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Evento - 01 Nov 2022

Villa Baldassarri, mostra di cimeli della Prima Guerra Mondiale

I quattro anni che sconvolsero l’Europa in esposizione con uniformi, cimeli, riviste, immagini e suoni. Allestita nell’immobile comunale di Largo San Lorenzo, la mostra “La Grande Guerra” sarà aperta al pubblico fino al 9 novembre


Spazio Aperto Salento

“La Grande Guerra” questo il titolo della Mostra di cimeli storici della 1a Guerra Mondiale, aperta al pubblico dal 30 ottobre al 9 novembre, a Villa Baldassarri (Guagnano), in Largo San Lorenzo, presso l’immobile comunale sede della Pro Loco. Dopo due anni di eventi obbligatoriamente modesti a causa dei provvedimenti pandemici, in tutti i Comuni d’Italia tornano a svolgersi le cerimonie per il 4 Novembre e l’Amministrazione di Guagnano, accanto alle commemorazioni consuete, ha patrocinato una mostra sulla Grande Guerra, curata da don Sergio Vergari e organizzata dalla Parrocchia “Santa Maria del Carmelo” in collaborazione con la Pro Loco della Frazione.

Don Sergio Vergari, dallo scorso settembre nuovo parroco di Villa Baldassarri, ormai da alcuni anni ha iniziato a collezionare cimeli bellici del 1915-18 raggruppandone un corposo assortimento che, a partire dal 2018, in occasione del Centenario della Grande Guerra, con la sua prima mostra allestita a Cellino San Marco (“Quando il Piave mormorava. Cilinari in trincea”), appena possibile, mette in condivisione pubblica e gratuita. La mostra è stata ripetuta nel 2020 presso il Museo Diocesano di Brindisi e ora a Villa Baldassarri.

Il percorso espositivo tocca tutti gli aspetti della guerra e spazia dalle armi con diversi tipi di fucili e pistole, baionette, sciabole e pugnali, un lancia torpedini Bettica, proiettili, cartucce, bossoli, diversi tipi di bombe da fucile e a mano, le terribili mazze ferrate, elmi di diverse nazionalità, maschere antigas, ma anche attrezzature di uso medico e oggetti di uso quotidiano, dalle preziosissime gavette alle borracce, le posate e le scatolette, le casse di cottura, il macina caffè. Un angolo della mostra cerca di rendere l’idea di un piccolo pezzo di una trincea e davanti al muro realizzato con dei sacchi e una feritoia, trovano posto, adagiati sul pavimento, un ferro a coda di porco usato al tempo per il sostegno del filo spinato e ciò che resta a fine battaglia: elmi italiani e dei “nemici”, grovigli di schegge di granate, bombe a mano intere ed esplose, caricatori per fucile e per mitragliatrice, ramponi da ghiaccio, borracce, foderi di baionette, pale…

Una collezione davvero ricca che raccoglie anche oggetti di trench art, medaglie, bandiere, riviste e giornali, manifesti, fotografie, riproduzioni di divise militari complete di buffetteria, del personale sanitario, e naturalmente, non poteva mancare quella del cappellano militare con un autentico altare da campo, completo delle sue dotazioni.

Da sempre amante della storia, nel 2014 don Sergio Vergari, in occasione di alcuni giorni trascorsi in provincia di Vicenza per degli Esercizi Spirituali, ha avuto modo di visitare Asiago e Bassano, venendo a conoscenza del mondo dei Recuperanti; la sua passione, alimentata dalla visita dei luoghi della Grande Guerra, dall’Altopiano dei Sette Comuni, al Monte Grappa, ai vari Sacrari e Ossari che conservano le spoglie dei Caduti, si è articolata nel collezionismo di oggetti risalenti a quei fatti.

Attraverso i mercatini, ma anche grazie a suoi ritrovamenti occasionali di oggetti affioranti sul terreno, durante le visite alle zone del fronte, don Sergio ha ampliato sempre più la sua collezione. Passo dopo passo il visitatore viene introdotto in quel complesso contesto storico che va dall’omicidio di Sarajevo al Milite Ignoto, attraversando i campi di battaglia, e come indicato nel manifesto pubblicitario della mostra, effettua «un percorso nella storia, tra uniformi, cimeli, immagini, suoni, che vi farà entrare nella Grande Guerra 1914-1918, evento che ha sconvolto l’Europa e provocato un’incolmabile frattura tra il mondo antico e quello attuale».

Abbiamo chiesto a Don Sergio come può una mostra come questa, trasmettere un messaggio di pace a chi la visita, come una bandiera in nome della quale scoppiano le guerre, un elmetto colpito da una scheggia, una bomba a mano o una mazza ferrata, come la visione di un veicolo di morte e distruzione, possa comunicare un’ideale positivo. Don Sergio spiega che l’esposizione è un percorso sulla drammaticità della guerra, che spinge a riflettere sul peso e sulle conseguenze delle scelte, alla serietà della guerra e alla potenza delle armi, al dolore che scaturisce da scelte errate. La comprensione di tutto questo avviene anche grazie ai pannelli espositivi dove si possono leggere le cifre del Primo Conflitto Mondiale, il numero dei militari Caduti, l’impatto sulla popolazione civile, le vittime civili, la pandemia con la Febbre Spagnola, e poi ancora il dramma delle famiglie che avevano perso i loro cari sui campi di battaglia, la restituzione del figlio di tutti e la costruzione del mito del Milite Ignoto, in cui tutti potessero ricomporre il dolore delle perdite subite.

Un percorso espositivo da leggere come sprone per la conservazione e riscoperta di valori positivi come quello del supporto e della salvaguardia del compagno, della solidarietà umana, della compassione, dell’amore per la Patria, tutto sotto la guida dell’articolo 11 della Costituzione che dice che «L’Italia ripudia la guerra», dei messaggi di papa Benedetto XV che nell’agosto del 1917, bollò la Prima Guerra Mondiale come «inutile strage», e di Paolo VI che nel 1965, all’Onu urlò: «Mai più la guerra, mai più la guerra! La pace, la pace deve guidare le sorti dei popoli e dell’intera umanità. Se volete essere fratelli, lasciate cadere le armi dalle vostre mani!».

La mostra “La Grande Guerra” è visitabile, con entrata libera, al mattino dalle ore 10 alle 12.30 e nel pomeriggio dalle ore 17 alle ore 19.30, fino al 9 novembre.

Luisa Mogavero
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 Nelle foto: alcune immagini della mostra “La Grande Guerra”