificazione o mercificazione?
Con vera sincerità, rispetto e saluto quanti la pensano in modo diverso, ma con altrettanta sincerità io scelgo di stare dalla parte di san Paolo. E non (solo) perché sono prete.
don carmine