I quattro consiglieri della ex maggioranza Paladini hanno diffuso un documento indirizzato ai cittadini di Veglie
I quattro consiglieri della ex maggioranza (Luisa Margherito, Fiorenzo Patera , Oronzo Sabato e Giada Santolla), con un documento diffuso nella tarda serata di ieri, indirizzato ai “concittadini” di Veglie, spiegano le “ragioni” alla base della decisione di sottoscrivere, assieme ai cinque consiglieri di minoranza, le dimissioni “collettive e contestuali” che hanno determinato la caduta della Giunta Paladini.
Questo documento viene diffuso a distanza di due giorni dal precedente documento di Claudio Paladini, condiviso dai consiglieri della maggioranza rimasti fedeli all’ex sindaco (Stefania Capoccia, Katia Prato, Laura Mogavero, Marco Miccoli, Luca Cacciatore, Francesco Milanese e Luigi Massa). Paladini, fra l’altro, ha accusato i “dissidenti” di aver agito solo per “invidia e rancori personali”.
Margherito, Patera, Sabato e Santolla, stando a quanto sostenuto dagli stessi nel nuovo documento, in questa circostanza non avrebbero l’obiettivo di replicare a Paladini. Come detto, i quattro si rivolgono direttamente ai cittadini di Veglie, affermando di voler evitare, per il momento, “di rispondere alle accuse del Sindaco in quanto le riteniamo false e prive di fondamento. Non siamo interessati ad alimentare polemiche sterili. Ognuno si faccia il proprio esame di coscienza”.
Di seguito il contenuto integrale del documento di Margherito, Patera , Sabato e Santolla.
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In questi giorni, susseguenti allo scioglimento del Consiglio Comunale, da più parti e da tanti cittadini siamo stati sollecitati a spiegare le ragioni e le motivazioni poste alla base delle dimissioni che hanno determinato la fine dell’amministrazione comunale. Premesso che la nostra posizione era stata chiaramente manifestata pubblicamente prima nel consiglio comunale del 29 novembre 2022 e successivamente a mezzo manifesto, con serenità d’animo, la responsabilità nei confronti dei cittadini e la coscienza pulita di cui ci sentiamo guidati non ci sottrae dal raccogliere l’invito a spiegare.
Vogliamo chiarire subito che la scelta di dimetterci non è frutto delle vicende degli ultimi giorni, purtroppo è frutto di una situazione che si trascina dall’inizio del mandato amministrativo e che non era più tollerabile. Sin dal primo giorno abbiamo registrato una condotta anomala nella gestione amministrativa. Il primo atto che ci lasciò esterrefatti fu la nomina della Giunta Comunale, nominata senza il minimo coinvolgimento e senza nessuna spiegazione da parte del Sindaco del perché avesse operato tale scelta, che a nostro avviso rappresentava più la costituzione di un clan familiare e non la scelta di un esecutivo meditata e condivisa da tutto il gruppo di maggioranza.
Subivamo di fatto le scelte amministrative senza potervi partecipare. Venivamo a conoscenza di quanto fatto dalla Giunta attraverso l’albo pretorio, alla stregua di qualunque cittadino, praticamente una volta che le decisioni erano già state assunte e non prima che si assumessero. Si ricordavano di noi alla vigilia dei consigli comunali, quando serviva il nostro voto.
Da qui la nostra decisione di costituirci in gruppo per cercare di ottenere maggiore considerazione. Ci preme sottolineare che non vi era nulla di precostituito, anche perché non ci conoscevamo prima della candidatura nella lista di Paladini; fu un atto spontaneo figlio della insoddisfazione crescente che vivevamo.
La scelta di creare il gruppo consiliare di fatto aggravò la situazione; per alcuni assessori non eravamo meritevoli di alcuna considerazione, tanto che avevano eretto uno steccato tra noi e loro e qualunque nostra richiesta o non veniva presa in considerazione o veniva boicottata, perché qualcuna/o aveva stabilito che chiunque facesse parte del gruppo non dovesse essere considerato. Sappiate che essere insoddisfatti della gestione amministrativa non eravamo i soli, ma vi erano anche altri consiglieri che per ragioni proprie non hanno voluto palesare il malessere.
Avevamo aderito all’invito di Paladini a essere in lista con lui, con l’entusiasmo e la voglia di renderci utili e contribuire in scelte amministrative che avrebbero potuto determinare una crescita sociale ed economica del nostro comune. Purtroppo la nostra presenza in maggioranza, da subito, veniva considerata un peso.
Di fatto, esisteva solo la Giunta, prova ne è che le azioni non erano determinate dalla maggioranza nella sua interezza ma diventavano merito dell’assessore di turno e i social ne sono testimoni. Praticamente era una corsa degli assessori alla propria autoreferenzialità. Nonostante ciò, per dovere di appartenenza, siamo stati fedeli a sostegno della maggioranza e del Sindaco, al quale sinceramente, nelle ultime nostre comunicazioni, abbiamo sempre dichiarato di non essere interessati alla sfiducia o alla sua “cacciata”. Gli avevamo chiesto di assumersi le responsabilità della sua carica e prendere a cuore la situazione per ricreare l’unità della maggioranza. Lui ha scelto altre vie.
Quando poi è accaduto l’impensabile, non solo siamo stati posti al margine dell’attività amministrativa senza diritto di partecipazione, ma con spregiudicatezza si è tentato di renderci innocui e darci il colpo di grazia con ogni tentativo. In effetti, se avessero concretizzato la decadenza del consigliere Carlà, come hanno tentato, o convinto qualcuno di noi ad appoggiarli o a dimettersi, disgregandoci, non ci sarebbero più stati problemi per il Sindaco e la sua Giunta e non ci sarebbe stata più storia per il nostro gruppo.
A fronte di questo stato di cose, abbiamo ritenuto che la misura ormai fosse colma. Con tutta la buona volontà, non sussistevano più le condizioni per continuare questa esperienza. Aver concorso alla vittoria di Paladini per poi ricevere tale trattamento, consentiteci, non era tollerabile e bisognava conservare un minimo di dignità personale per reagire e sovvertire gli intenti di una Giunta senza scrupoli.
Ragioni di spazio ci impediscono di soffermarci su tanti particolari che hanno, nel corso di questi due anni, determinato e fatto maturare la decisione che ci ha portato alle dimissioni; sicuramente se sarà necessario, in futuro troveremo il modo di ragguagliarvi in merito. Se noi eravamo il male di questa amministrazione, abbiamo liberato il campo in tempo utile per permettere al Sindaco e ai suoi assessori di riproporsi nel ruolo. Sarà, poi, la cittadinanza a decidere. In fondo si tratta di aspettare solo qualche mese per avere una nuova amministrazione e non ci sarà alcun danno per la collettività.
In conclusione, faremo in modo di creare condizioni di dialogo più favorevoli con la cittadinanza, perché un manifesto o un volantino non potranno mai essere esaustivi su tutte le informazioni necessarie a formare un giudizio critico sull’operato del nostro gruppo.
Evitiamo, per il momento, di rispondere alle accuse del Sindaco in quanto le riteniamo false e prive di fondamento. Non siamo interessati ad alimentare polemiche sterili. Ognuno si faccia il proprio esame di coscienza.
Un cordiale saluto a tutti Voi con l’augurio che, chi avrà in futuro la responsabilità amministrativa, possa guidare il Comune con il coinvolgimento della cittadinanza, del mondo dell’associazionismo e di tutte le realtà comunali che guardano all’unico interesse che è quello della crescita della nostra Veglie.
Luisa Margherito
Fiorenzo Patera
Oronzo Sabato
Giada Santolla
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