Si girava e aggrovigliava nel letto senza un attimo di pace, ad ogni sospiro un cambio di posizione, ad ogni pensiero un giro di coperta.
Non riusciva a prendere sonno, non perché aveva bevuto troppi caffè o per il panino con il tonno mangiato a mezzanotte. Era abituato.
Il pensiero indigesto invece gli era venuto proprio a causa della televisione, guardando a tratti un servizio di gente arrabbiata nera, che aveva assaltato la sede della Cgil, urlando contro i vaccini e ogni forma di protezione individuale.
Contava le pecore, immaginava di stare sdraiato su una spiaggia di un’isola deserta, ripeteva l’Ave Maria, ma niente… il nervoso sudava le coperte annodate, sino a quando cadde in un sonno di piombo.
– Dottò! Dottò! Il caffè come lo vuoi senza zucchero o con tre palline?
– Gino sono le tre di notte e poi il caffè del distributore mi fa acidità.
Il corridoio dell’ospedale era vuoto, a mezza luce e ogni tanto il vento forte di scirocco scuoteva le finestre.
– Hai ragione Dottò prendiamoci la camomilla che è meglio.
– Gino ma tu non eri morto?
– Sì sì, sono morto… ma è risaputo che nei sogni possiamo incontrare i vivi, nei sogni tutto è permesso. Ti ricordi che morte ho fatto? Un mese di agonia, polmonite, pneumotorace, pneumomediastino, drenaggi, sentivo e non parlavo con quel tubo in gola; ma la cosa più brutta era la solitudine, se non fosse stato per quegli astronauti che ogni tanto mi stringevano la mano. Ma non sentire l’abbraccio della mia famiglia e loro il mio, questo è stato il mio dolore più grande.
– Gino hai ragione, vedere tanta sofferenza ha sconvolto tutti: la rianimazione piena, interi reparti per pazienti con la polmonite, giovani… vabbè lasciamo stare. Se solo ci fidassimo della scienza…
– Dottò siamo stati sfortunati, il vaccino era un sogno… che poi si è avverato per gli altri, ma non per noi. Adesso pensa che si incazzano pure, dicono che è acqua fresca, che ci stanno i microchip. Anche la politica ci gioca, i giornali, i filosofi e le televisioni. Tutti contro i vaccini e nessuno contro la Tachipirina, contro lo sciroppo alla fragola e le supposte.
– Lo dici a me che ho già vaccinato mia figlia di cinque anni?!? Gino, quindi da lì sopra si sente e si vede tutto?
– Nu te lu possu tire Dottò! Se sgarro non mi fanno più venire nei sogni.
– E se offrissi io da bere?
– Da noi non conta il denaro; la ricchezza si misura in sfumature di rosso.
– In che senso?
– Ricordi quel bambino affogato con la pagella cucita dentro la giacca? L’ altro steso sulla sabbia?
– Sì certo come posso non ricordare…
– Bene, il loro cuore è rosso intenso da naufragarci dentro, sono tra i pochi che possono guardare Dio.
Un silenzio di pietra, tagliò ogni spazio di conversazione.
– Senti, ma perché sei venuto proprio da me?
– Un amico mi ha chiesto di offrirti una camomilla.
– Come sta?
– Qua stiamo tutti bene!
– Senti Gino abbracciami mio…
– Dottò rispondi al telefono, ris… pon… di…
– Pronto pronto, pronto.
Scese le scale, per andare in sala Tac, il collega del pronto soccorso lo aveva chiamato per una nonnina con un trauma cranico. Fuori le lucine di Natale scandivano il tempo terreno verso il nuovo anno. Parlare con Gino gli aveva lasciato un senso di leggerezza misto a felicità.
Passò oltre il distributore del caffè. Fece due passi indietro, cercò in tasca… 70 centesimi. Giusti giusti per una camomilla. Alzò il bicchiere verso la stella più lontana…
Auguri!
Francesco Tondo
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In foto: Francesco Tondo, medico chirurgo specialista in Radiologia
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